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di molto solitariamente per mancanza di parenti, di cui non gliene rimane più alcuno vivo, e per mancanza d’amici, di cui ebbe sempre scarsezza grande, come è il caso di tutti gli uomini onesti. La sua giornaliera compagnia e divertimento sono alcuni cani d’Irlanda e del Canadá, alcuni gatti d’Angola e del Malabar, e alcuni uccelli e scimmiotti di varie parti d’America, tutti nati da altri cani, gatti, uccelli e {{Ec|scimmotti|scimmiotti}} recati con sé quando tornò da quelle regioni. Di libri, come vi potete immaginare, Aristarco ne ha una quantitá esorbitante, sì degli stampati che de’ manoscritti, sì degli europei che degli asiatici, e specialmente degli arabici, degli etiopici e de’ cinesi, che dopo la sua morte, se il suo giá fatto testamento avrá il debito effetto, non saranno una spregevole aggiunta ad una delle nostre più celebrate pubbliche biblioteche. Il suo principal passatempo è la lettura di que’ suoi libri, la coltura di un suo orticello botanico, e il perpetuare, come s’è detto, le razze de’ sopraddetti cani, gatti, uccelli e scimmiotti. Que’ cani, que’ gatti e quegli uccelli si multiplicano con qualche difficoltá, ma que’ scimmiotti non si può dire quanto sieno fecondi e prolifici nel nostro clima, grazie alle sue stufe di cui avrá forse un giorno occasione di parlare. Uno solo ne genererebbe cento in pochissimo tempo, se Aristarco lasciasse fare; ma egli ne annega alcuni de’ piccini di tanto in tanto, ed a que’ che sono di razza grande fa fare uno scherzo dal norcino; e così intende di continuar quindinnanzi finché avrá fiato e vita. A ognuno di quei scimmiotti che Aristarco lascia vivi, egli ha capricciosamente posto un nome di poeta o di prosatore moderno, secondo il carattere ch’egli crede scorgere in questo o in quell altro scimmiotto, come anderete da esso intendendo a misura che egli anderá tirando innanzi con questi suoi fogli intitolati ''La Frusta Letteraria''. Siccome e’ se ne sta quasi sempre in quel suo soggiorno campestre, e si lascia veder di rado nella vicina metropoli, continua vestirsi alla persiana per una spezie di grata commemorazione della buona memoria del primo visirre Sul Im Addin, che gli fu tanto amico ''in diebus illis''; onde, sia per cagione di quell abito esotico, sia perché {{Pt|settantacin-|}}
INTRODUZIONE
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di molto solitariamente per mancanza di parenti, di cui non
gliene rimane più alcuno vivo, e per mancanza d’amici, di
cui ebbe sempre scarsezza grande, come è il caso di tutti gii
uomini onesti. La sua giornaliera compagnia e divertimento
sono alcuni cani d’ Irlanda e del Canadà, alcuni gatti d’Angola
e del Malabar, e alcuni uccelli e scimmiotti di varie parti
d’America, tutti nati da altri cani, gatti, uccelli e scimmotti
recati con sé quando tornò da quelle regioni. Di libri, come
vi potete immaginare. Aristarco ne ha una quantità esorbitante,
si degli stampati che de’ manoscritti, si degli europei che degli
asiatici, e specialmente degli arabici, degli etiopici e de’ cinesi,
che dopo la sua morte, se il suo già fatto testamento avrà il
debito effetto, non saranno una spregevole aggiunta ad una
delle nostre più celebrate pubbliche biblioteche. Il suo principal
passatempo è la lettura di que’ suoi libri, la coltura di un suo
orticello botanico, e il perpetuare, come s’è detto, le razze
de’ sopraddetti cani, gatti, uccelli e scimmiotti. Que’ cani, que’
gatti e quegli uccelli si multiplicano con qualche difficoltà,
ma que’ scimmiotti non si può dire quanto sieno fecondi e
prolifici nel nostro clima, grazie alle sue stufe di cui avrà
forse un giorno occasione di parlare. Uno solo ne genererebbe
cento in pochissimo tempo, se Aristarco lasciasse fare; ma egli
ne annega alcuni de’ piccini di tanto in tanto, ed a que’ che
sono di razza grande fa fare uno scherzo dal norcino; e cosi
intende di continuar quindinnanzi finché avrà fiato e vita.
A ognuno di quei scimmiotti che Aristarco lascia vivi, egli ha
capricciosamente posto un nome di poeta o di prosatore mo-
derno, secondo il carattere ch’egli crede scorgere in questo o
in quell altro scimmiotto, come anderete da esso intendendo
a misura eh egli anderà tirando innanzi con questi suoi fogli
intitolati L,a Frusta Letteraria. Siccome e’ se ne sta quasi sempre
in quel suo soggiorno campestre, e si lascia veder di rado nella
vicina metropoli, continua vestirsi alla persiana per una spezie
di grata commemorazione della tjuona memoria del primo vi-
sirre Sul Im Addin, che gli fu tanto amico in diebus illis onde,
sia per cagione di quell abito esotico, sia perché settantacin-