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tempi di Costantino il Grande, e prima: e scrivono che
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<ref follow="pag315">{{spazi|3}}Solo or ci rimane a mentovare un famigerato editto di Giuseppe Bonaparte, con cui nel 1805 egli soppresse gli Ordini religiosi delle regole di S. Benedetto e S. Bernardo, e le loro diverse affiliazioni conosciute sotto il nome di Cassinesi, Olivetani, Celestini, Verginiani, Certosini, Camaldolesi, Cisterciensi e Bernardoni, che trovavansi allor fondati ne’ Dominî di qua del Faro, e de’ loro beni ne fece pingue il demanio della corona. De’quali monasteri i più cospicui furon novellamente ripristinati dall’augusta Casa regnante, e soprattutto dalla pietà di Re Ferdinando II che Dio mantenga e feliciti!<br />
tempi di Cosiaiitino il Grande, e prima: e scrivono che
{{spazi|3}}Tali son le vicende principalissime cui è andata soggetta, dalla sua gloriosa origine sino a’ nostri giorni, la Chiesa Napolitana. La quale è governata da un Arcivescovo che suol essere, come attualmente è, insignito della sacra porpora, e che, per solenne capitolazione fermata tra Re Carlo III Borbone e l’Eccellentissimo Corpo della Città, è scelto dal Re nell’ordine de’ Patrizi Napolitani. Il Vicario generale della Diocesi, il Vicario per le monache, ed il Segretario del clero son suoi principali ministri nelle singole attribuzioni.<br />
Solo or ci rimane a mentovare un famigerato editto di Giuseppe

Bonaparte, con cui nel 1805 egli soppresse gli Ordini religiosi
{{spazi|3}}Giusta la serie ordinata de’ Vescovi ed Arcivescovi che effettivamente han governato questa Chiesa, i ritratti de’ quali veggonsi
delle regole di S. Benedetto e S. Bernardo, e le loro diverse affiliazioni
nella Sagrestia del Duomo, abbiamo che i Vescovi da S. Aspreno ad Attanasio III sono stati cinquanta; e gli Arcivescovi, da Niceta a Sisto Riario Sforza, che ora felicemente siede con plauso universale di tutti gli ordini, sessantasei. De’quali Arcivescovi, due furon Sommi Pontefici, cioè Giovan Pietro Carafa, che prese il nome di Paolo IV, ed Antonio, o come altri dissero, Antonino Pignatelli che tolse quello d’Innocenzo XII.<br />
conosciute sotto il nome di Cassinesi, Olivetani, Celestini, Verginiani, Certosini, Camaldolesi, Cistcrciensi e Bernardoni,
{{spazi|3}}Dipendono dall’Arcivescovo il clero secolare detto napolitano; quello della Diocesi, ed anche il clero regolare per la giurisdizione ordinaria, secondo i canoni, non meno che tutte le ecclesiastiche instituzioni, i seminari, i monasteri di donne, le confraternite laicali, e tutte le Chiese della Diocesi, ad eccezione di
che trovavansi allor fondali ne’Doaiiiiì di qua del Faro, e de’ loro
beni ne fece pingue il demanio dtlla corona. De’quali monasteri i
più cospicui furon novellamente ripristinati dall’augusta Casa regnante
y e soprattutto dalla pietà di Re Ferdinando II che Dio
mantenga e feliciti!
Tali son le vicende principalissime cui è andata soggetta, dalla
sua gloriosa origine sino a’ nostri giorni, la Chiesa Napolitana.
La quale è governata da un Arcivescovo che suol essere, come
attualmente è, insignito della sacra porpora, e che, per solenne
capitolazione fermata tra Re Carlo 111 Borbone e l’Eccellentissimo
Corpo della Città, è scelto dal Re nell’ordine de’ Patrizi Napolitani.
11 Vicario generale della Diocesi, il icario per le monache,
ed il Segretario del clero son suoi principali ministri nelle singole
atiribuzioni.
Giusta la serie ordinala de’ Vescovi ed Arcivescovi che effettivamente
han governato questa Chiesa, i ritratti de’quali veggonsi
nella Sagrestia del Duomo, abbiamo che i Vescovi da S. Aspreno
ad Attanasio 111 sono stati cinquanta; e gli Arcivescovi, da Niceta
a Sisto Riario Sforza, che ora felicemente siede con plauso
universale di lutti gli ordini, sessanlasei. De’quali Arcivescovi,
due furon Sommi Pontefici, cioè Giovan Pietro Carafa, che prese
il nome di Paolo IV, ed Antonio, o come altri dissero, Antonino
Pìgnaielli che tolse quello d’Innocenzo XII.
Dipendono dalT Arcivescovo il clero secolare detto napolitano;
quello della Diocesi, ed anche il clero regolare per la gkurisdizione
ordinaria, secondo i canoni, non meno che tutte le ecclesiastiche
instituzioni, i seminari, i monasteri di donne, le confraternite
laicali, e tutte le Chiese della Diocesi, ad eccezione di
alcune poste sotto la giurisdizione del Cappellano Maggiore e del
alcune poste sotto la giurisdizione del Cappellano Maggiore e del
Nunzio Apostolico, l Vescovati di Nola, Acerra, Pozzuoli ed Ischia
Nunzio Apostolico, I Vescovati di Nola, Acerra, Pozzuoli ed Ischia
son suffragane! al nostro metropoli lauo.
son suffraganei al nostro metropolitano.</ref>