Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/232: differenze tra le versioni
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di dentro, e sulla soglia Tonio, Gervaso, Renzo, Lucia, che, trovata la scala, n’erano venuti giù saltelloni, e sentendo poi quel terribile martellamento correvano in furia a mettersi in salvo. |
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quel terribile martellamento correvano in furia a mettersi in salvo. |
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“Che |
“Che c’è, che c’è?” domandò Perpetua ansante ai fratelli, che le risposero con un urtone e scantonarono. “E voi! Come! che fate qui voi?” domandò poscia all’altra coppia, quando l’ebbe raffigurata. Ma quelli pure uscirono senza rispondere. Perpetua per accorrere dov’era maggior bisogno, non chiese altro, si gettò a furia nell’andito, e galoppò a tentone verso la scala. |
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I due sposi rimasti promessi si trovarono in faccia Agnese, che arrivava trambasciata e affannosa. “Ah siete qui! |
I due sposi rimasti promessi si trovarono in faccia Agnese, che arrivava trambasciata e affannosa. “Ah siete qui!” diss’ella traendo la parola a stento.” Come è andata? che cos’è la campana? Mi par d’aver inteso....” |
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“A casa, a casa, |
“A casa, a casa,” diceva Renzo, “prima che venga la gente.” E s’avviavano; ma arriva Menico a tutta corsa, li riconosce, si pone dinanzi a loro, e ancor tutto tremante, colla voce mezzo spenta, dice: “dove andate? indietro, indietro! per di qua al convento.” |
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“Sei tu che |
“Sei tu che.....?” cominciava Agnese. |
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