La Bohême italiana/Capitolo XIII. Partenza per la campagna: differenze tra le versioni

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— Io sì, — disse il romano. — Vedo gli orecchi dei nostri asini.
 
— Parliamo seriamente, disse Ferrol. — È necessario uscire da questo passo.
 
— Usciamo, — diss'io.
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— Concludiamo, — disse Ferrol.
 
— Sì, concludiamo, — dissero tutti.
 
E fu deciso di mangiare quattro pani che ci erano ancora avanzati e di accendere le pipe.
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Si trattava dunque di andare a cercare un ricovero per la notte. Un'idea degna del genio di Napoleone I, non vi pare?
 
Lasciammo la berlina e anche gli asini e ci mettemmo in cerca d'una cascina qualunque,. Ahimè! Non si vedeva nessun lume brillare per l'oscura campagna; in compenso cantavano i grilli e le rane.
 
Alle dieci non avevamo trovato ancora nulla. Alfonso si lamentava d'aver fame; il romano invece spergiurava di aver solamente sete. Noi invece avevamo voglia di fare una buona dormita. Le proposte intanto fioccavano. Uno aveva perfino proposto di macellare un asino e di metterlo arrosto.
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— Molto affamati anche.
 
— Non credo, disse l'artista barbuto. — Avevano già mangiato due zuppe.
 
— Allora la pagheranno anche a me, — disse il contadino.