Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/280: differenze tra le versioni

Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 8: Riga 8:
Per i Romani dell’impero ''vivere'' non è soltanto ''vivere'', ma goder della vita: ''vivere et frui anima'', come direbbe {{AutoreCitato|Sallustio}}. ''Dum vivimus vivamus'', scrisse un amico di {{AutoreCitato|Petronio}} sulla tomba della sua ganza. Vitula si chiamò la Dea dell’allegrezza e dei piaceri, non già da ''vitulus'', come crede {{Ac|Sesto Pompeo Festo|Festo}} e {{AutoreCitato|Varrone}}, ma, secondo {{Ac|Nonio Marcello|Nonio}}, da ''vita'', o piuttosto da ''vitulor'', che vale ''allegrarsi, darsi bel tempo, godere, vivere a tavola, o in letto,'' come spiega il Dufour, con la mollezza d’una ''vitula'' o giovenca sdraiata sull’erba dei campi.
Per i Romani dell’impero ''vivere'' non è soltanto ''vivere'', ma goder della vita: ''vivere et frui anima'', come direbbe {{AutoreCitato|Sallustio}}. ''Dum vivimus vivamus'', scrisse un amico di {{AutoreCitato|Petronio}} sulla tomba della sua ganza. Vitula si chiamò la Dea dell’allegrezza e dei piaceri, non già da ''vitulus'', come crede {{Ac|Sesto Pompeo Festo|Festo}} e {{AutoreCitato|Varrone}}, ma, secondo {{Ac|Nonio Marcello|Nonio}}, da ''vita'', o piuttosto da ''vitulor'', che vale ''allegrarsi, darsi bel tempo, godere, vivere a tavola, o in letto,'' come spiega il Dufour, con la mollezza d’una ''vitula'' o giovenca sdraiata sull’erba dei campi.


Ma codesta è vita da giovani. {{AutoreCitato|Anacreonte}} cantava:{{Greco da controllare}}
Ma codesta è vita da giovani. {{AutoreCitato|Anacreonte}} cantava:
{{Blocco centrato|<i><poem>
{{Blocco centrato|<i><poem>
ἐγὼ δἐ τὰς κόμας μέν
ἐγὼ δἐ τὰς κόμας μέν