Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/175: differenze tra le versioni

StefanoC (discussione | contributi)
StefanoC (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 50%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
Menrucon marauigliol'a viml, Befana, d'o i parte trauagliaà unol'inimioo,parreeolferrn, ne tagliano pezzi , parte nella fin a concule , cal eflano . S‘a giunfe anco alla compia. dilgmia, èvin pillin liee (uccelli) e nemici , che'l Fiume oppo- flo allalèhiuu , ftrin eua,& l'caceiana ì furia gli poueri Vetreria- ni, ficheimepidita'alquamo la fuga , alcuni viruperofamenre. girando l'armi, prcci irauanonceecari dalla confirfione nell'- acqua , altri mentre fermaumo alla rippa , fopraEiuhri da Trentini vi lafeiauano sforzarameme la refla , im pero: eiu lun- goranro anguflo , 6: (treno , oue non li poreua allargarel’EÎelci- to Italiano , ne la forza di quello poreuaefrerviflta, ò conofcîura, veniuano a guil'a di pecore, nel macello, tmcldad, ò pure preci- pirol'arnente fpinri ìl'chiere nel Fiume .
Mentre con maravigliosa virtù, & forza, d’ogni parte travagliavano l’inimico, parte col ferro, ne tagliano à pezzi, parte nella fuga conculcati, calpestano. S’aggiunse anco alla compita disgratia, è via più infelice successo de nemici, che ’l Fiume opposto alla schiena, stringeva, & scacciava à furia gli poveri Venetiani, si che intepidita alquanto la fuga, alcuni vituperosamente gitando l’armi, si precipitavano, accecati dalla confusione nell’acqua, altri mentre si fermavano alla rippa, sopragiunti da Trentini vi lasciavano sforzatamente la testa, imperoche in luogo tanto angusto, & stretto, ove non si poteva allargare l’Esercito Italiano, ne la forza di quello poteva esser vista, ò conosciuta, venivano à guisa di pecore, nel macello, trucidati, ò pure precipitosamente spinti à schiere nel Fiume.


{{Annotazione a lato|''Roberto Sanseverino vinto in battaglia.''}}
All‘hora Roberro Sanleuerino ( al quale roccaua il prouedcre ma". in fi vrîeme bifogno di remedin, eomequello,clreera{upremo W Genera e dell'Elèrcito, mentre s'afl'articaua in tanto difordine , e vhnie figran pericolo diriunire li foldati, ecnn eforrauoni rimettere il 7.2:” campo,riuocando dallafuga le (quadre) vrraro dallacalcade pro. prij foldad , quali non poreuano foflenere l'impero delli Alema- ni, fil [pinto col cauallo nell'acqua, le douc , fil dalla profondità del Fiume all'urto, reflandoin quella guil'a, infieme con gli lnoi foldau,miferamente un egaro . Guido Rubeo,capirano,lran endo allungo cfperime nrata la dubbiofa fòrruna della guerra , veden- do,che gli foldad emrel'armi , fingiuano,k_che perfa ogni fperanu di l'alure i chiare rrabbocauano in l’Adice, fi ririrò,nuo- randa, con parte della Cauallaria invn'lfoleua , {ma dal mede- moFiume. Màmancandogll o irone di vitruuaglia, cercor- endofi aflîediazo d'ogni pane ,îlflre gliconueniun morirfcne di me,òdarfi con infami condirioni in potere de nemici, re con qualche milirar flnrageme , 6: afluria non rouedeua alla lira fa. lnze,fubito comminciòì narrare di render , all‘aricandofiin tal Suifa di conrumaril giorno {chernendo , 8t pafcendogl‘Aleinani il'peranza. Eflenda [tato in quella maniera fono l'armi longo eem o, già fianco , Mlafl'o , circa la mezza nnre(parendogli que 'hora à propofiro per ga‘oare l‘inimico) fuperaro il Fiume”, non hnnendoloi Trentini per la data fede in lof etto , libero, fidiede llla fuga. Conta] gioueuole , 6C vtile e empio , inie- gnò Vldarieo , che con poca geme mile in fuga , G: fuperò vn poderofn Efgrcim 5 in battaglia poter più le forze dell'animo, di quelle del corpo , e: la guerra dcuerfi fare più con prudenza , a: mamro
All’hora Roberto Sanseverino (al quale toccava il provedere in si urgente bisogno di remedio, come quello, che era supremo Generale dell’Esercito, mentre s’affatticava in tanto disordine, e si gran pericolo di riunire li soldati, e con esortationi rimettere il campo, rivocando dalla fuga le squadre) urtato dalla calca de proprij soldati, quali non potevano sostenere l’impeto delli Alemani, fù spinto col cavallo nell’acqua, la dove, fù dalla profondità del Fiume assorto, restando in quella guisa, insieme con gli suoi soldati, miseramente anegato. Guido Rubeo, Capitano, havendo al lungo esperimentata la dubbiosa fortuna della guerra, vedendo, che gli soldati gettate l’armi, fugivano, & che persa ogni speraza di salute à schiere trabbocavano in l’Adice, si ritirò, nuotando, con parte della Cavallaria in un’Isoletta, fatta dal medemo Fiume. Mà mancandogli ogni sorte di vittovaglia, & scorgendosi assiediato d’ogni parte, si che gli conveniva morirsene di fame, ò darsi con infami conditioni in potere de nemici, se con qualche militar stratagema, & astutia non provedeva alla sua salute, subito comminciò à trattare di rendersi, affaticandosi in tal guisa di consumar il giorno schernendo, & pascendo gl’Alemani di speranza. Essendo stato in questa maniera sotto l’armi longo tempo, già stanco, & lasso, circa la mezza note (parendogli quell’hora à proposito per gabare l’inimico) superato il Fiume, non havendolo i Trentini per la data fede in sospetto, libero, si diede alla fuga. Con tal giovevole, & utile esempio, insegnò Uldarico, che con poca gente mise in fuga, & superò un poderoso Esercito; in battaglia poter più le forze dell’animo, di quelle del corpo, & la guerra deversi fare più con prudenza, &