La fame del Globo/Cap. 9: differenze tra le versioni
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Nella denuncia che ha accomunato tv spazzatura e gazzette delle capitali del salame e del buon vino gli esperti interpellati non hanno esitato a identificare la causa dei rincari in un crimine orrendo: la speculazione. Singolarmente, chi denuncia la speculazione sul quotidiano che si stampa in via Solferino leva lo stesso grido che, a distanza di due isolati, levava, l’anno di grazia 1628, il giorno di San Martino, la folla che assaliva i forni di piazza Cordusio: morte agli incettatori!
Se ne è accorta la tv spazzatura, se ne sono accorti i settimanali sfoglia e getta: il prezzo del cibo cresce. Ha iniziato a crescere quello dei cereali, li ha seguiti il latte, li seguirà, inevitabilmente, la carne, che dei cereali non è che un derivato. Rialzi modesti. Un chilo di pane costava, nel 1960, come un chilo di frumento: 60 lire. Il guadagno del mugnaio corrispondeva al valore della crusca, quello del fornaio a quello dell’acqua. Oggi (ieri) per acquistare un chilo di pane occorre (occorreva) il ricavato di venti chili di frumento: i panettieri hanno potuto rispondere al primo aumento della farina senza ritoccare il prezzo del pane.
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