Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/336: differenze tra le versioni

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egli si rivolgesse, egli la perderebbe, senza mai poterla più riavere. Ma esso, con essa venendone, da tanto desiderio di vederla fu tratto, che essendo già vicino al pervenire sopra la terra, non si potè tenere che non si volgesse a vederla. Per la qual cosa senza speranza di riaverla, subitamente la perde; laonde egli lungamente pianse: e del tutto si dispose, poichè lei perduta avea, di mai più non volerne alcun’altra, ma di menar vita celibe, mentre vivesse. Per la qual cosa, siccome dice {{AutoreCitato|Publio Ovidio Nasone|Ovidio}}, avendo il matrimonio di molt’altre che il domandavano ricusato, cominciò a confortare gli altri uomini che casta vita menassero. Il che sapendo le femmine, il cominciarono fieramente ad avere in odio: e multiplicò in tanto questo odio, che celebrando le femmine quel sacrifìcio a Bacco che si chiama Orgia, allato al fiume chiamato Ebro, co’ marroni; e co’rastri, e con altri strumenti da lavorar la terra l’uccisono e isbranaron tutto, e il capo suo e la cetera gittate nell’Ebro, infino nell’isola di Lesbo furono dall’acque menate: e volendo un serpente divorare la testa, da Apolline fu convertito in pietra: e la sua cetera, secondochè dice Rabano, fu assunta in cielo, e posta tra l’altre imagini celestiali. Ma lasciando le fizion poetiche da parte, certa cosa è, costui essere stato di Tracia, e nato d’una gente chiamata Cicona: e secondochè {{AutoreCitato|Gaio Giulio Solino|Solino}} ''de mirabilibus mundi'' afferma, questi cotali Ciconi infino nel tempo suo in sublime gloria si reputavano, Orfeo esser nato di loro. E fu costui, secondochè molti stimano, di que’ primi sacerdoti che ordinati furono in que’ tempi, che {{Pt|pri-|}}
3i6 COMENTO DEL BOCCACCI
egli si rivolgesse , egli la perderebbe , senza mai po-
terla più riavere . Ma esso , con essa venendone , da
tanto desiderio di vederla fu tratto , che essendo già
vicino al pervenire sopra la terra , non si potè tenere
che non si volgesse a vederla . Per la qual cosa senza
speranza di riaverla , subitamente la perde 5 laonde
egli lungamente pianse : e del tutto si dispose , polche
lei perduta avea , di mai più non volerne alcun' al-
tra , ma di menar vita celibe , mentre vivesse . Per la
qual cosa, siccome dice Ovidio^ avendo il matrimo-
nio di molt'altre che il domandavano ricusato , co-
minciò a confortare gli altri uomini che casta vita
menassero . Il che sapendo le femmine , il comin-
ciarono fieramente ad avere in odio t e multlplicò in
tanto questo odio , che celebrando le femmine quel
sacrifìcio a Bacco che si chiama Orgia , allato al
fiume chiamato Ebro , co' marroni j e co'rastri , e con
altri strumenti da lavorar la terra V uccisono e isbra-
naron tutto, e il capo suo e la cetera gittate nel-
r Ebro , infino nell' isola di Lesbo furono dall' acque
menate : e volendo un serpente divorare la testa , da
A polline fu convertito in pietra : e la sua cetera , se»
coudochè dice Rabano , fu assunta in cielo, e posta
tra 1' altre imagini celestiali . Ma lasciando le fizion
poetiche da parte, certa cosa è, costui essere stalo di
Tracia , e nato d' una gente chiamata Cicona : e se-
condochè Solino de mirabilibus mundi afferma ,
questi colali Ciconi infino net tempo suo in sublime
gloria si reputavano , Orfeo ^sser nato di loro . E fu
costui , secondochè molti stimano, di que' primi sa-
cerdoti che ordinali furono in que' tempi , che pri-