Pagina:Salgari - La stella dell'Araucania.djvu/189: differenze tra le versioni

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Si direbbe che quei tristi paraggi non siano affatto amati dall’astro diurno o che le nebbie, gelose, non gli permettano di spingere la sua luce dorata fino su quelle spiaggie maledette, condannate a non ricevere che colpi di vento, rovesci d’acqua e nevicate abbondantissime per sette mesi dell’anno.
Si direbbe che quei tristi paraggi non siano affatto amati dall’astro diurno o che le nebbie, gelose, non gli permettano di spingere la sua luce dorata fino su quelle spiaggie maledette, condannate a non ricevere che colpi di vento, rovesci d’acqua e nevicate abbondantissime per sette mesi dell’anno.


La costa si era mostrata sempre deserta ed aspra. Sempre rupi immense che cadevano a picco sul mare, rendendo impossibile l’approdo; più oltre, verso l’interno, montagne e montagne, coperte di vapori. Di rado qualche fiume, il quale però sboccava nell’oceano con tanta furia non acconsentire alle scialuppe di rimontarlo e la cui corrente formava presso le spiaggie dei gorghi pericolosissimi, battagliando aspramente colle acque del mare.
La costa si era mostrata sempre deserta ed aspra. Sempre rupi immense che cadevano a picco sul mare, rendendo impossibile l’approdo; più oltre, verso l’interno, montagne e montagne, coperte di vapori. Di rado qualche fiume, il quale però sboccava nell’oceano con tanta furia da non acconsentire alle scialuppe di rimontarlo e la cui corrente formava presso le spiaggie dei gorghi pericolosissimi, battagliando aspramente colle acque del mare.
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