Pagina:Angeli - Roma, parte I - Serie Italia Artistica, Bergamo, 1908.djvu/137: differenze tra le versioni

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dissepolta di quelle vestali. Le immagini delle loro sacerdotesse maggiori stanno ancora nell’attitudine convenzionale intorno ai pilastri del peristilio. Gli artisti che scolpirono quelle statue trovarono un mezzo ingenuamente puerile por indicarci la verginità di quelle ''vestales maximae'' già anziane e ci dottoro un corpo giovanile e delizioso nella linea eretta del seno e ferma delle anche, su cui il volto già sfiorito e rugoso acquistava un’austera serenità. {{FI
dissepolta di quelle vestali. Le immagini delle loro sacerdotesse maggiori stanno ancora nell’attitudine convenzionale intorno ai pilastri del peristilio. Gli artisti che scolpirono quelle statue trovarono un mezzo ingenuamente puerile por indicarci la verginità di quelle ''vestales maximae'' già anziane e ci dottoro un corpo giovanile e delizioso nella linea eretta del seno e ferma delle anche, su cui il volto già sfiorito e rugoso acquistava un’austera serenità. {{FI
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Le rose crescono intorno al piedistallo muto, e un eguale oblio avvolge il suo nome e i luoghi che seppero il suo dolore.
Le rose crescono intorno al piedistallo muto, e un eguale oblio avvolge il suo nome e i luoghi che seppero il suo dolore.


Ma quello era veramente l’ultimo crepuscolo e l’oscuro fato di Costantino già minacciava l’integrità dell’impero: il giorno in cui le milizie dell’imperatore battevano quelle del suo rivale Massenzio nella vallata tiberina di Ponte Milvio, una nuova Era stava per cominciare al mondo. E quando in riconoscenza di quella vittoria fu riconosciuto il cristianesimo religione dello stato, era tutta l’antica società che crollava, e con essa tutta un’arte, tutta una letteratura, tutta una scienza. Monumento di questo fatto è l’arco che il Senato e il popolo romano eressero di contro alla Meta Sudante in onore dell* imperatore vittorioso. Ma l’edificio è anche il supremo anelito dell’arte romana, lo sforzo ultimo che ella fa per l’orgoglio di morire in piedi. E in fatti l’arco è grosso senza riuscire ad esser grande; le sue maggiori sculture sono tolte da un consimile edificio eretto in onore di Traiano, completate qua e là da rozzi bassorilievi che a pena sembrano appartenere ad un popolo civile. La scultura oramai ha perduto ogni forma. I busti
Ma quello era veramente l’ultimo crepuscolo e l’oscuro fato di Costantino già minacciava l’integrità dell’impero: il giorno in cui le milizie dell’imperatore battevano quelle del suo rivale Massenzio nella vallata tiberina di Ponte Milvio, una nuova Era stava per cominciare al mondo. E quando in riconoscenza di quella vittoria fu riconosciuto il cristianesimo religione dello stato, era tutta l’antica società che crollava, e con essa tutta un’arte, tutta una letteratura, tutta una scienza. Monumento di questo fatto è l’arco che il Senato e il popolo romano eressero di contro alla Meta Sudante in onore dell’imperatore vittorioso. Ma l’edificio è anche il supremo anelito dell’arte romana, lo sforzo ultimo che ella fa per l’orgoglio di morire in piedi. E in fatti l’arco è grosso senza riuscire ad esser grande; le sue maggiori sculture sono tolte da un consimile edificio eretto in onore di Traiano, completate qua e là da rozzi bassorilievi che a pena sembrano appartenere ad un popolo civile. La scultura oramai ha perduto ogni forma. I busti