Pagina:Alfieri - Vita, I, Londra, 1804.djvu/204: differenze tra le versioni

Sbubi (discussione | contributi)
→‎Pagine SAL 25%: Creata nuova pagina: ao4 VITA DI VITTORIO ALFIERI. 1771. onore e pudore; cosi si passarono i tre giom» dal Mercoledì a tutto il Venerdì, finché il Venerdì se...
 
MartiS1694 (discussione | contributi)
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|202|VITA DI VITTORIO ALFIERI.|}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<br>{{annotazione a lato|1771}} onore e pudore; così si passarono i tre giorni
ao4 VITA DI VITTORIO ALFIERI.
dal Mercoledì a tutto il Venerdì, finché il Venerdì sera insistendo io fortemente per estrarre dalla mia donna una qualche più luce nell’orrido enimma dei di lei discorsi, delle sue malinconie, e dilfidenze; finalmente con grave e lungo stento, previo un doloroso proemio interrotto da sospiri e singhiozzi amarissimi, ella mi veniva dicendo che sapea pur troppo non poter essere in conto nessuno ornai degna di me; e che io non la dovea né poteva né vorrei sposar mai perché già prima.... di amar me.... ella avea amato...__ E chi mai? Soggiungeva io interrompendo con impeto.— Un ''Iokei'' (cioè un Palafreniere)... che stava— in casa— di mio maritoCi stava? e quando? Oh Dio, mi sento morire! Ma perchè dirmi tal cosa? crudel donna; meglio era uccidermi. — Qui m’interrompe ancor essa; e a poco a poco alla per fine esce l’intera confessione sozzissima di quel brutto suo amore; di cui sentendo io le dolorose incredibili particolarità, gelido, immobile, insensato mi rimango qual pietra. Quel mio degnissimo rivai precursore stava tuttavia in casa del marito in quel punto in cui si parlava; egli era stato quello che avea primo spiato gli andamenti
1771. onore e pudore; cosi si passarono i tre giom»
dal Mercoledì a tutto il Venerdì, finché il Venerdì
sera insistendo io fortemente per estrarre
dalla mia donna una qualche più luce nell’orrido
enimma dei di lei discorsi, delle sue malinconie,
e dilfidenze; finalmente con grave e
lungo stento, previo un doloroso proemio interrotto
da sospiri e singhiozzi amarissimi, ella
mi veniva dicendo che sapea pur troppo non
poter essere in conto nessuno ornai degna di
me; e che io non la dovea né poteva né vorrei
sposar mai perché già prima.... di
amar me.... ella avea amato...__ E chi mai?
Soggiungeva io interrompendo con impeto.—
Un lokei (cioè un Palafreniere)... che stava—
in casa— di mio maritoCi stava? e
quando? Oh Dio, mi sento morire! Ma perchè
dirmi tal cosa? crudel donna; meglio era
uccidermi. — Qui m’interrompe ancor essa;
e a poco a poco alla per fine esce l’intera confessione
sozzissima di quel brutto suo amore;
di cui sentendo io le dolorose incredibili particolarità,
gelido, immobile, insensato mi rimango
qual pietra. Quel mio degnissimo rivai
precursore stava tuttavia in casa del marito in
quel punto in cui si parlava; egli era stato
quello che avea primo spiato gli andamenti