Pensieri (Leopardi)/LXVII: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
 
AuBot (discussione | contributi)
m Aggiornamento template intestazione
Riga 1:
{{Intestazione letteratura
{{opera
|NomeCognomeNome e cognome dell'autore=Giacomo Leopardi
|TitoloOperaTitolo=Pensieri
|Iniziale del titolo=P
|NomePaginaOpera=Pensieri
|Nome della pagina principale=Pensieri
|AnnoPubblicazione=
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=LXVII
|TitoloSezione=LXVII
|Anno di pubblicazione=
|Secolo di pubblicazione=XIX secolo
|Il testo è una traduzione?=no
|Lingua originale del testo=
|Nome e cognome del traduttore=
|Anno di traduzione=
|Secolo di traduzione=
|Abbiamo la versione cartacea a fronte?=no
|URL della versione cartacea a fronte=
}}
Poco propriamente si dice che la noia è mal comune. Comune è l'essere disoccupato, o sfaccendato per dir meglio; non annoiato. La noia non è se non di quelli in cui lo spirito è qualche cosa. Più può lo spirito in alcuno, più la noia è frequente, penosa e terribile. La massima parte degli uomini trova bastante occupazione in che che sia, e bastante diletto in qualunque occupazione insulsa; e quando è del tutto disoccupata, non prova perciò gran pena. Di qui nasce che gli uomini di sentimento sono sì poco intesi circa la noia, e fanno il volgo talvolta maravigliare e talvolta ridere, quando parlano della medesima e se ne dolgono con quella gravità di parole, che si usa in proposito dei mali maggiori e più inevitabili della vita.