La cooperazione regionale in ambito UE: il caso della Corsica/Capitolo IV: differenze tra le versioni

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La necessità di una maggiore coesione ed integrazione fra gli stati, unita alla grande opportunità delle aree di frontiera di trasformare zone di confine in zone di cerniera, ha dato vita nel 1990 al programma d’iniziativa comunitaria Interreg<ref>In questa data sono sorti molti altri PIC; la presente trattazione intende tuttavia esaminare in particolare il programma Interreg sezione A, che riguarda la cooperazione transfrontaliera e, nello specifico, il caso Italia-Francia “isole”.</ref>. Esso si propone di promuovere la cooperazione tra le frontiere interne ed esterne del territorio comunitario e di trasformare questi elementi di separazione in fattori di aggregazione.
In uno studio effettuato dal gruppo di lavoro “cooperazione transfrontaliera” dell’Are<ref>E’ l’Assemblea delle regioni d’Europa che ha sostituito nel 1987 il Consiglio delle regioni d’Europa.</ref> sono emerse infatti diverse carenze nei rapporti transfrontalieri interregionali. Le principali sono:
 
- le reticenze dei governi e delle amministrazioni;
 
- l’assenza di una volontà politica di agire a livello transfrontaliero;
 
- l’insufficienza di risorse destinate alla cooperazione transfrontaliera;
 
- la povertà di relazioni transfrontaliere tra le amministrazioni;
 
- i problemi a livello finanziario: tassi di cambio<ref>Prima dell’entrata in vigore dell’euro era un problema molto più esteso rispetto alla situazione odierna.</ref>, assenza di budget comuni, obbligo di passare dallo Stato centrale per il trasferimento di fondi;
 
- i livelli ed i ritmi di sviluppo differenti;
 
- le barriere linguistiche ed i nazionalismi a livello culturale.
 
C’è tuttavia la volontà politica di superare questi ostacoli. E’ la nuova tendenza che si sta affermando in Europa che lo richiede: la perdita del “cordone protettivo di frontiera” da parte degli stati nazionali e l’acquisto di un ruolo di primo piano sulla scena internazionale da parte delle collettività territoriali regionali (regioni e province) e locali (città e comunità urbane).
 
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Adottato nel giugno 1990, il programma Interreg è stato il più importante tra i PIC promossi dalla Commissione europea nell’ambito dei Fondi strutturali. Il programma Interreg si propone di preparare le regioni di frontiera dell’Ue ad un’Europa integrata e senza confini interni e di promuovere la cooperazione tra le zone frontaliere esterne e gli stati confinanti. La cooperazione tra le frontiere interne prevede la collaborazione tra i centri urbani per rafforzare la complementarità reciproca e per incoraggiare lo sviluppo di misure di coordinamento di pianificazione territoriale.
Il PIC Interreg I (1990-1993) ha promosso 31 progetti, 24 dei quali coprivano le regioni di confine interne e 7 quelle esterne.
In questa fase iniziale, il programma Interreg I Italia-Francia “isole” includeva solo la Corsica e la Sardegna (nello specifico la provincia di Sassari ed in misura minima la provincia di Nuoro). Questa è stata indubbiamente un’importante occasione per rinnovare i legami plurisecolari tra le due isole e per riconoscere il crescente bisogno di cooperazione in ambito economico, culturale, linguistico ed ambientale. Questa iniziativa comunitaria ha avuto così successo che ora si è arrivati alla terza edizione.
 
 
== 2. Interreg II A: Italia-Francia “isole” ==