Pagina:Neera - Un nido, Milano, Galli, 1889.djvu/145: differenze tra le versioni
Divudi85: split |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione||''Amore.''|137|riga=si}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{nop}} |
|||
<nowiki /> |
|||
Ella sedeva per l’ultima volta sulla soglia prediletta, guardando minutamente tutti gli oggetti; li salutava ad uno ad uno come persone che non doveva rivedere mai più: «Tazza gentile di porcellana col filetto d’oro, tu mi eri compagna nelle lunghe notti vegliate presso l’inferma; da’ tuoi labbri splendenti bevevo la forza e l’energia. Voi tutti, umili e fidati amici delle pareti domestiche, corone della intimità di famiglia, che tanto bene parlate a chi sa intendere il linguaggio della concordia e dell’affetto, continuate a rallegrare la casa dell’uomo benefico — io ritorno dove non c’è amore, dove non c’è pace, dove ogni cosa è buia, tetra e meschina. Addio, mosche vivaci, brillanti farfalle, ah! voi non mi seguirete — e tu neppure, piccolo grillo, amico dei lieti focolari e della fiamma. gioconda. Vuoi venire con me, bel garofano dalle lunghe foglie, dai fiori di porpora? — ma avvizziresti, è vero, laggiù... perchè non c’è aria, nè luce. Addio, dunque! Addio, miei giovani amici... io partirò sola». |
Ella sedeva per l’ultima volta sulla soglia prediletta, guardando minutamente tutti gli oggetti; li salutava ad uno ad uno come persone che non doveva rivedere mai più: «Tazza gentile di porcellana col filetto d’oro, tu mi eri compagna nelle lunghe notti vegliate presso l’inferma; da’ tuoi labbri splendenti bevevo la forza e l’energia. Voi tutti, umili e fidati amici delle pareti domestiche, corone della intimità di famiglia, che tanto bene parlate a chi sa intendere il linguaggio della concordia e dell’affetto, continuate a rallegrare la casa dell’uomo benefico — io ritorno dove non c’è amore, dove non c’è pace, dove ogni cosa è buia, tetra e meschina. Addio, mosche vivaci, brillanti farfalle, ah! voi non mi seguirete — e tu neppure, piccolo grillo, amico dei lieti focolari e della fiamma. gioconda. Vuoi venire con me, bel garofano dalle lunghe foglie, dai fiori di porpora? — ma avvizziresti, è vero, laggiù... perchè non c’è aria, nè luce. Addio, dunque! Addio, miei giovani amici... io partirò sola». |
||
Piè di pagina (non incluso) | Piè di pagina (non incluso) | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
</div> |
|||
<references/></div> |