Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/406: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
conte della Minerva, Incaricato di Sardegna, vi fece ritorno clandestinamente<ref>Questi con è {{AutoreCitato|David Silvagni|Davide Silvagni}}, partito col conte della Minerva, ma l’avvocato Augusto<!--Cesare Augusto Silvagni-->, che fu capo popolo nelle dimostrazioni del 1848 e vessillifero del battaglione universitario nel 1849. Tratto in arresto perchè corrispondente di giornali stranieri, venne mandato in esilio. Morì in Venezia, presidente del Tribunale.</ref>. |
conte della Minerva, Incaricato di Sardegna, vi fece ritorno clandestinamente<ref>Questi con è {{AutoreCitato|David Silvagni|Davide Silvagni}}, partito col conte della Minerva, ma l’avvocato Augusto<!--Cesare Augusto Silvagni-->, che fu capo popolo nelle dimostrazioni del 1848 e vessillifero del battaglione universitario nel 1849. Tratto in arresto perchè corrispondente di giornali stranieri, venne mandato in esilio. {{Ec|Morì in Venezia, presidente del Tribunale|Morì in Roma, consigliere della Corte d’Appello di Aquila}}.</ref>. |
||
Monsignor {{Wl|Q643364|De Merode}}, nel mese di marzo, fece un viaggio a Bruxelles, e, nel ritorno, condusse seco in Roma il generale francese {{Wl|Q1311465|Lamoricière}}, quegli stesso che, caduto in disgrazia dell’imperatore Napoleone per delitti di Stato, benchè amnistiato, non volle rientrare in Francia<ref>Il {{Wl|Q643364|De Merode}}, nominato ministro delle armi, aiutato dalla Corte di Vienna, dal duca di Modena e dalla duchessa dì Parma, preparavasi a combattere la rivoluzione, la quale, al dire del |
Monsignor {{Wl|Q643364|De Merode}}, nel mese di marzo, fece un viaggio a Bruxelles, e, nel ritorno, condusse seco in Roma il generale francese {{Wl|Q1311465|Lamoricière}}, quegli stesso che, caduto in disgrazia dell’imperatore Napoleone per delitti di Stato, benchè amnistiato, non volle rientrare in Francia<ref>Il {{Wl|Q643364|De Merode}}, nominato ministro delle armi, aiutato dalla Corte di Vienna, dal duca di Modena e dalla duchessa dì Parma, preparavasi a combattere la rivoluzione, la quale, al dire del |