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indirizzo è non v’è ragione perchè questo viaggio finisca in tutta l'eternità, avendo quest’amabile principessa molto sventata, come lo vuol l’età sua, ben pensato a dirmi in qual modo il suo calesse si metteva in cammino, ma non ciò che bisogna fare per fermarlo.
og racconti fantastici

indirizzo 8 non v’è ragione perchè questo viaggio fini¬
Di fatto Tesoro delle Fave si era servito senza risultato di tutte le più sgarbate interiezioni da lui potute raccogliere, salvo la modestia, dalla bocca blasfematoria dei vetturini e de’ mulattieri, gente di povera educazione e di brutto linguaggio. Il maledetto oalesse correva sempre, correva come una saetta, e mentre egli cercava nella memoria tanto per variare, le apostrofi più eufoniche, quali non potrebbe insegnarne di migliori la retorica, il signor calesse tagliava le latitudini a gran corsa e passava sul ventre di dieci reami in un amen.
sca in tutta l'eternità, avendo quest’amahile principessa

molto sventata, come lo vuol l’età sua, ben pensato a dirmi
— il diavolo ti porti, cane d’un calesse! gridava Tesoro delle Fave, e il diavolo docilissimo non mancava di trasportare il veicolo dai tropici ai poli e dai poli ai tropici e di condurlo torno torno alla sfera senza riguardo al cambiamento insalubre delle temperature. Vi era di che arrostire o di gelare in un attimo; se Tesoro delle Fave non fosse stato dotato, come abbiamo più volte ripetuto d’un’ammirabile intelligenza.
in qual modo il suo calesse si metteva in cammino, ma

non ciè che bisogna fare per fermarlo.
— Vediamo, disse fra sè; poichè Fior de’ Piselli l’ha lanciato attraverso il mondo dicendo: Partite, cece!... lo si arresterà forse, dicendo il contrario. Quello era estremamente logico.
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tato <b tutte le più sgarbate interiezioni da lui potute rac¬
— Fermate, cece! gridò Tesoro delle Fave, facendo schioccare il pollice della mano dritta contro il medio, come aveva visto fare da Fior de’ Piselli.
cogliere, salvo la modestia, dalla bocca blasfemato ria dei

vetturini e de' mulattieri, gente di povera educazione e
Badate se un’accademia tutt'intera avrebbe cosi ben trovato! Il cece si fermò cosi prontamente che non l’avreste fermato meglio, ficcandolo contro terra con un chiodo. Tesoro delle Fave discese dal suo equipaggio, lo raccolse accuratamente e, dopo di averne tolta la valigia lo fe’ scivolare in una borsa di cuojo ch’egli aveva nella sua cintura per chiudervi i campioni delle fave.
di brutto linguaggio. 11 maledetto oalesse correva sem¬

pre, correva come una saetta, e mentre egli cercava nella
Il posto in cui il calesse ai Tesoro delle Fave si era fermato per comando di lui non è descritto dai viaggiatori. Bruce lo pose alle sorgenti del Nilo, Douvelle al Congo e Caillé a Tomboctù. Era una pianura sconfinata secca, sassosa e selvaggia così che non vi si trovava un boschetto in cui ricoverarsi, nè un musco del deserto per posar la testa addormentata, nè una foglia nutriente e refrigerante per acquietare la fame e la sete. Tesoro delle Fave non se ne inquietò punto. Coll’unghia fendette acconciamente la valigia, ne staccò uno degli scrignetti di cui Fior de’ Piselli gli aveva fatta la descrizione.
memoria tanto per variare, le apostrofi più eufoniche,
quali aon potrebbe insegnarne di migliori la retorica, il
signor calesse tagliava le latitudini a gran corsa e pas¬
sava sul ventre di dieci reami in un amen.
— il diavolo ti porti, cane d’un calesse! gridava Te¬
soro delle Fave, e il diavolo docilissimo non mancava di
trasportare il veicolo dai tropici ai poli e dai poli ai tro¬
pici e di condurlo torno torno alla sfera senza riguardo
al cambiamento insalubre delle temperature. Vi era di
che arrostire o di gelare in un attimo; se Tesoro delle
Fave non fosse stato dotato, come abbiamo più volte ri¬
petuto d’un’ammirabile intelligenza.
— Vediamo, disse fra sè; poiché Fior de’ Piselli l’ha
lanciato attraverso il mondo dicendo: Partite, ceco!... lo
si arresterà forse, dicendo il contrario. Quello era estre¬
mamente logico.
— Fermate, cece! gridò Tesoro delle Fave, facendo
schioccare il pollice della mano dritta contro il medio,
come aveva visto fare da Fior de’ Piselli.
liadate se un’accademia tutt'intera avrebbe cosi ben
trovato! 11 cece si fermò cosi prontamente che non l’a¬
vreste fermato meglio, ficcandolo contro terra con un
chiodo. Tesoro delle Fave discese dal suo equipaggio, lo
raccolse accuratamente e, dopo di averne tolta la valigia
lo fe’ scivolare in una borsa di cuojo ch’egli aveva nella sua
cintura per chiudervi i campioni delle fave.
Il posto in cui il calesse ai Tesoro delle Fave si era
fermato per comando di lui non è descritto dai viaggia¬
tori. llruce lo pose alle sorgenti del Nilo, Douvelle al
Congo e Caillé a Tomboctù. Era una pianura sconfinata
secca, sassosa e selvaggia cosi che non vi si trovava un
boschetto in cui ricoverarsi, nè un musco del deserto
per posar la testa addormentata, nè una foglia nu¬
triente e refrigerante per acquietare la fame e la sete.
Tesoro delle Fave non se ne inquietò (muto. Coll'unghia
fendette acconciamente la valigia, ne staccò uno degli
scrignetti di cui Fior de’ Piselli gli aveva fatta la descri¬
zione.