Elogio della vecchiaia/I: differenze tra le versioni
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▲</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=12 settembre 2008|arg=letteratura}}
{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Capitolo primo: La vecchiaia nel cuore e nel pensiero dell'uomo|prec=../Prefazione|succ=../II}}
<div align="right">''D’ailleurs, il faut vieillir sous''<br/>''peine de la vie, c’est un arrêt du''<br/>''ciel, et le moindre des maux c’est''<br/>''la vieillesse, pour qui sait la porter''<br/>''avec courage et avec dignité.''<br/>C<small>HEV.</small> D<small>E</small> B<small>OUFFLERS</small><br/><br/>''Veux-tu savoir vieillir?''<br/>''Compte dans ta vieillesse,''<br/>''Non ce qu’elle te prend,''<br/>''Mais ce qu’elle te laisse.''<br/>L<small>EGOUVÉ</small><br/><br/>''Vetustas quidem nobis,''<br/>''si semper sapimus, adoranda est.''<br/>M<small>ACROBIO</small><br/><br/></div>
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Se poi il vecchio è una donna, oh allora lo schifo che ispira è ancora maggiore. Il selvaggio dimentica che quella donna lo ha partorito, lo ha allattato, lo ha amato più di se stessa. È una creatura immonda, ributtante, che nessun maschio desidera: è assai meno del cane che lo aiuta nella caccia. Tutt’al più si può farla cuocere, si può mangiarla; ma la sua carne è dura e amara.
Dovrei intinger la mia penna nel sangue per descrivervi tutti i trattamenti crudeli inflitti dall’uomo fuegino, dall’australiano all’uomo che ha il torto di aver troppo vissuto; ed io non voglio funestare il lettore (ch’io vorrei mi accompagnasse in un viaggio giocondo), rattristandolo e facendolo rabbrividire fin dalla prima pagina del mio libro. Se è un pessimista arrabbiato che si compiace nella lettura di ''Lourdes'' o della ''Terre'', prenda un trattato di etnologia e vedrà in quali e quanti
Il mio libro è scritto con la penna di un ottimista, che cerca il meglio della natura umana, e ne studia il male soltanto per guarirlo o per migliorarlo. In questo elogio della vecchiaia io non sono un giudice, ma un avvocato.
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In questa società civile si celano ancora i semi dell’antica e animalesca ferocia, e sbocciano qua e là, come il loglio fra le spighe del grano, appena l’egoismo li inaffi e la passione li riscaldi.
Noi non uccidiamo più e molto meno mangiamo i nostri vecchi, ma li disprezziamo spesso e spesso gettiamo loro in faccia come una colpa la loro debolezza e i loro acciacchi. Tutt’al più verso di essi si sente la compassione, quasi mai
Eppure la posizione del vecchio si è andata sempre migliorando col progredire della civiltà, come è accaduto per la donna, che con lui divide la colpa della debolezza. Il Vangelo di Cristo e quello più universale dell’umanità pietosa ha parlato anche per il vecchio, dandogli un posto al sole. Quando il nerbo dei muscoli non fu più l’unica o la prima delle umane virtù, si trovò che anche nelle teste canute il pensiero è desto e operoso; si trovò che il vecchio non è un parassita della società, ma un membro utile e necessario del grande organismo sociale.
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Alcuni scrittori si accontentano di scherzare, dicendo come Theodectes, che vecchiaia e matrimonio devono essere due cose molto simili; perché desideriamo di averle, ma avutele, ci rattristiamo.
Altri studiano un lato solo dell’ultima età della vita, o ci danno consigli etici e filosofici sul modo migliore di sopportarla. E Aristotele, che ci insegna che i vecchi sono increduli,
Ed
''Et propter hoc mulus est longioris vitae quam asinus et equus, ex quibus fit, quia ipse non generat.''
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Ora è il pessimista, che si turba davanti agli acciacchi e alla debolezza della vecchiaia; ora l’ottimista che ne contempla con venerazione la canizie argentina e ne ammira la prudenza, il senno e tutte le altre virtù, che derivano dall’aver molto veduto, molto pianto e molto goduto.
Fra gli uni e gli altri oscilla la grande folla umana, che desidera e teme in una volta sola la vecchiaia;
Nella società moderna il vecchio ispira ''pietà e rispetto''; pietà per le sua debolezza, rispetto per l’esperienza accumulata ed anche per un’inconscia ammirazione per tutto ciò che ha saputo resistere al tiranno dei tiranni: il tempo.
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La parola di veterano è poco diversa da quella di vincitore, e il vecchio ha saputo vincere il potente dei potenti, colui che tutto abbatte, schianta e distrugge.
Pietà e rispetto circondano il vecchio nella famiglia e nella società,
A questi omicidi pensati, ma non compiuti, provvederà la giustizia dell’avvenire; provvederà il maltusianismo previdente dei posteri.
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