La fame del Globo/Cap. 4: differenze tra le versioni

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'''Produrre una tonnellata di cereale richiede 1.000 tonnellate d’acqua. Se l’umanità dovrà raggiungere la produzione di 4 miliardi di tonnellate di cereali il suo fabbisogno idrico sarà imponente. Ma nuovi invasi sono di realizzazione sempre più ardua, industria e usi civili sottraggono all’agricoltura quantità d’acqua crescenti
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Nella prefazione ad un volume di studi sull’irrigazione nel 1967 Giuseppe Medici annotava che la sete dell’umanità era soddisfatta, allora, dall’impiego di 210.000 metri cubi d’acqua al secondo, l’80 per cento destinato all’agricoltura, e si chiedeva quali problemi sarebbero insorti oltre la soglia, allora remota, del Duemila, quando, prevedeva, la popolazione mondiale si sarebbe avvicinata ai sette miliardi, e l’industria avrebbe conteso all’agricoltura quantità d’acqua imponenti. L’industria americana consumava allora, 700 milioni di metri cubi al giorno, metà del consumo americano totale: se sul planisfero l’industrializzazione avesse portato a consumi comparabili tutti gli equilibri che assicuravano il soddisfacimento dei bisogni agricoli sarebbero stati alterati.
 
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Si può misurare la quantità d’acqua necessaria all’agricoltura ricordando che sono necessari 500 litri per il compimento dei processi biologici necessari alla produzione di un chilogrammo di sostanza secca degli organi epigei di una coltura di frumento, 250 per una coltura di mais, 700 per una coltura di medica. La produzione di 8 tonnellate di frumento, corrispondente alla metà della materia secca prodotta dalla coltura al di sopra del suolo, richiede, quindi, 8.000 metri cubi d’acqua, altrettanto una produzione di 16 tonnellate di mais, la cui granella costituirà, anch’essa, la metà della sostanza secca epigea, 7.000 metri cubi richiederà la produzione di 10 tonnellate di fieno di medica, costituenti l’intera quantità della sostanza secca prodotta.