Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/185: differenze tra le versioni

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quarto è facendo più ampla e lata la linea del vacuo verso la parte di dentro, che verso gli uomini stanti al fuoco, come meglio il disegno ne dimostra (1). Le gole in tre modi si possono fare; il primo, facendo la gola semplice e retta, ma questa avvertenza è da avere che essa sia nella grossezza del muro locata, possendo questa compatirlo; il secondo, facciasi la gola con un tondo buco largo in diametro piedi uno, il quale entri in un'ampia concavità larga piedi tre, di poi alla grossezza della gola si riduca; il terzo, facciasi il camino di più rette linee ritorto, il quale da' Greci è chiamato Zita (perchè è simile alla lettera Z), lodalo assai, e più volte si è visto la bontà sua. In altro modo si può fare non meno buono dei detti, facendo insieme tre gole volte da capo in triangolo, acciocchè offendendo un vento possa senza impedimento escire il fumo per la gola opposita al vento regnante, come di tutto il disegno ne dà notizia: la larghezza della gola è di piedi tre, e un piè insino uno e mezzo per profondità, ovvero grossezza del muro. Ultimamente è da dire dei cimasii suprema parte dei camini, dove prima è da sapere che debbano essere tanto elevati sopra del tetto, che percotendo il vento per il tetto non dia impedimento all'uscire del fumo: e questa altezza è piedi otto in dieci. Due figure metterò nel disegno, e con queste porrò fine a questo capitolo. La prima, facciasi nella cima quattro portelle, infra le quali sieno quattro alette che tramezzino, sicchè il vento che entra o esce dell'una, non entri per altra: e così il fumo; e sotto queste facciasi una gola reversa, acciocchè il vento che entra di sotto passi appresso al mantello di fuore, e trasportando il fumo non entra nel camino. Il secondo modo è facendo una bandiera che per i venti si volti alla parte opposta, e dopo questa un mantello con due alette mobili di metallo sottile, sicchè venga a coprire i due terzi del tondo: il qual mantello sia continuato con la predetta bandiera, e così ad ogni vento lo scoperto del camino sarà opposito, essendo il mantello opposito alla bandiera (2). E questo modo è utilissimo,
Poichè le parole dell’autore sono di per se stesse chiare assai, si è creduto superfluo l’unirvi le figure.</ref>). Le gole in tre modi si possono fare; il primo, facendo la gola semplice e retta, ma questa avvertenza è da avere che essa sia nella grossezza del muro locata, possendo questa compatirlo; il secondo, facciasi la gola con un tondo buco largo in diametro piedi uno, il quale entri in un’ampia concavità larga piedi tre, di poi alla grossezza della gola si riduca; il terzo, facciasi il camino di più rette linee ritorto, il quale da’ Greci è chiamato ''Zita'' (perchè è simile alla lettera Z), lodalo assai, e più volte si è visto la bontà sua. In altro modo si può fare non meno buono dei detti, facendo insieme tre gole volte da capo in triangolo, acciocchè offendendo un vento possa senza impedimento escire il fumo per la gola opposita al vento regnante, come di tutto il disegno ne dà notizia: la larghezza della gola è di piedi tre, e un piè insino uno e mezzo per profondità, ovvero grossezza del muro.


Ultimamente è da dire dei cimasii suprema parte dei camini, dove prima è da sapere che debbano essere tanto elevati sopra del tetto, che percotendo il vento per il tetto non dia impedimento all’uscire del fumo: e questa altezza è piedi otto in dieci. Due figure metterò nel disegno, e con queste porrò fine a questo capitolo. La prima, facciasi nella cima quattro portelle, infra le quali sieno quattro alette che tramezzino, sicchè il vento che entra o esce dell’una, non entri per altra: e così il fumo; e sotto queste facciasi una gola reversa, acciocchè il vento che entra di sotto passi appresso al mantello di fuore, e trasportando il fumo non entra nel camino. Il secondo modo è facendo una bandiera che per i venti si volti alla parte opposta, e dopo questa un mantello con due alette mobili di metallo sottile, sicchè venga a coprire i due terzi del tondo: il qual mantello sia continuato con la predetta bandiera, e così ad ogni vento lo scoperto del camino sarà opposito, essendo il mantello opposito alla bandiera (<ref>Questa pratica è pressochè quale la suggerisce l’Alberti (lib. V. cap. 17), essendo minime le differenze. Narra il {{AutoreCitato|Francesco De Marchi|Marchi}} (''Archit.'', lib. I, 46) di un ingegno simile adattato ai camini del palazzo Farnese.</ref>). E questo modo è utilissimo,
Poichè le parole dell'autore sono di per se stesse chiare assai, si è creduto superfluo l'unirvi le figure. Questa pratica è pressochè quale la suggerisce l'Alberti (lib. V. cap. 17), essendo minime le differenze. Narra il Marchi (Archit., lib. I, 46) di un ingegno simile adattato ai camini del palazzo Farnese.