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Il pronome e nome di questi consoli son tuttavia incerti. Ha creduto il Panvinio<ref>{{AutoreCitato|Panvinius, in Fatis Consul.}}</ref>, che il secondo si chiamasse ''Cajo Antistio Vetere'', perchè si trova sotto Domiziano un personaggio di tal nome. La conghiettura è assai debole. Meno si può accordare al Tillemont<ref>{{AutoreCitato|Tillemont, Mémoires des Empercurs |
Il pronome e nome di questi consoli son tuttavia incerti. Ha creduto il Panvinio<ref>{{AutoreCitato|Onofrio Panvinio|Panvinius, in Fatis Consul.}}</ref>, che il secondo si chiamasse ''Cajo Antistio Vetere'', perchè si trova sotto Domiziano un personaggio di tal nome. La conghiettura è assai debole. Meno si può accordare al Tillemont<ref>{{AutoreCitato|Louis-Sébastien Le Nain de Tillemont|Tillemont}}, Mémoires des Empercurs</ref>, il chiamare il primo di questi consoli ''Glabrione Gallicans'', e al Bianchini<ref>{{AutoreIgnoto|Blanc.}}, ad Anastas. Bibliotechar</ref> l’appellarlo ''Quinto Romulo Gallicano'', senza che essi ne adducano pruove sufficienti. Nell’anno presente, secondo i conti del medesimo Bianchini, passò a miglior vita ''s. Pio'' pontefice romano, coronato col martirio, e sulla cattedra di san Pietro fu posto ''Aniceto''. Truovansi medaglie battute in quest’anno dal senato e popolo romano<ref>{{AutoreCitato|Francesco Mezzabarba Birago|Mediobarbus}}, in Numism. Imperator.</ref>, in cui vien dato ad Antonino Pio il titolo di ''Ottimo Principe''; e si dice che egli ha accresciuto il numero de’ cittadini. Ben giustamente si meritò questo imperadore un sì glorioso titolo, perchè egli spendeva tutti i suoi pensieri e le sue applicazioni per procurare il pubblico bene, tanto di Roma, quanto di tutte le provincie dell’imperio romano<ref>{{AutoreCitato|Giulio Capitolino|Capitolinus}}, in Antonio Pio.</ref>. Sapeva egli esattamente lo stato d’esse provincie, e quanto se ne ricavava. Raccomandava agli esattori de’ tributi di procedere senza rigore, molto più senza avanie nel loro uffizio; e qualora mancavano<section end="s2" /> |