Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/42: differenze tra le versioni

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''poosteis'' e ''majesteis''. All’incontro dagli obliqui materni ''potestatem'', ''majestatem'' prendevano corso nel primo romanzo, spentasi la ''m'', ''potestate'', o ''podestade'', e ''maestate'' o ''maestade'', e, per iscorcio compensato dall’accento, ''podestà'' e ''maestà''; e nel secondo romanzo uscivano prima ''poosteitz'' e ''majesteitz'', e poi ''pooisté'' e ''majesté''. Finalmente, riducendosi onninamente agli articoli, per distinzione di tutti i casi, tutte le lingue neolatine, e per ciò le forme contratte dei nominativi, che prima valevano a scompagnarli, divenendo un inutile ingombro, cominciarono esse ad essere abbandonate o si trovarono invece accomunate e confuse nel gran corpo della lingua senza indizio di loro ufficio, e non dando più alcuna ragione della differente lor desinenza; sino a tanto che poi, risalendo per entro la formazione dei linguaggi neolatini, non si fossero con pazienti ricerche trovate quelle filiazioni, a cui dirittamente ed istoricamente s’attengono le varie e distinte forme esteriori delle parole<ref>Ed a questo tratto è luogo di dire come in lingua d’oil, ''poòte'', non ''poote'', era contrazione di ''poosteiz''; per cui ''hons de poote'' si chiamavano gli uomini liberi, ''sui juris'', cioè che avevano podestà di sé medesimi. Ecco pertanto come la voce ''Potta'', pel Magistrato che era detto ''Potestas'', non era poi così singolare a noi modenesi quanto taluni han voluto far credere, ed ecco ancora come essa sarà stata contrazione, non di podestà ma di podésta. Per accertarsi poi come anche sotto i Cesari i Magistrati delle minori Città si dicessero ''Podestà'', si vedano {{AutoreCitato|Decimo Giunio Giovenale|Giovenale}} al v. 100 della Satira X, {{AutoreCitato|Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio}} in Claudio al cap. 23 e {{AutoreCitato|Plinio il Vecchio|Plinio}} al cap. S del lib. IX. </ref>.</div>
''poosteis'' e ''majesteis''. All’incontro dagli obliqui materni ''potestatem'', ''majestatem'' prendevano corso nel primo romanzo, spentasi la ''m'', ''potestate'', o ''podestade'', e ''maestate'' o ''maestade'', e, per iscorcio compensato dall’accento, ''podestà'' e ''maestà''; e nel secondo romanzo uscivano prima ''poosteitz'' e ''majesteitz'', e poi ''pooisté'' e ''majesté''. Finalmente, riducendosi onninamente agli articoli, per distinzione di tutti i casi, tutte le lingue neolatine, e per ciò le forme contratte dei nominativi, che prima valevano a scompagnarli, divenendo un inutile ingombro, cominciarono esse ad essere abbandonate o si trovarono invece accomunate e confuse nel gran corpo della lingua senza indizio di loro ufficio, e non dando più alcuna ragione della differente lor desinenza; sino a tanto che poi, risalendo per entro la formazione dei linguaggi neolatini, non si fossero con pazienti ricerche trovate quelle filiazioni, a cui dirittamente ed istoricamente s’attengono le varie e distinte forme esteriori delle parole<ref>Ed a questo tratto è luogo di dire come in lingua d’oil, ''poòte'', non ''poote'', era contrazione di ''poosteiz''; per cui ''hons de poote'' si chiamavano gli uomini liberi, ''sui juris'', cioè che avevano podestà di sé medesimi. Ecco pertanto come la voce ''Potta'', pel Magistrato che era detto ''Potestas'', non era poi così singolare a noi modenesi quanto taluni han voluto far credere, ed ecco ancora come essa sarà stata contrazione, non di podestà ma di podésta. Per accertarsi poi come anche sotto i Cesari i Magistrati delle minori Città si dicessero ''Podestà'', si vedano {{AutoreCitato|Decimo Giunio Giovenale|Giovenale}} al v. 100 della Satira X, {{AutoreCitato|Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio}} in Claudio al cap. 23 e {{AutoreCitato|Gaio Plinio Secondo|Plinio}} al cap. S del lib. IX. </ref>.</div>


La voce latina ''dominus'' era dalla lingua d’oil variamente mutata in ''damres'' o ''dambres'' o ''dams'', ed in ''doms''. Da quest’ultimo correttamente {{Pt|pronun-|}}
La voce latina ''dominus'' era dalla lingua d’oil variamente mutata in ''damres'' o ''dambres'' o ''dams'', ed in ''doms''. Da quest’ultimo correttamente {{Pt|pronun-|}}