Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/461: differenze tra le versioni

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Eravamo infatti quasi sui confini politici dell’Europa.
Eravamo infatti quasi sui confini politici dell’Europa.




Ripartimmo alle quattro del mattino del 19 luglio, diretti a Jekaterinburg, lontana 328 chilometri.
Ripartimmo alle quattro del mattino del 19 luglio, diretti a Jekaterinburg, lontana 328 chilometri.
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A Tjumen la steppa finisce. Vicino alla città essa comincia a trasformarsi, a poco a poco, insensibilmente. Vedemmo gli arbusti e i cespugli crescere, allargarsi, infoltirsi, ridivenire alberi, ed ergersi su tronchi sempre più forti, alti, direi quasi prepotenti. La foresta ritornava. Essa riprendeva lentamente possesso della terra, e vinceva la steppa.
A Tjumen la steppa finisce. Vicino alla città essa comincia a trasformarsi, a poco a poco, insensibilmente. Vedemmo gli arbusti e i cespugli crescere, allargarsi, infoltirsi, ridivenire alberi, ed ergersi su tronchi sempre più forti, alti, direi quasi prepotenti. La foresta ritornava. Essa riprendeva lentamente possesso della terra, e vinceva la steppa.


Ci trovammo, quasi senza accorgercene, all’ombra di gigantesche betulle fiancheggianti la via. Formavano da prima due immensi e superbi filari; poi si spessirono, divennero bosco, un bosco rigoglioso entro il quale la strada si bucava un passaggio. Alle belullc si frammischiarono gli abeti; sopravvenne quindi l’immensa armata dei pini, con i loro tronchi simili a snelle colonne rossicce. Le tracce del transito si cancellavano sulla via ricoperta selvaggiamente d’erbe. Avevamo l’impressione di entrare
Ci trovammo, quasi senza accorgercene, all’ombra di gigantesche betulle fiancheggianti la via. Formavano da prima due immensi e superbi filari; poi si spessirono, divennero bosco, un bosco rigoglioso entro il quale la strada si bucava un passaggio. Alle belulle si frammischiarono gli abeti; sopravvenne quindi l’immensa armata dei pini, con i loro tronchi simili a snelle colonne rossicce. Le tracce del transito si cancellavano sulla via ricoperta selvaggiamente d’erbe. Avevamo l’impressione di entrare
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