Gli antropofaghi del mare del Corallo: differenze tra le versioni

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— Aiuto!... Soccorso!... Capitano!...
 
Il capitano OttegoOrtega, vedendo irrompere tutta quella gente, aveva impugnate prontamente le sue pistole, risoluto a tenere in freno quegli isolani che minacciavano di ritardare l'opera di estinzione. Si avanzò verso il cassero, che era gremito di emigranti, gridando:
 
— Calma, ragazzi!... La nave non è ancora perduta, anzi spero di domare l'incendio. Chi vuole lavorare per la salvezza comune si disponga alle pompe o prenda parte alla catena dei mastelli, ma vi giuro che il primo che tocca le scialuppe o che ingombra la tolda, lo uccido come un cane. A me, marinai!... Tutti alle pompe!...
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Attraverso ai nuvoloni di fumo e di scintille si vedevano guizzare in tutte le direzioni vampe smisurate, le quali, di tratto in tratto, si slanciavano fuori dal boccaporto, illuminando sinistramente il mare.
 
Sì udivano già i puntali a cadere, le traverse a capitombolare, ed i bagli ed i corbetti scricchiolare, mentre all'esterno il catrame delle fessure bolliva e ribolliva. Il capitano e Balboa erano scesi nellanelle camerate di prora e di poppa e le avevano già trovate invase dal fumo. Senza dubbio le tramezzate cadevano a poco a poco sotto le vampe distruggitrici.
 
— La Nuova Galega ha le ore contate — disse Ortega con voce commossa. — Le nostre pompe non riusciranno a vincere le fiamme.
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— È là l'isola — disse il secondo.
 
— Sì — confermò Ortega. — Il vento è debole, ma se l'alberatura non prende fuoco, fra tre ore possiamo toccare la GuadalcanalGuadalcanar.
 
— Resisterà tanto la Galega?