Pagina:La guerra del vespro siciliano.djvu/33: differenze tra le versioni
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le genti sue stesse il costrinsero a tornarsi a Messina; |
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e trovò a Messina una congiura, per disperder la quale invano affrettossi a entrare in città, invano fe’ sostenere in palagio Leonardo Aldighieri<ref>Questo è il medesimo cognome di {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, che si scrivea ''Aldigherius'' nel secolo XIV, come veggiamo nel comento di Benvenuto da Imola. Ma non v’ha alcuna memoria del comun lignaggio tra Leonardo Aldighieri e ’l {{AutoreCitato|Dante Alighieri|poeta fiorentino}}.</ref> e parecchi altri cittadini de’ quali più temea. Infellonisce il popolo; ridomanda gl’imprigionati; e ottenutili non s’acqueta, ma reca Leonardo in trionfo; capitan del popolo il grida; |
e trovò a Messina una congiura, per disperder la quale invano affrettossi a entrare in città, invano fe’ sostenere in palagio Leonardo Aldighieri<ref>Questo è il medesimo cognome di {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}}, che si scrivea ''Aldigherius'' nel secolo XIV, come veggiamo nel comento di {{AutoreCitato|Benvenuto da Imola|Benvenuto da Imola}}. Ma non v’ha alcuna memoria del comun lignaggio tra Leonardo Aldighieri e ’l {{AutoreCitato|Dante Alighieri|poeta fiorentino}}.</ref> e parecchi altri cittadini de’ quali più temea. Infellonisce il popolo; ridomanda gl’imprigionati; e ottenutili non s’acqueta, ma reca Leonardo in trionfo; capitan del popolo il grida; |
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«Viva il comune, fuori il vicerè!» con lui fermansi i patti, che dia alcune castella in sicurtà, e libero sen vada con l’avere e la famiglia. Così fu scacciata l’ultim’ombra della regia autorità. Partitosi il conte, il popolo saccheggiò le sue case; ed ei, non osservati gli accordi, attese in Calabria ad affortificarsi. Ma quivi lo inseguiano le armi di Messina; imbatteasi ancora in quelle di {{ |
«Viva il comune, fuori il vicerè!» con lui fermansi i patti, che dia alcune castella in sicurtà, e libero sen vada con l’avere e la famiglia. Così fu scacciata l’ultim’ombra della regia autorità. Partitosi il conte, il popolo saccheggiò le sue case; ed ei, non osservati gli accordi, attese in Calabria ad affortificarsi. Ma quivi lo inseguiano le armi di Messina; imbatteasi ancora in quelle di {{Wl|Q164889|Manfredi}}: e, com’e’ meritava, cacciato dalle une e dalle altre, vagando senza aiuto nè consiglio, rifuggiasi in fine vergognosamente alla corte del papa. |
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La Sicilia intanto senz’altri ostacoli alla bramata condizione si condusse. Messina affratellata nel comun brio, diessi tutta, come città rigogliosa, alle virtù e ai vizi delle italiane repubbliche. Volle un podestà straniero; al quale uficio primo chiamò Iacopo de Ponte, romano. Presa poi dalla sete delle conquiste, assalse e spianò Taormina, ricusante d’ubbidirle; in Calabria occupò molti luoghi, e tenne vivo il suo nome. E Palermo sospinta dagli stessi umori, occupava il castel di Cefalù, e certo anco alcun’altra terra di mezzo. Ma, quel che più rileva, intesa all’universale ordinamento, avea già mandato oratore al papa a Napoli un Iacopo Salla, ad annunziare il reggimento a comune sotto la protezion della Chiesa, assentito dall’isola |
La Sicilia intanto senz’altri ostacoli alla bramata condizione si condusse. Messina affratellata nel comun brio, diessi tutta, come città rigogliosa, alle virtù e ai vizi delle italiane repubbliche. Volle un podestà straniero; al quale uficio primo chiamò Iacopo de Ponte, romano. Presa poi dalla sete delle conquiste, assalse e spianò Taormina, ricusante d’ubbidirle; in Calabria occupò molti luoghi, e tenne vivo il suo nome. E Palermo sospinta dagli stessi umori, occupava il castel di Cefalù, e certo anco alcun’altra terra di mezzo. Ma, quel che più rileva, intesa all’universale ordinamento, avea già mandato oratore al papa a Napoli un Iacopo Salla, ad annunziare il reggimento a comune sotto la protezion della Chiesa, assentito dall’isola |
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