Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/185: differenze tra le versioni
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{{Pt|rebbe|sarebbe}} predicata in tutta la terra, voler Iddio compiere il gran miracolo di aprire l’India da questa nuova parte<ref>Tutti questi ragionamenti accumula Colombo nella lettera, ove descrive ai re il terzo viaggio. — Plinio ha scritto che il mare e la terra costituiscono insieme una sfera, che l’oceano è la maggior massa delle acque, e che questo è voltato verso il cielo, mentre la terra gli rimane al disotto e lo sostiene, e che il cielo e mare sono mescolati fra loro, e si fanno reciprocamente sostegno, come le diverse parti di una noce per mezzo del mallo che le inviluppa. |
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«Il ''Mastro della storia scolastica'', discorrendo intorno alla Genesi, dice che le acque sono poco abbondanti; che quando furono create, coprivano tutta terra, perchè vaporose e simili a nebbie; ma che, divenute liquide e riunite, occuparono pochissimo spazio. |
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«Nicolao de Lira è dello stesso sentimento. |
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{{AutoreCitato|Aristotele|Aristotele}} dice che il nostro orbe è piccolo, ed ha poca acqua, la quale facilmente puossi tragittare dalla Spagna alle Indie. |
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«L’Avenruyz conferma questa opinione, e il cardinale Pietro di Aliaco lo cita riproducendo questa idea, che è conforme a quella di {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca il Vecchio|Seneca}}, dicendo che Aristotele venne in cognizione di molti segreti del mondo per via di Alessandro il Grande, e Seneca a causa di Cesare Nerone, e Plinio mercè dei Romani, avendo sì gli uni che gli altri occupato molto denaro, un’infinità di persone e grandi cure per discoprire gli arcani del mondo e portarli a cognizione di tutti. |
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«Il medesimo cardinale accorda a questi scrittori maggior autorità che a Tolomeo e ad altri Greci ed Arabi; e per confermare quello che dicono circa alla scarsità delle acque, e alla piccola quantità di terra da esse coperta, in opposizione a ciò che vien riferito dietro l’autorità di Tolomeo e de’ seguaci suoi, cita il profeta Esdra, dove nel III libro scrive che, di sette parti del mondo, sei sono aride, sull’altra estendonsi le onde; sentenza approvata dai santi Padri, cioè da sant’Agostino e da sant’Ambrogio nel suo ''Exameron'' i quali accreditano il III ed il IV libro d’Esdra, ove questi dice: ''Qui verrà il mio figlio Gesù, e morirà il mio Cristo''. Essi santi dicono che Esdra fu profeta, come Zaccaria padre di san Giovanni.</ref>. |
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Tali speculazioni agitavano la mente di Colombo; per chiarirsi delle quali ricorse al più valente geometra d’allora, {{AutoreCitato|Paolo dal Pozzo Toscanelli|Paolo Toscanelli}} fiorentino<ref name="p165">Paolo del Pozzo Toscanelli, celebre astronomo, nacque in Firenze il 1397. A lui è dovuto il gnomone di Santa Maria Novella in essa città. Di quel tempo i dotti scriveansi lettere sovra i punti più importanti di tutte le cognizioni umane; e le due da lui dirette il 1474 a Colombo, mostrano che meritava il titolo di dotto:</ref>; e questi gli rispose in conformità dei desiderj suoi, |
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<ref follow="p164">anni e 348 giorni avanti Cristo, secondo i calcoli esatti di re Alfonso: si aggiungano 1501 anni scorsi dopo Cristo, non ne restano più che 155. Veggasi la ''Lettera Rarissima'', da me prodotta nella Storia Universale, e poi le ''Profecias''. |
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{{AutoreCitato|Agostino Giustiniani|Agostino Giustiniani}}, che nel 1516 stampò a Genova un Salterio poliglotto, in commento a quel versetto «In omnem terram exivit unus eorum» racconta la vita di Colombo, che ninno aspetterebbe trovar colà.</ref> |