Pagina:Rivista italiana di numismatica 1896.djvu/494: differenze tra le versioni

 
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l'aquila imperiale ed i titoli dell'imperatore Ferdinando IL La
<noinclude>:</noinclude>{{Pt|l'aquila|coll'aquila}} imperiale ed i titoli dell’imperatore Ferdinando II. La croce sorgente fra le teste dell’aquila apparisce doppia e patriarcale. (Tav. VIII, N. 2).

croce sorgente fra le teste dell'aquila apparisce doppia e pa-
Già presso di me, serbasi ora nel patrio museo di Brescia, nella cospicua raccolta legatagli dall’ottimo cittadino il defunto Camillo Bruzzoni.
triarcale. (Tav. Vili, N. 2).

Già presso di me, serbasi ora nel patrio museo di
Il peso sì di questo che dello zecchino descritto sotto il n. 9 arriva ai 16 carati della marca di Venezia o di Colonia (3 grammi e 2 decigrammi); l'oro poi del quale sono formati apparisce di titolo scadente.
Brescia, nella cospicua raccolta legatagli dall'ottimo cittadino

il defunto Camillo Bruzzoni.

Il peso sì di questo che dello zecchino descritto sotto
{{indentatura}}12. — ''Ducatone''.
il n. 9 arriva ai i6 carati della marca di Venezia o di Co-

lonia (3 grammi e 2 decigrammi); Toro poi del quale sono
D. — {{Sc|iacobvs . mandellvs . com . mac . i . c . r}} . Busto a destra vestito di ricca armatura e collare a lattuca.
formati apparisce di titolo scadente.

12. — Ducaione.
R. — {{Sc|sacriq . romani . imp . vicar . perpe}} . Sotto corona principesca uno scudo ornato di rabeschi inquartato, nel 1 e 4 con tre leopardi, nel 2 e 3 con un’aquila semplice cui sovrasta un capo con tre bisanti, disposti 1 e 2.</div>
D. — lACOBVs . MANDELLvs . coM . MAC . i . c . R . Busto a dcstra

vestito di ricca armatura e collare a lattuca.
In quest’arme sono veramente raffigurati i leopardi dei Mandelli che nelle altre vedemmo sostituiti da leoni. Non so spiegare la seconda inquartatura la quale entra a comporre anche l’arme più complicata della doppia. Il ch. di Koehne giudicò poter essere l’arme di Maccagno, ma forse è di parentado. I tre bisanti, o palle che siano, compariscono senza accompagnamento dell’aquila nell’arme del primo ongaro.
R. — SACRiQ . ROMANI . IMP . viCAR . PERPE . Sotto corona princi-

pesca uno scudo ornato di rabeschi inquartato, nel i e 4 con
Questa bella moneta si conserva nel gabinetto imperiale di Vienna e vedesi effigiata in quel suo catalogo delle monete d’argento.
tre leopardi, nel 2 e 3 con un'aquila semplice cui sovrasta un

capo con tre bisanti, disposti i e 2.

In quest'arme sono veramente raffigurati i leopardi dei
{{indentatura}}13. — Ducaione.
Mandelli che nelle altre vedemmo sostituiti da leoni. Non

so spiegare la seconda inquartatura la quale entra a com-
Col dritto perfettamente uguale al precedente, mostra al rovescio la stessa arme coronata entro uno scudo diversamente ornato, e la leggenda, abbreviata in questo modo: {{Sc|sacriq . rom . imp . vic . perp .}} lascia libero lo spazio dell’esergo nel quale leggesi in due righe: {{Sc|ducatone}} — 1626. (Tav. VIII, N. 5).</div>
porre anche 1' arme più complicata della doppia. Il eh. di

Koehne giudicò poter essere l'arme di Maccagno, ma forse
Come la doppia da due, questa varietà, posseduta dal conte Tazio Mandelli di Piacenza, fu descritta nei manoscritti del Viani.
è di parentado. I tre bisanti, o palle che siano, compariscono

senza accompagnamento dell'aquila nell'arme del primo
{{nop}}
ongaro.
Questa bella moneta si conserva nel gabinetto impe-
riale di Vienna e vedesi effigiata in quel suo catalogo delle
monete d'argento.
13. — Ducaione,
Col dritto perfettamente uguale al precedente, mostra al rove-
scio la stessa arme coronata entro uno scudo diversamente
ornato, e la leggenda, abbreviata in questo modo: sacriq . rom .
IMP . vie . PERP . lascia libero Io spazio dell' esergo nel quale
leggesi in due righe: ducatone — 1626. (Tav. Vili, N. 5).
Come la doppia da due, questa varietà, posseduta dal
conte Tazio Mandelli di Piacenza, fu descritta nei manoscritti
del Viani.
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