Pagina:Rivista italiana di numismatica 1896.djvu/494: differenze tra le versioni

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{{indentatura}}12. — ''Ducatone''.
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D. — {{Sc|iacobvs . mandellvs . com . mac . i . c . r}} . Busto a destra vestito di ricca armatura e collare a lattuca.
{{indentatura}}D. — {{Sc|iacobvs . mandellvs . com . mac . i . c . r}} . Busto a destra vestito di ricca armatura e collare a lattuca.</div>


R. — {{Sc|sacriq . romani . imp . vicar . perpe}} . Sotto corona principesca uno scudo ornato di rabeschi inquartato, nel 1 e 4 con tre leopardi, nel 2 e 3 con un’aquila semplice cui sovrasta un capo con tre bisanti, disposti 1 e 2.</div>
{{indentatura}}R. — {{Sc|sacriq . romani . imp . vicar . perpe}} . Sotto corona principesca uno scudo ornato di rabeschi inquartato, nel 1 e 4 con tre leopardi, nel 2 e 3 con un’aquila semplice cui sovrasta un capo con tre bisanti, disposti 1 e 2.</div>


In quest’arme sono veramente raffigurati i leopardi dei Mandelli che nelle altre vedemmo sostituiti da leoni. Non so spiegare la seconda inquartatura la quale entra a comporre anche l’arme più complicata della doppia. Il ch. di Koehne giudicò poter essere l’arme di Maccagno, ma forse è di parentado. I tre bisanti, o palle che siano, compariscono senza accompagnamento dell’aquila nell’arme del primo ongaro.
In quest’arme sono veramente raffigurati i leopardi dei Mandelli che nelle altre vedemmo sostituiti da leoni. Non so spiegare la seconda inquartatura la quale entra a comporre anche l’arme più complicata della doppia. Il ch. di Koehne giudicò poter essere l’arme di Maccagno, ma forse è di parentado. I tre bisanti, o palle che siano, compariscono senza accompagnamento dell’aquila nell’arme del primo ongaro.
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{{indentatura}}13. — Ducaione.
{{indentatura}}13. — ''Ducatone''. </div>


Col dritto perfettamente uguale al precedente, mostra al rovescio la stessa arme coronata entro uno scudo diversamente ornato, e la leggenda, abbreviata in questo modo: {{Sc|sacriq . rom . imp . vic . perp .}} lascia libero lo spazio dell’esergo nel quale leggesi in due righe: {{Sc|ducatone}} — 1626. (Tav. VIII, N. 5).</div>
{{indentatura}}Col dritto perfettamente uguale al precedente, mostra al rovescio la stessa arme coronata entro uno scudo diversamente ornato, e la leggenda, abbreviata in questo modo: {{Sc|sacriq . rom . imp . vic . perp .}} lascia libero lo spazio dell’esergo nel quale leggesi in due righe: {{Sc|ducatone}} — 1626. (Tav. VIII, N. 5).</div>


Come la doppia da due, questa varietà, posseduta dal conte Tazio Mandelli di Piacenza, fu descritta nei manoscritti del Viani.
Come la doppia da due, questa varietà, posseduta dal conte Tazio Mandelli di Piacenza, fu descritta nei manoscritti del Viani.