Pagina:La lanterna di Diogene.djvu/279: differenze tra le versioni

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uno per volta vi troverete tutti in questa mia privilegiata condizione.
uno per volta vi troverete tutti in questa mia privilegiata condizione.


Ma quello che più di tutto mortifica la mia delicatezza e che dalla mia (oh, guardate che cosa è mai l’abitudine! volevo dire abitazione) Galla mia ex-abitazione al Cimitero Monumentale (sapeste come è pesante questa parola) sono circa tre chilometri: a cui aggiungiamo altri tre pel ritorno vostro, non mio, ed è una bella passeggiata. E nevica ancora! Lo so; è un giorno di vacanza oggi; ma con questa neve (guardate, arriva sino alle sale del carro!) io credo che anche gli scolari avrebbero preferito di scaldare i banchi della scuola. Io — ripeto — ne sono mortificato, ma credetemi, non l’ho fatto apposta! Cari scolaretti tutti in fila, ecco, voi mi levate il cappello con riverenza, ecco la vostra bella bandiera, ecco l’onesto bidello che vi sorveglia e ripete con la sua voce dialettalmente chioccia: «In ordine!» e la neve gli imbianca i barbigi. «Non mi fareto arrabbiare più, è vero, cari piccini?» «No, signor Professore!» Oh, questa volta vi credo sulla parola. Ma guardate! Sinchè le corone voi mi recate e col prezzo dei fiori freschi a questi giorni, ciò è molto commovente! E non potervi dire: «grazie!»
Ma quello che più di tutto mortifica la mia delicatezza è che dalla mia (oh, guardate che cosa è mai l’abitudine! volevo dire {{Spaziato|abitazione}}) dalla mia ex-abitazione al Cimitero Monumentale (sapeste come è pesante questa parola) sono circa tre chilometri: a cui aggiungiamo altri tre pel ritorno vostro, non mio, ed è una bella passeggiata. E nevica ancora! Lo so; è un giorno di vacanza oggi; ma con questa neve (guardate, arriva sino alle sale del carro!) io credo che anche gli scolari avrebbero preferito di scaldare i banchi della scuola. Io — ripeto — ne sono mortificato, ma credetemi, non l’ho fatto apposta! Cari scolaretti tutti in fila, ecco, voi mi levate il cappello con riverenza, ecco la vostra bella bandiera, ecco l’onesto bidello che vi sorveglia e ripete con la sua voce dialettalmente chioccia: «In ordine!» e la neve gli imbianca i barbigi. «Non mi farete arrabbiare più, è vero, cari piccini?» «No, signor Professore!» Oh, questa volta vi credo sulla parola. Ma guardate! Anche le corone voi mi recate e col prezzo dei fiori freschi a questi giorni, ciò è molto commovente! E non potervi dire: «grazie!»


Sì, io sono mortificato. Ma ecco tutti i miei buoni colleghi che sbucano da varie strade.
Sì, io sono mortificato. Ma ecco tutti i miei buoni colleghi che sbucano da varie strade.
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