Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/398: differenze tra le versioni
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è dove si sta bene), mi pare che si potrebbe far tutto là, dove non c’è bando che tenga. Non vedo proprio l’ora di saperlo conchiuso questo parentado, ma lo a vorrei conchiuso bene, tranquillamente. Dico il vero: qui, con quella cattura viva, a spiattellar dall’altare quel nome di Lorenzo Tramaglino, non lo farei col cuor quieto: gli voglio troppo bene; avrei paura di far gli un cattivo servizio. Veda lei; vedete a voi.” |
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« è dove si sta bene ), mi pare che si poa trebbe far tutto là , dove non c' è bando |
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“ che tenga. Non vedo proprio 1' ora di sa- |
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« perlo conchiuso questo parentado , ma lo a vorrei conchiuso bene, tranquillamente. Di- |
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a co il vero: qui , con quella cattura viva , |
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a spiattellar dall'altare quel nome di Lorenzo |
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« Tramaglino, non lo farei col cuor quieto : |
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a gli voglio troppo bene; avrei paura di far- |
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« gli un cattivo servizio. Veda lei ; vedete |
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a voi. » |
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Qui, parte Agnese, parte la vedova, a ribattere quelle ragioni |
Qui, parte Agnese, parte la vedova, a ribattere quelle ragioni; don Abbondio a riprodurle sott’altra forma: s’era sempre da capo. Quand’ecco entra Renzo, con un andar risoluto, e con una notizia in faccia, e dice: “è arrivato il signor marchese ***.” |
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a è arrivato il signor marchese **". » |
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“Che vuol dir questo? Arrivato dove?” domanda don Abbondio, levandosi. |
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⚫ | “È arrivato nel suo palazzo, che era quello di don Rodrigo; perchè questo signor marchese è l’erede per fidecommisso, come dicono; sicchè non c’è più dubbio. Per me, ne sarei contento se potessi sapere che quel pover’uomo fosse morto bene. A buon a conto, finora ho detto per lui de’ paternostri, adesso, gli dirò dei ''De profundis''. E questo signor marchese è un bravissim’uomo.” |
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a È arrivato nel suo palazzo, che era quel- |
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« stri, adesso, gli dirò dei De pmfundis.•E que- |
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« sto signor marchese è un bravissim' uomo. » |