Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/68: differenze tra le versioni

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''La lettera M. indica che le annotazioni appartengono al {{AutoreCitato|Andrea Mustoxidi|cav. Mustoxidi}}, e delle altre, quando non sieno accompagnate da nome diverso, è autore lo stesso {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}}.''


{{Indentatura}}''La lettera ''M''. indica che le annotazioni appartengono al {{AutoreCitato|Andrea Mustoxidi|cav. Mustoxidi}}, e delle altre, quando non sieno accompagnate da nome diverso, è autore lo stesso {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}}.''</div>
(1) ''{{x-larger|A}}masia, nostra patria, città fortissima'' (''Strab. I. xii, p.'' 547). - ''È la città nostra posta in una profonda e gronde valle per cui volgesi il fiume Iri, mirabilmente edificata'' — E quindi segue (''p.'' 561) con compiacenza filiale a descrivere il sito di Amasia. (M.)


(1) <section begin="1" />''{{x-larger|A}}masia, nostra patria, città fortissima'' (''Strab. l. {{Sc|xii}}, p.'' 547). ''È la città nostra posta in una profonda e gronde valle per cui volgesi il fiume Iri, mirabilmente edificata'' — E quindi segue (''p.'' 561) con compiacenza filiale a descrivere il sito di Amasia. ({{AutoreCitato|Andrea Mustoxidi|M}}.)<section end="1" />
(2) Veramente Strabone non dice che Dorilao fosse originario di Creta, ma che, uomo esperto nelle cose belliche, era spesso spedito dal re Mitridate a reclutare soldati in Grecia, in Tracia, od in Creta, quest’isola essendo piena di mercenarj. Quivi egli andato a caso fermò poi la sua sede. (''Geogr. I. x, p.'' 477). (M.)


(2) <section begin="2" />Veramente Strabone non dice che Dorilao fosse originario di Creta, ma che, uomo esperto nelle cose belliche, era spesso spedito dal re {{Wl|Q185126|Mitridate}} a reclutare soldati in Grecia, in Tracia, od in Creta, quest’isola essendo piena di mercenarj. Quivi egli andato a caso fermò poi la sua sede. (''Geogr. l. {{Sc|x}}, p.'' 477). (M.)<section end="2" />
(3) ''Strab. I. x, p.'' 477 ''e'' 478.


(3) <section begin="3" />''Strab. l. {{Sc|x}}, p.'' 477 ''e'' 478.<section end="3" />
(4) Sfuggì dunque all’egregio Coray che Strabone parla del proprio avo materno. Costui quando vide le cose di Mitridate volle in male nella guerra contra Lucullo, trovandosi per ira alienato dal re, che gli aveva poco innanzi fatto morire suo cugino Tibio, e il figliuolo di questo per nome Teofilo, si mosse per vendicare loro e si medesimo (l’anno di Roma 681). Ed avendo ricevuta fede da Lucullo se ne andò, e quindici castelli indusse a ribellarsi, per il che gli furono fatte di gran promesse. Ma Pompeo, il quale succedette a duce dell’impresa, riguardò per nemici tutti coloro che avevansi gratificato Lucullo, a cagione dell’odio

(4) <section begin="4" />Sfuggì dunque all’egregio {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}} che Strabone parla del proprio avo materno. Costui quando vide le cose di Mitridate volte in male nella guerra contra {{Wl|Q242819|Lucullo}}, trovandosi per ira alienato dal re, che gli aveva poco innanzi fatto morire suo cugino Tibio, e il figliuolo di questo per nome Teofilo, si mosse per vendicare loro e medesimo (l’anno di Roma 681). Ed avendo ricevuta fede da Lucullo se ne andò, e quindici castelli indusse a ribellarsi, per il che gli furono fatte di gran promesse. Ma {{Wl|Q125414|Pompeo}}, il quale succedette a duce dell’impresa, riguardò per nemici tutti coloro che avevansi gratificato Lucullo, a cagione dell’odio<section end="4" />