Orlando furioso (1928)/Canto 35: differenze tra le versioni

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<poem>
{{Ogap|18em}} [1]
Chi salirà per me, madonna, in cielo
aA riportarne il mio perduto ingegno?
cheChe, poi ch’uscì da’ bei vostri occhi il telo
cheChe ’l cor mi fisse, ognor perdendo vegno.
Né di tanta iattura mi querelo,
purPur che non cresca, ma stia a questo segno;
ch’ioCh’io dubito, se più si va scemando,
diDi venir tal, qual ho descritto Orlando.
 
{{gap|8em}}[2]
{{O|2}} Per riaver l’ingegno mio m’è aviso
Per riaver l’ingegno mio m’è aviso
che non bisogna che per l’aria io poggi
nelChe cerchionon debisogna lache lunaper ol’aria inio paradiso;poggi
cheNel ’lcerchio miode nonla credoluna cheo tantoin alto alloggi.paradiso;
Che ’l mio non credo che tanto alto alloggi.
Ne’ bei vostri occhi e nel sereno viso,
nelNel sen d’avorio e alabastrini poggi
seSe ne va errando; ed io con queste labbia
loLo corrò, se vi par ch’io lo riabbia.
 
{{gap|8em}}[3]
{{O|3}} Per gli ampli tetti andava il paladino
Per gli ampli tetti andava il paladino
tutte mirando le future vite,
Tutte mirando le future vite,
poi ch’ebbe visto sul fatal molino
Poi ch’ebbe visto sul fatal molino
volgersi quelle ch’erano già ordite:
Volgersi quelle ch’erano già ordite:
e scorse un vello che più che d’or fino
E scorse un vello che più che d’or fino
splender parea; né sarian gemme trite,
s’inSplender filoparea; si tirasserosarian congemme artetrite,
S’in filo si tirassero con arte,
da comparargli alla millesma parte.
Da comparargli alla millesma parte.
 
{{O|4}} Mirabilmente il bel vello gli piacque,
{{gap|8em}}[4]
che tra infiniti paragon non ebbe;
Mirabilmente il bel vello gli piacque,
e di sapere alto disio gli nacque,
Che tra infiniti paragon non ebbe;
quando sarà tal vita, e a chi si debbe.
E di sapere alto disio gli nacque,
Quando sarà tal vita, e a chi si debbe.
L’evangelista nulla gliene tacque:
cheChe venti anni principio prima avrebbe
cheChe col .M. e col .D. fosse notato
l’annoL’anno corrente dal Verbo incarnato,
 
{{Ogap|58em}} [5]
E come di splendore e di beltade
quelQuel vello non avea simile o pare,
cosìCosì saria la fortunata etade
cheChe dovea uscirne al mondo singulare;
perchéPerché tutte le grazie inclite e rade
ch’almaCh’alma Natura, o proprio studio dare,
oO benigna Fortuna ad uomo puote,
avràAvrà in perpetua ed infallibil dote.
 
{{gap|8em}}[6]
{{O|6}} - Del re de’ fiumi tra l’altiere corna
— Del re de’ fiumi tra l’altiere corna
or siede umil (diceagli) e piccol borgo:
Or siede umil (diceagli) e piccol borgo:
dinanzi il Po, di dietro gli soggiorna
Dinanzi il Po, di dietro gli soggiorna
d’alta palude un nebuloso gorgo;
D’alta palude un nebuloso gorgo;
che, volgendosi gli anni, la più adorna
Che, volgendosi gli anni, la più adorna
di tutte le città d’Italia scorgo,
Di tutte le città d’Italia scorgo,
non pur di mura e d’ampli tetti regi,
maNon pur di bei studimura e did’ampli costumitetti egregi.regi,
Ma di bei studi e di costumi egregi.
 
{{O|7}} Tanta esaltazione e così presta,
{{gap|8em}}[7]
non fortuìta o d’aventura casca;
Tanta esaltazione e così presta,
ma l’ha ordinata il ciel, perché sia questa
Non fortuìta o d’aventura casca;
degna in che l’uom di ch’io ti parlo, nasca:
che,Ma dovel’ha ordinata il fruttociel, haperché da venir,sia s’inestaquesta
eDegna conin studioche sil’uom fadi crescerch’io lati frasca;parlo, nasca:
Che, dove il frutto ha da venir, s’inesta
e l’artefice l’oro affinar suole,
inE checon legarstudio gemmasi difa pregiocrescer vuole.la frasca;
E l’artefice l’oro affinar suole,
 
In che legar gemma di pregio vuole.
{{O|8}} Né sì leggiadra né sì bella veste
unque ebbe altr’alma in quel terrestre regno;
{{gap|8em}}[8]
e raro è sceso e scenderà da queste
Né sì leggiadra né sì bella veste
sfere superne un spirito sì degno,
Unque ebbe altr’alma in quel terrestre regno;
come per farne Ippolito da Este
E raro è sceso e scenderà da queste
n’have l’eterna mente alto disegno.
Sfere superne un spirito sì degno,
Come per farne Ippolito da Este
N’have l’eterna mente alto disegno.
Ippolito da Este sarà detto
l’uomL’uom a chi Dio sì ricco dono ha eletto.
 
{{Ogap|98em}} [9]
Quegli ornamenti che divisi in molti,
aA molti basterian per tutti ornarli,
inIn suo ornamento avrà tutti raccolti
costuiCostui, di c’hai voluto ch’io ti parli.
Le virtudi per lui, per lui soffolti
saranSaran gli studi; e s’io vorrò narrar li
altiAlti suoi merti, al fin son sì lontano,
ch’OrlandoCh’Orlando il senno aspetterebbe invano. -
 
{{gap|8em}}[10]
<span style="font-size:80%">10</span> Così venìa l’imitator di Cristo
Così venìa l’imitator di Cristo
ragionando col duca: e poi che tutte
leRagionando stanzecol delduca: grane luogopoi ebbonoche visto,tutte
ondeLe l’umanestanze vitedel erangran condutteluogo ebbono visto,
Onde l’umane vite eran condutte,
sul fiume usciro, che d’arena misto
Sul fiume usciro, che d’arena misto
con l’onde discorrea turbide e brutte;
Con l’onde discorrea turbide e brutte;
e vi trovar quel vecchio in su la riva,
E vi trovar quel vecchio in su la riva,
che con gl’impressi nomi vi veniva.
Che con gl’impressi nomi vi veniva.
 
<span style="font-size:80%">11</span> Non so se vi sia a mente, io dico quello
{{gap|8em}}[11]
ch’al fin de l’altro canto vi lasciai,
Non so se vi sia a mente, io dico quello
vecchio di faccia, e sì di membra snello,
Ch’al fin de l’altro canto vi lasciai,
che d’ogni cervio è più veloce assai.
Vecchio di faccia, e sì di membra snello,
Che d’ogni cervio è più veloce assai.
Degli altrui nomi egli si empìa il mantello;
scemavaScemava il monte, e non finiva mai:
edEd in quel fiume che Lete si noma,
scarcavaScarcava, anzi perdea la ricca soma.
 
{{gap|8em}}[12]
<span style="font-size:80%">12</span> Dico che, come arriva in su la sponda
Dico che, come arriva in su la sponda
del fiume, quel prodigo vecchio scuote
ilDel lembo pienofiume, e nequel laprodigo turbidavecchio ondascuote
Il lembo pieno, e ne la turbida onda
tutte lascia cader l’impresse note.
Tutte lascia cader l’impresse note.
Un numer senza fin se ne profonda,
ch’unCh’un minimo uso aver non se ne puote;
eE di cento migliaia che l’arena
sulSul fondo involve, un se ne serva a pena.
 
{{gap|8em}}[13]
<span style="font-size:80%">13</span> Lungo e d’intorno quel fiume volando
Lungo e d’intorno quel fiume volando
givano corvi ed avidi avoltori,
Givano corvi ed avidi avoltori,
mulacchie e vari augelli, che gridando
Mulacchie e vari augelli, che gridando
facean discordi strepiti e romori;
Facean discordi strepiti e romori;
ed alla preda correan tutti, quando
Ed alla preda correan tutti, quando
sparger vedean gli amplissimi tesori:
Sparger vedean gli amplissimi tesori:
e chi nel becco, e chi ne l’ugna torta
neE prende;chi manel lontanbecco, pocoe chi ne lil’ugna porta.torta
Ne prende; ma lontan poco li porta.
 
<span style="font-size:80%">14</span> Come vogliono alzar per l’aria i voli,
{{gap|8em}}[14]
non han poi forza che ’l peso sostegna;
Come vogliono alzar per l’aria i voli,
sì che convien che Lete pur involi
Non han poi forza che ’l peso sostegna;
de’ ricchi nomi la memoria degna.
Sì che convien che Lete pur involi
De’ ricchi nomi la memoria degna.
Fra tanti augelli son duo cigni soli,
bianchiBianchi, Signor, come è la vostra insegna,
cheChe vengon lieti riportando in bocca
sicuramenteSicuramente il nome che lor tocca.
 
{{gap|8em}}[15]
<span style="font-size:80%">15</span> Così contra i pensieri empi e maligni
Così contra i pensieri empi e maligni
del vecchio che donar li vorria al fiume,
Del vecchio che donar li vorria al fiume,
alcuno ne salvan gli augelli benigni:
Alcuno ne salvan gli augelli benigni:
tutto l’avanzo oblivion consume.
Tutto l’avanzo oblivion consume.
Or se ne van notando i sacri cigni,
edEd or per l’aria battendo le piume,
finFin che presso alla ripa del fiume empio
trovanoTrovano un colle, e sopra il colle un tempio.
 
{{gap|8em}}[16]
<span style="font-size:80%">16</span> All’Inmmortalitade il luogo è sacro,
All’Inmmortalitade il luogo è sacro,
ove una bella ninfa giù del colle
vieneOve allauna ripabella delninfa leteogiù del lavacro,colle
eViene dialla boccaripa deidel cignileteo i nomi tolle;lavacro,
eE quellidi affigebocca intornodei alcigni simulacroi nomi tolle;
E quelli affige intorno al simulacro
ch’in mezzo il tempio una colonna estolle,
quiviCh’in limezzo sacra,il etempio neuna facolonna tal governoestolle,
cheQuivi vili sisacra, pône vederne tuttifa intal eterno.governo,
Che vi si pôn veder tutti in eterno.
 
<span style="font-size:80%">17</span> Chi sia quel vecchio, e perché tutti al rio
{{gap|8em}}[17]
senza alcun frutto i bei nomi dispensi,
Chi sia quel vecchio, e perché tutti al rio
e degli augelli, e di quel luogo pio
ondeSenza laalcun bellafrutto ninfai albei fiumenomi viensidispensi,
avevaE Astolfodegli augelli, e di saperquel luogo desiopio
Onde la bella ninfa al fiume viensi,
i gran misteri e gl’incogniti sensi;
eAveva domandòAstolfo di tuttesaper queste cosedesio
I gran misteri e gl’incogniti sensi;
l’uomo di Dio, che così gli rispose:
E domandò di tutte queste cose
 
L’uomo di Dio, che così gli rispose:
<span style="font-size:80%">18</span> - Tu déi saper che non si muove fronda
là giù che segno qui non se ne faccia.
{{gap|8em}}[18]
— Tu déi saper che non si muove fronda
Là giù che segno qui non se ne faccia.
Ogni effetto convien che corrisponda
inIn terra e in ciel, ma con diversa faccia.
Quel vecchio, la cui barba il petto inonda,
veloceVeloce sì che mai nulla l’impaccia,
gliGli effetti pari e la medesima opra
cheChe ’l Tempo fa là giù, fa qui di sopra.
 
{{gap|8em}}[19]
<span style="font-size:80%">19</span> Volte che son le fila in su la ruota,
Volte che son le fila in su la ruota,
là giù la vita umana arriva al fine.
Là giù la vita umana arriva al fine.
La fama là, qui ne riman la nota;
ch’immortaliCh’immortali sariano ambe e divine,
seSe non che qui quel da la irsuta gota,
eE là giù il Tempo ognor ne fa rapine.
Questi le getta, come vedi, al rio;
eE quel l’immerge ne l’eterno oblio.
 
{{gap|8em}}[20]
<span style="font-size:80%">20</span> E come qua su i corvi e gli avoltori
E come qua su i e le mulacchiecorvi e gli altri varii augelliavoltori
E le mulacchie e gli altri varii augelli
s’affaticano tutti per trar fuori
S’affaticano tutti per trar fuori
de l’acqua i nomi che veggion più belli:
De l’acqua i nomi che veggion più belli:
così là giù ruffiani, adulatori,
Così là giù ruffiani, adulatori,
buffon, cinedi, accusatori, e quelli
cheBuffon, vivenocinedi, alle cortiaccusatori, e che vi sonoquelli
piùChe grativiveno assaialle checorti ’le virtuoso eche ’lvi buono,sono
Più grati assai che ’l virtuoso e ’l buono,
 
<span style="font-size:80%">21</span> e son chiamati cortigian gentili,
{{gap|8em}}[21]
perché sanno imitar l’asino e ’l ciacco;
E son chiamati cortigian gentili,
de’ lor signor, tratto che n’abbia i fili
laPerché giustasanno Parca,imitar anzi Venerel’asino e Bacco,’l ciacco;
questiDe’ dilor ch’iosignor, titratto dico,che inertin’abbia ei vili,fili
natiLa sologiusta adParca, empiranzi diVenere ciboe il saccoBacco,
portanoQuesti indi boccach’io qualcheti giornodico, ilinerti nome;e vili,
poiNati nesolo l’oblioad lascianempir caderdi lecibo some.il sacco,
Portano in bocca qualche giorno il nome;
 
Poi ne l’oblio lascian cader le some.
<span style="font-size:80%">22</span> Ma come i cigni che cantando lieti
rendeno salve le medaglie al tempio,
{{gap|8em}}[22]
così gli uomini degni da’ poeti
Ma come i cigni che cantando lieti
son tolti da l’oblio, più che morte empio.
Rendeno salve le medaglie al tempio,
Così gli uomini degni da’ poeti
Son tolti da l’oblio, più che morte empio.
Oh bene accorti principi e discreti,
cheChe seguite di Cesare l’esempio,
eE gli scrittor vi fate amici, donde
nonNon avete a temer di Lete l’onde!
 
{{gap|8em}}[23]
<span style="font-size:80%">23</span> Son, come i cigni, anco i poeti rari,
Son, come i cigni, anco i poeti rari,
poeti che non sian del nome indegni;
Poeti perchéche ilnon cielsian deglidel uomininome preclariindegni;
non pateperché maiil checiel troppadegli copiauomini regni,preclari
Non perpate granmai colpache deitroppa signoricopia avariregni,
Sì per gran colpa dei signori avari
che lascian mendicare i sacri ingegni;
Che lascian mendicare i sacri ingegni;
che le virtù premendo, ed esaltando
i vizi, caccianChe le buonevirtù artipremendo, ined bando.esaltando
I vizi, caccian le buone arti in bando.
 
<span style="font-size:80%">24</span> Credi che Dio questi ignoranti ha privi
{{gap|8em}}[24]
de lo ’ntelletto, e loro offusca i lumi;
Credi che deDio laquesti poesia gliignoranti ha fatto schivi,privi
De lo ’ntelletto, e loro offusca i lumi;
acciò che morte il tutto ne consumi.
Che de la poesia gli ha fatto schivi,
Acciò che morte il tutto ne consumi.
Oltre che del sepolcro uscirian vivi,
ancorAncor ch’avesser tutti i rei costumi,
purPur che sapesson farsi amica Cirra,
piùPiù grato odore avrian che nardo o mirra.
 
{{gap|8em}}[25]
<span style="font-size:80%">25</span> Non sì pietoso Enea, né forte Achille
Non sì pietoso Enea, né forte Achille
fu, come è fama, né sì fiero Ettorre;
eFu, necome sonè statifama, e mille afiero mille e milleEttorre;
cheE lorne sison puonstati cone veritàmille anteporre:a mille e mille
maChe ilor donatisi palazzipuon econ leverità gran villeanteporre:
Ma i donati palazzi e le gran ville
dai descendenti lor, gli ha fatto porre
Dai descendenti lor, gli ha fatto porre
in questi senza fin sublimi onori
In questi senza fin sublimi onori
da l’onorate man degli scrittori.
Da l’onorate man degli scrittori.
 
<span style="font-size:80%">26</span> Non fu sì santo né benigno Augusto
{{gap|8em}}[26]
come la tuba di {{Ac|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} suona.
Non fu sì santo né benigno Augusto
Come la tuba di {{Ac|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} suona.
L’aver avuto in poesia buon gusto
laLa proscrizion iniqua gli perdona.
Nessun sapria se Neron fosse ingiusto,
sua fama saria forse men buona,
avesseAvesse avuto e terra e ciel nimici,
seSe gli scrittor sapea tenersi amici.
 
{{gap|8em}}[27]
<span style="font-size:80%">27</span> Omero Agamennòn vittorioso,
Omero Agamennòn vittorioso,
e fe’ i Troian parer vili ed inerti;
eE chefe’ Penelopeai fidaTroian alparer suovili sposoed inerti;
daiE Prochiche millePenelopea oltraggifida aveaal sofferti.suo sposo
Dai Prochi mille oltraggi avea sofferti.
E se tu vuoi che ’l ver non ti sia ascoso,
tuttaTutta al contrario l’istoria converti:
cheChe i Greci rotti, e che Troia vittrice,
eE che Penelopea fu meretrice.
 
{{gap|8em}}[28]
<span style="font-size:80%">28</span> Da l’altra parte odi che fama lascia
Da l’altra parte odi che fama lascia
Elissa, ch’ebbe il cor tanto pudico;
cheChe riputata viene una bagascia,
soloSolo perché Maron non le fu amico.
Non ti maravigliar ch’io n’abbia ambascia,
eE se di ciò diffusamente io dico.
Gli scrittori amo, e fo il debito mio;
ch’alCh’al vostro mondo fui scrittore anch’io.
 
{{gap|8em}}[29]
<span style="font-size:80%">29</span> E sopra tutti gli altri io feci acquisto
E sopra tutti gli altri io feci acquisto
che non mi può levar tempo né morte:
eChe bennon convennemi alpuò miolevar lodatotempo Cristoné morte:
E ben convenne al mio lodato Cristo
rendermi guidardon di sì gran sorte.
Rendermi guidardon di sì gran sorte.
Duolmi di quei che sono al tempo tristo,
quandoQuando la cortesia chiuso ha le porte;
cheChe con pallido viso e macro e asciutto
laLa notte e ’l dì vi picchian senza frutto.
 
{{gap|8em}}[30]
<span style="font-size:80%">30</span> Sì che continuando il primo detto,
Sì che continuando il primo detto,
sono i poeti e gli studiosi pochi;
cheSono dovei nonpoeti hane pascogli studiosi ricetto,pochi;
insinChe ledove ferenon abbandonanohan ipasco lochi. -ricetto,
Insin le fere abbandonano i lochi. —
Così dicendo il vecchio benedetto
gliGli occhi infiammò, che parveno duo fuochi;
poiPoi volto al duca con un saggio riso
tornòTornò sereno il conturbato viso.
 
{{gap|8em}}[31]
<span style="font-size:80%">31</span> Resti con lo scrittor de l’evangelo
Resti con lo scrittor de l’evangelo
Astolfo ormai, ch’io voglio far un salto,
quantoQuanto sia in terra a venir fin dal cielo;
ch’ioCh’io non posso più star su l’ali in alto.
Torno alla donna a cui con grave telo
mossoMosso avea gelosia crudele assalto.
Io la lasciai ch’avea con breve guerra
treTre re gittati, un dopo l’altro, in terra;
 
{{gap|8em}}[32]
<span style="font-size:80%">32</span> e che giunta la sera ad un castello
E che giunta la sera ad un castello
ch’alla via di Parigi si ritrova,
Ch’alla via di Parigi si ritrova,
d’Agramante, che rotto dal fratello
D’Agramante, che rotto dal fratello
s’era ridotto in Arli, ebbe la nuova.
S’era ridotto in Arli, ebbe la nuova.
Certa che ’l suo Ruggier fosse con quello,
tostoTosto ch’apparve in ciel la luce nuova,
versoVerso Provenza, dove ancora intese
cheChe Carlo lo seguia, la strada prese.
 
{{gap|8em}}[33]
<span style="font-size:80%">33</span> Verso Provenza per la via più dritta
Verso Provenza per la via più dritta
andando, s’incontrò in una donzella,
Andando, s’incontrò in una donzella,
ancor che fosse lacrimosa e afflitta,
Ancor che fosse lacrimosa e afflitta,
bella di faccia e di maniere bella.
Bella di faccia e di maniere bella.
Questa era quella sì d’amor traffitta
perPer lo figliuol di Monodante, quella
donnaDonna gentil ch’avea lasciato al ponte
l’amanteL’amante suo prigion di Rodomonte.
 
{{gap|8em}}[34]
<span style="font-size:80%">34</span> Ella venìa cercando un cavalliero,
Ella venìa cercando un cavalliero,
ch’a far battaglia usato, come lontra,
inCh’a acquafar ebattaglia in terra fosseusato, e cosìcome fierolontra,
cheIn loacqua potessee alin paganterra porrefosse, incontra.e così fiero,
Che lo potesse al pagan porre incontra.
La sconsolata amica di Ruggiero,
comeCome quest’altra sconsolata incontra,
cortesementeCortesemente la saluta, e poi
leLe chiede la cagion dei dolor suoi.
 
{{gap|8em}}[35]
<span style="font-size:80%">35</span> Fiordiligi lei mira, e veder parle
Fiordiligi lei mira, e veder parle
un cavallier ch’al suo bisogno fia;
Un cavallier ch’al suo bisogno fia;
e comincia del ponte a ricontarle,
E comincia del ponte a ricontarle,
ove impedisce il re d’Algier la via;
Ove impedisce il re d’Algier la via;
e ch’era stato appresso di levarle
E ch’era stato appresso di levarle
l’amante suo: non che più forte sia;
L’amante suo: non che più forte sia;
ma sapea darsi il Saracino astuto
Ma sapea darsi il Saracino astuto
col ponte stretto e con quel fiume aiuto.
Col ponte stretto e con quel fiume aiuto.
 
<span style="font-size:80%">36</span> - Se sei (dicea) sì ardito e sì cortese,
{{gap|8em}}[36]
come ben mostri l’uno e l’altro in vista,
— Se sei (dicea) sì ardito e sì cortese,
mi vendica, per Dio, di chi mi prese
ilCome mioben signore,mostri l’uno e mil’altro fain gir sì trista;vista,
oMi consigliamivendica, almenoper inDio, chedi paesechi mi prese
Il mio signore, e mi fa gir sì trista;
possa io trovare un ch’a colui resista,
O consigliami almeno in che paese
e sappia tanto d’arme e di battaglia,
Possa io trovare un ch’a colui resista,
che ’l fiume e ’l ponte al pagan poco vaglia.
E sappia tanto d’arme e di battaglia,
 
Che ’l fiume e ’l ponte al pagan poco vaglia.
<span style="font-size:80%">37</span> Oltre che tu farai quel che conviensi
ad uom cortese e a cavalliero errante,
{{gap|8em}}[37]
in beneficio il tuo valor dispensi
Oltre che tu farai quel che conviensi
del più fedel d’ogni fedele amante.
Ad uom cortese e a cavalliero errante,
In beneficio il tuo valor dispensi
Del più fedel d’ogni fedele amante.
De l’altre sue virtù non appertiensi
aA me narrar; che sono tante e tante,
cheChe chi non n’ha notizia, si può dire
cheChe sia del veder privo e de l’udire. -
 
{{gap|8em}}[38]
<span style="font-size:80%">38</span> La magnanima donna, a cui fu grata
La magnanima donna, a cui fu grata
sempre ogni impresa che può farla degna
Sempre ogni impresa che può farla degna
d’esser con laude e gloria nominata,
subitoD’esser alcon pontelaude die venirgloria disegna:nominata,
edSubito oraal tantoponte più,di ch’èvenir disperata,disegna:
Ed ora tanto più, ch’è disperata,
vien volentier, quando anco a morir vegna;
Vien volentier, quando anco a morir vegna;
che credendosi, misera! esser priva
delChe suo Ruggierocredendosi, ha in odiomisera! d’esseresser viva.priva
Del suo Ruggiero, ha in odio d’esser viva.
 
<span style="font-size:80%">39</span> - Per quel ch’io vaglio, giovane amorosa
{{gap|8em}}[39]
— Per quel ch’io vaglio, giovane amorosa
(rispose Bradamante), io m’offerisco
diDi far l’impresa dura e perigliosa,
perPer altre cause ancor, ch’io preterisco;
maMa più, che del tuo amante narri cosa
cheChe narrar di pochi uomini avvertisco,
cheChe sia in amor fedel; ch’a fé ti giuro
ch’inCh’in ciò pensai ch’ognun fosse pergiuro. -
 
{{gap|8em}}[40]
<span style="font-size:80%">40</span> Con un sospir quest’ultime parole
finì, conCon un sospir ch’uscì dalquest’ultime core;parole
Finì, con un sospir ch’uscì dal core;
poi disse: - Andiamo; - e nel seguente sole
Poi disse: — Andiamo; — e nel seguente sole
giunsero al fiume, al passo pien d’orrore.
Giunsero al fiume, al passo pien d’orrore.
Scoperte da la guardia che vi suole
farneFarne segno col corno al suo signore,
ilIl pagan s’arma; e quale è ’l suo costume,
sulSul ponte s’apparecchia in ripa al fiume:
 
{{gap|8em}}[41]
<span style="font-size:80%">41</span> e come vi compar quella guerriera,
E come vi compar quella guerriera,
di porla a morte subito minaccia,
Di porla a morte subito minaccia,
quando de l’arme e del destrier su ch’era,
Quando de l’arme e del destrier su ch’era,
al gran sepolcro oblazion non faccia.
Al gran sepolcro oblazion non faccia.
Bradamante che sa l’istoria vera,
comeCome per lui morta Issabella giaccia,
cheChe Fiordiligi detto le l’avea,
alAl Saracin superbo rispondea:
 
{{gap|8em}}[42]
<span style="font-size:80%">42</span> - Perché vuoi tu, bestial, che gli innocenti
— Perché vuoi tu, bestial, che gli innocenti
facciano penitenza del tuo fallo?
Facciano penitenza del tuo fallo?
Del sangue tuo placar costei convienti:
tuTu l’uccidesti, e tutto ’l mondo sallo.
Sì che di tutte l’arme e guernimenti
diDi tanti che gittati hai da cavallo,
oblazioneOblazione e vittima più accetta
avràAvrà, ch’io te l’uccida in sua vendetta.
 
{{gap|8em}}[43]
<span style="font-size:80%">43</span> E di mia man le fia più grato il dono,
E di mia man le fia più grato il dono,
quando, come ella fu, son donna anch’io:
Quando, quicome venutaella adfu, altroson effettodonna sono,anch’io:
Né qui venuta ad altro effetto sono,
ch’a vendicarla; e questo sol disio.
Ch’a vendicarla; e questo sol disio.
Ma far tra noi prima alcun patto è buono,
cheChe ’l tuo valor si compari col mio.
S’abbattuta sarò, di me farai
quelQuel che degli altri tuoi prigion fatt’hai:
 
{{gap|8em}}[44]
<span style="font-size:80%">44</span> ma s’io t’abbatto, come io credo e spero,
Ma s’io t’abbatto, come io credo e spero,
guadagnar voglio il tuo cavallo e l’armi,
eGuadagnar quellevoglio offeriril soletuo alcavallo e cimiterol’armi,
eE tuttequelle l’altreofferir distaccarsole da’al marmi;cimitero,
E tutte l’altre distaccar da’ marmi;
e voglio che tu lasci ogni guerriero. -
E voglio che tu lasci ogni guerriero. —
Rispose Rodomonte: - Giusto parmi
Rispose Rodomonte: — Giusto parmi
che sia come tu di’; ma i prigion darti
Che sia come tu di’; ma i prigion darti
già non potrei, ch’io non gli ho in queste parti.
Già non potrei, ch’io non gli ho in queste parti.
 
<span style="font-size:80%">45</span> Io gli ho al mio regno in Africa mandati:
{{gap|8em}}[45]
ma ti prometto, e ti do ben la fede,
Io gli ho al mio regno in Africa mandati:
che se m’avvien per casi inopinati
cheMa tuti stiaprometto, ine sella eti ch’iodo rimangaben ala piedefede,
Che se m’avvien per casi inopinati
farò che saran tutti liberati
Che tu stia in tantosella e tempoch’io quantorimanga sia richiedepiede,
Farò che saran tutti liberati
di dare a un messo ch’in fretta si mandi
In tanto tempo quanto si richiede
e far quel che, s’io perdo, mi commandi.
Di dare a un messo ch’in fretta si mandi
 
E far quel che, s’io perdo, mi commandi.
<span style="font-size:80%">46</span> Ma s’a te tocca star di sotto, come
piu si conviene, e certo so che fia,
{{gap|8em}}[46]
non vo’ che lasci l’arme, né il tuo nome,
Ma s’a te tocca star di sotto, come
come di vinta, sottoscritto sia:
alPiu tuosi bel visoconviene, a’e beglicerto occhi,so alleche chiomefia,
Non vo’ che spiranlasci l’arme, tutti amoreil etuo leggiadrianome,
Come di vinta, sottoscritto sia:
voglio donar la mia vittoria; e basti
Al tuo bel viso, a’ begli occhi, alle chiome,
che ti disponga amarmi, ove m’odiasti.
Che spiran tutti amore e leggiadria,
 
Voglio donar la mia vittoria; e basti
<span style="font-size:80%">47</span> Io son di tal valor, son di tal nerbo,
Che ti disponga amarmi, ove m’odiasti.
ch’aver non déi d’andar di sotto a sdegno. -
{{gap|8em}}[47]
Io son di tal valor, son di tal nerbo,
Ch’aver non déi d’andar di sotto a sdegno. —
Sorrise alquanto, ma d’un riso acerbo
cheChe fece d’ira, più che d’altro, segno,
laLa donna, né rispose a quel superbo;
maMa tornò in capo al ponticel di legno,
spronòSpronò il cavallo, e con la lancia d’oro
venneVenne a trovar quell’orgoglioso Moro.
 
{{gap|8em}}[48]
<span style="font-size:80%">48</span> Rodomonte alla giostra s’apparecchia:
Rodomonte alla giostra s’apparecchia:
viene a gran corso; ed è sì grande il suono
Viene a gran corso; ed è sì grande il suono
che rende il ponte, ch’intronar l’orecchia
Che rende il ponte, ch’intronar l’orecchia
può forse a molti che lontan ne sono.
Può forse a molti che lontan ne sono.
La lancia d’oro fe’ l’usanza vecchia;
cheChe quel pagan, sì dianzi in giostra buono,
levòLevò di sella, e in aria lo sospese,
indiIndi sul ponte a capo in giù lo stese.
 
{{gap|8em}}[49]
<span style="font-size:80%">49</span> Nel trapassar ritrovò a pena loco
Nel trapassar ritrovò a pena loco
ove entrar col destrier quella guerriera;
Ove entrar col destrier quella guerriera;
e fu a gran risco, e ben vi mancò poco,
E fu a gran risco, e ben vi mancò poco,
ch’ella non traboccò ne la riviera:
Ch’ella non traboccò ne la riviera:
ma Rabicano, il quale il vento e ’l fuoco
concettoMa aveanRabicano, il destroquale edil agilvento era,e ’l fuoco
Concetto avean, sì destro ed agil era,
che nel margine estremo trovò strada;
Che nel margine estremo trovò strada;
e sarebbe ito anco su ’n fil di spada.
E sarebbe ito anco su ’n fil di spada.
 
<span style="font-size:80%">50</span> Ella si volta, e contra l’abbattuto
{{gap|8em}}[50]
pagan ritorna; e con leggiadro motto:
Ella si volta, e contra l’abbattuto
- Or puoi (disse) veder chi abbia perduto,
Pagan ritorna; e con leggiadro motto:
e a chi di noi tocchi di star di sotto. -
— Or puoi (disse) veder chi abbia perduto,
E a chi di noi tocchi di star di sotto. —
Di maraviglia il pagan resta muto,
ch’unaCh’una donna a cader l’abbia condotto;
eE far risposta non poté o non volle,
eE fu come uom pien di stupore e folle.
 
{{gap|8em}}[51]
<span style="font-size:80%">51</span> Di terra si levò tacito e mesto;
Di terra si levò tacito e mesto;
e poi ch’andato fu quattro o sei passi,
E poi ch’andato fu quattro o sei passi,
lo scudo e l’elmo, e de l’altre arme il resto
tuttoLo siscudo trassee l’elmo, e gittòde l’altre contraarme iil sassi;resto
eTutto solosi trasse, e a piè fugittò acontra dileguarsii presto:sassi;
E solo e a piè fu a dileguarsi presto:
non che commission prima non lassi
a un suo scudier,Non che vadacommission aprima farnon l’effettolassi
deiA prigionun suoisuo scudier, secondo che fuvada a far detto.l’effetto
Dei prigion suoi, secondo che fu detto.
 
<span style="font-size:80%">52</span> Partissi; e nulla poi più se n’intese,
{{gap|8em}}[52]
se non che stava in una grotta scura.
Partissi; e nulla poi più se n’intese,
Se non che stava in una grotta scura.
Intanto Bradamante avea sospese
diDi costui l’arme all’alta sepoltura,
eE fattone levar tutto l’arnese,
ilIl qual dei cavallieri, alla scrittura,
conobbeConobbe de la corte esser di Carlo;
nonNon levò il resto, e non lasciò levarlo.
 
{{gap|8em}}[53]
<span style="font-size:80%">53</span> Oltr’a quel del figliuol di Monodante,
Oltr’a quel del figliuol di Monodante,
v’è quel di Sansonetto e d’Oliviero,
V’è quel di Sansonetto e d’Oliviero,
che per trovare il principe d’Anglante,
Che per trovare il principe d’Anglante,
quivi condusse il più dritto sentiero.
Quivi condusse il più dritto sentiero.
Quivi fur presi, e furo il giorno inante
mandatiMandati via dal Saracino altiero.
Di questi l’arme fe’ la donna torre
daDa l’alta mole, e chiuder ne la torre.
 
{{gap|8em}}[54]
<span style="font-size:80%">54</span> Tutte l’altre lasciò pender dai sassi,
Tutte l’altre lasciò pender dai sassi,
che fur spogliate ai cavallier pagani.
Che fur spogliate ai cavallier pagani.
V’eran l’arme d’un re, del quale i passi
perPer Frontalatte mal fur spesi e vani:
ioIo dico l’arme del re de’ Circassi,
cheChe dopo lungo errar per colli e piani,
venneVenne quivi a lasciar l’altro destriero;
eE poi senz’arme andossene leggiero.
 
{{gap|8em}}[55]
<span style="font-size:80%">55</span> S’era partito disarmato e a piede
S’era partito disarmato e a piede
quel re pagan dal periglioso ponte,
Quel comere glipagan altridal ch’eranperiglioso di sua fedeponte,
Sì come gli altri ch’eran di sua fede,
partir da sé lasciava Rodomonte.
Partir da sé lasciava Rodomonte.
Ma di tornar più al campo non gli diede
ilIl cor; ch’ivi apparir non avria fronte:
cheChe per quel che vantossi, troppo scorno
gliGli saria farvi in tal guisa ritorno.
 
{{gap|8em}}[56]
<span style="font-size:80%">56</span> Di pur cercar nuovo desir lo prese
Di pur cercar nuovo desir lo prese
colei che sol avea fissa nel core.
Colei che sol avea fissa nel core.
Fu l’aventura sua, che tosto intese
(io non vi saprei dir chi ne fu autore)
ch’ellaCh’ella tornava verso il suo paese:
ondeOnde esso, come il punge e sprona Amore,
dietroDietro alla pesta subito si pone.
Ma tornar voglio alla figlia d’Amone.
 
{{gap|8em}}[57]
<span style="font-size:80%">57</span> Poi che narrato ebbe con altro scritto
Poi che narrato ebbe con altro scritto
come da lei fu liberato il passo;
Come da lei fu liberato il passo;
a Fiordiligi ch’avea il core afflitto,
eA teneaFiordiligi ch’avea il viso lacrimoso ecore bassoafflitto,
E tenea il viso lacrimoso e basso,
domandò umanamente ov’ella dritto
Domandò umanamente ov’ella dritto
volea che fosse, indi partendo, il passo.
Volea che fosse, indi partendo, il passo.
Rispose Fiordiligi: - Il mio camino
Rispose Fiordiligi: — Il mio camino
vo’ che sia in Arli al campo saracino,
Vo’ che sia in Arli al campo saracino,
 
<span style="font-size:80%">58</span> ove navilio e buona compagnia
{{gap|8em}}[58]
spero trovar da gir ne l’altro lito.
Ove navilio e buona compagnia
Spero trovar da gir ne l’altro lito.
Mai non mi fermerò fin ch’io non sia
venutaVenuta al mio signore e mio marito.
Voglio tentar, perché in prigion non stia,
piùPiù modi e più; che se mi vien fallito
questoQuesto che Rodomonte t’ha promesso,
neNe voglio avere uno ed un altro appresso. -
 
{{gap|8em}}[59]
<span style="font-size:80%">59</span> - Io m’offerisco (disse Bradamante)
— Io m’offerisco (disse Bradamante)
d’accompagnarti un pezzo de la strada,
D’accompagnarti un pezzo de la strada,
tanto che tu ti vegga Arli davante,
oveTanto perche amortu mioti vo’vegga che tuArli vadadavante,
aOve trovarper quelamor Ruggiermio delvo’ reche Agramante,tu vada
cheA deltrovar suoquel nomeRuggier ha pienadel ognire contrada;Agramante,
eChe chedel glisuo rendinome questoha buonpiena destriero,ogni contrada;
E che gli rendi questo buon destriero,
onde abbattuto ho il Saracino altiero.
Onde abbattuto ho il Saracino altiero.
 
<span style="font-size:80%">60</span> Voglio ch’a punto tu gli dica questo:
{{gap|8em}}[60]
- Un cavallier che di provar si crede,
Voglio ch’a punto tu gli dica questo:
e fare a tutto ’l mondo manifesto
che contraUn luicavallier sei mancatorche di fede;provar si crede,
E fare a tutto ’l mondo manifesto
acciò ti trovi apparecchiato e presto,
Che contra lui sei mancator di fede;
questo destrier, perch’io tel dia, mi diede.
Acciò ti trovi apparecchiato e presto,
Questo destrier, perch’io tel dia, mi diede.
Dice che trovi tua piastra e tua maglia,
eE che l’aspetti a far teco battaglia. -
 
{{gap|8em}}[61]
<span style="font-size:80%">61</span> Digli questo, e non altro; e se quel vuole
Digli questo, e non altro; e se quel vuole
saper da te ch’io son, di’ che nol sai. -
Saper da te ch’io son, di’ che nol sai. —
Quella rispose umana come suole:
- Non sarò stanca in tuo servizio mai,
spenderSpender la vita, non che le parole;
cheChe tu ancora per me così fatto hai. -
Grazie le rende Bradamante, e piglia
Frontino, e le lo porge per la briglia.
 
{{gap|8em}}[62]
<span style="font-size:80%">62</span> Lungo il fiume le belle e pellegrine
Lungo il fiume le belle e pellegrine
giovani vanno a gran giornate insieme,
Giovani vanno a gran giornate insieme,
tanto che veggono Arli, e le vicine
riveTanto odonche risonarveggono delArli, mare chele freme.vicine
Rive odon risonar del mar che freme.
Bradamante si ferma alle confine
quasiQuasi de’ borghi ed alle sbarre estreme,
perPer dare a Fiordiligi atto intervallo,
cheChe condurre a Ruggier possa il cavallo.
 
{{gap|8em}}[63]
<span style="font-size:80%">63</span> Vien Fiordiligi, ed entra nel rastrello,
Vien Fiordiligi, ed entra nel rastrello,
nel ponte e ne la porta; e seco prende
Nel ponte e ne la porta; e seco prende
chi le fa compagnia fin all’ostello
Chi le fa compagnia fin all’ostello
ove abita Ruggiero, e quivi scende;
Ove abita Ruggiero, e quivi scende;
e, secondo il mandato, al damigello
fa l’imbasciataE, esecondo il buon Frontinmandato, glial rende:damigello
Fa l’imbasciata, e il buon Frontin gli rende:
indi va, che risposta non aspetta,
Indi va, che risposta non aspetta,
ad eseguire il suo bisogno in fretta.
Ad eseguire il suo bisogno in fretta.
 
<span style="font-size:80%">64</span> Ruggier riman confuso e in pensier grande,
{{gap|8em}}[64]
e non sa ritrovar capo né via
Ruggier riman confuso e in pensier grande,
di saper chi lo sfide, e chi gli mande
aE direnon oltraggiosa eritrovar acapo fargli cortesia.via
Di saper chi lo sfide, e chi gli mande
A dire oltraggio e a fargli cortesia.
Che costui senza fede lo domande,
oO possa domandar uomo che sia,
nonNon sa veder né imaginare; e prima,
ch’ogn’altroCh’ogn’altro sia che Bradamante, istima.
 
{{gap|8em}}[65]
<span style="font-size:80%">65</span> Che fosse Rodomonte, era più presto
Che fosse Rodomonte, era più presto
ad aver, che fosse altri, opinione;
Ad aver, che fosse altri, opinione;
e perché ancor da lui debba udir questo,
E perché ancor da lui debba udir questo,
pensa, né imaginar può la cagione.
Pensa, né imaginar può la cagione.
Fuor che con lui, non sa di tutto ’l resto
delDel mondo, con chi lite abbia e tenzone.
Intanto la donzella di Dordona
chiedeChiede battaglia, e forte il corno suona.
 
{{gap|8em}}[66]
<span style="font-size:80%">66</span> Vien la nuova a Marsilio e ad Agramante,
Vien la nuova a Marsilio e ad Agramante,
ch’un cavallier di fuor chiede battaglia.
Ch’un cavallier di fuor chiede battaglia.
A caso Serpentin loro era avante,
edEd impetrò di vestir piastra e maglia,
eE promesse pigliar questo arrogante.
Il popul venne sopra la muraglia;
fanciullo restò, né restò veglio,
cheChe non fosse a veder chi fêsse meglio.
 
{{gap|8em}}[67]
<span style="font-size:80%">67</span> Con ricca sopravesta e bello arnese
Con ricca sopravesta e bello arnese
Serpentin da la Stella in giostra venne.
Al primo scontro in terra si distese:
ilIl destrier aver parve a fuggir penne.
Dietro gli corse la donna cortese,
eE per la briglia al Saracin lo tenne,
eE disse: - Monta, e fa che ’l tuo signore
miMi mandi un cavallier di te migliore. -
 
{{gap|8em}}[68]
<span style="font-size:80%">68</span> Il re african, ch’era con gran famiglia
Il re african, ch’era con gran famiglia
sopra le mura alla giostra vicino,
delSopra cortesele attomura assaialla sigiostra maravigliavicino,
Del cortese atto assai si maraviglia,
ch’usato ha la donzella a Serpentino.
Ch’usato ha la donzella a Serpentino.
- Di ragion può pigliarlo, e non lo piglia, -
— Di ragion può pigliarlo, e non lo piglia, —
diceva, udendo il popul saracino.
Diceva, udendo il popul saracino.
Serpentin giunge, e come ella commanda,
unUn miglior da sua parte al re domanda.
 
{{gap|8em}}[69]
<span style="font-size:80%">69</span> Grandonio di Volterna furibondo,
Grandonio di Volterna furibondo,
il più superbo cavallier di Spagna,
pregandoIl fecepiù sì,superbo checavallier fudi il secondoSpagna,
edPregando uscìfece consì, minacceche allafu campagna.il secondo,
Ed uscì con minacce alla campagna.
- Tua cortesia nulla ti vaglia al mondo;
che, quandoTua dacortesia menulla vintoti tuvaglia rimagna,al mondo;
alChe, mioquando signorda menarme presovinto titu voglio:rimagna,
maAl quimio morrai,signor s’iomenar posso,preso cometi soglio. -voglio:
Ma qui morrai, s’io posso, come soglio. —
 
<span style="font-size:80%">70</span> La donna disse lui: - Tua villania
{{gap|8em}}[70]
non vo’ che men cortese far mi possa,
La donna disse lui: — Tua villania
ch’io non ti dica che tu torni pria
cheNon sulvo’ che duromen terrencortese tifar doglianmi l’ossa.possa,
Ch’io non ti dica che tu torni pria
Che sul duro terren ti doglian l’ossa.
Ritorna, e di’ al tuo re da parte mia,
cheChe per simile a te non mi son mossa;
maMa per trovar guerrier che ’l pregio vaglia,
sonSon qui venuta a domandar battaglia. -
 
{{gap|8em}}[71]
<span style="font-size:80%">71</span> Il mordace parlare, acre ed acerbo,
Il mordace parlare, acre ed acerbo,
gran fuoco al cor del Saracino attizza;
Gran fuoco al cor del Saracino attizza;
sì che senza poter replicar verbo,
Sì che senza poter replicar verbo,
volta il destrier con colera e con stizza.
Volta il destrier con colera e con stizza.
Volta la donna, e contra quel superbo
laLa lancia d’oro e Rabicano drizza.
Come l’asta fatal lo scudo tocca,
coiCoi piedi al cielo il Saracin trabocca.
 
{{gap|8em}}[72]
<span style="font-size:80%">72</span> Il destrier la magnanima guerriera
Il destrier la magnanima guerriera
gli prese, e disse: - Pur tel prediss’io,
Gli prese, e disse: — Pur tel prediss’io,
che far la mia imbasciata meglio t’era,
cheChe defar la giostramia averimbasciata tantomeglio disio.t’era,
Che de la giostra aver tanto disio.
Di’, al re, ti prego, che fuor de la schiera
eleggaElegga un cavallier che sia par mio;
voglia con voi altri affaticarme,
ch’aveteCh’avete poca esperienza d’arme. -
 
{{gap|8em}}[73]
<span style="font-size:80%">73</span> Quei da le mura, che stimar non sanno
Quei da le mura, che stimar non sanno
chi sia il guerriero in su l’arcion sì saldo,
Chi sia il guerriero in su l’arcion sì saldo,
quei più famosi nominando vanno,
Quei più famosi nominando vanno,
che tremar li fan spesso al maggior caldo.
Che tremar li fan spesso al maggior caldo.
Che Brandimarte sia, molti detto hanno:
laLa più parte s’accorda esser Rinaldo:
moltiMolti su Orlando avrian fatto disegno;
maMa il suo caso sapean di pietà degno.
 
{{gap|8em}}[74]
<span style="font-size:80%">74</span> La terza giostra il figlio di Lanfusa
La terza giostra il figlio di Lanfusa
chiedendo, disse: - Non che vincer speri,
maChiedendo, perchédisse: di caderNon piùche degnavincer scusasperi,
Ma perché di cader più degna scusa
abbian, cadendo anch’io, questi guerrieri. -
Abbian, cadendo anch’io, questi guerrieri. —
E poi di tutto quel ch’in giostra s’usa
siSi messe in punto; e di cento destrieri
cheChe tenea in stalla, d’un tolse l’eletta,
ch’aveaCh’avea il correre acconcio, e di gran fretta.
 
{{gap|8em}}[75]
<span style="font-size:80%">75</span> Contra la donna per giostrar si fece;
Contra la donna per giostrar si fece;
ma prima salutolla, ed ella lui.
Ma prima salutolla, ed ella lui.
Disse la donna: - Se saper mi lece,
ditemiDisse inla cortesiadonna: che siateSe vui.saper -mi lece,
Ditemi in cortesia che siate vui. —
Di questo Ferraù le satisfece,
ch’usòCh’usò di rado di celarsi altrui.
Ella soggiunse: - Voi già non rifiuto,
maMa avria più volentieri altri voluto. -
 
{{gap|8em}}[76]
<span style="font-size:80%">76</span> - E chi? - Ferraù disse. Ella rispose:
— E chi? — Ferraù disse. Ella rispose:
- Ruggiero; - e a pena il poté proferire,
— Ruggiero; — e a pena il poté proferire,
e sparse d’un color come di rose
laE bellissimasparse facciad’un incolor questocome dire.di rose
La bellissima faccia in questo dire.
Soggiunse al detto poi: - Le cui famose
lodeSoggiunse aal taldetto provapoi: m’han fattoLe venire.cui famose
Lode a tal prova m’han fatto venire.
Altro non bramo, e d’altro non mi cale,
cheChe di provar come egli in giostra vale. -
 
{{gap|8em}}[77]
<span style="font-size:80%">77</span> Semplicemente disse le parole
Semplicemente disse le parole
che forse alcuno ha già prese a malizia.
Che forse alcuno ha già prese a malizia.
Rispose Ferraù: - Prima si vuole
Rispose Ferraù: — Prima si vuole
provar tra noi chi sa più di milizia.
Provar tra noi chi sa più di milizia.
Se di me avvien quel che di molti suole,
poiPoi verrà ad emendar la mia tristizia
quelQuel gentil cavallier che tu dimostri
averAver tanto desio che teco giostri. -
 
{{gap|8em}}[78]
<span style="font-size:80%">78</span> Parlando tuttavolta la donzella
Parlando tuttavolta la donzella
teneva la visiera alta dal viso.
Teneva la visiera alta dal viso.
Mirando Ferraù la faccia bella,
siSi sente rimaner mezzo conquiso,
eE taciturno dentro a sé favella:
- Questo un angel mi par del paradiso;
eE ancor che con la lancia non mi tocchi,
abbattutoAbbattuto son già da’ suoi begli occhi. -
 
{{gap|8em}}[79]
<span style="font-size:80%">79</span> Preson del campo; e come agli altri avvenne,
Preson del campo; e come agli altri avvenne,
Ferraù se n’uscì di sella netto.
Bradamante il destrier suo gli ritenne,
eE disse: - Torna, e serva quel c’hai detto. -
Ferraù vergognoso se ne venne,
eE ritrovò Ruggier ch’era al cospetto
delDel re Agramante; e gli fece sapere
ch’allaCh’alla battaglia il cavallier lo chere.
 
{{gap|8em}}[80]
<span style="font-size:80%">80</span> Ruggier non conoscendo ancor chi fosse
Ruggier non conoscendo ancor chi fosse
chi a sfidar lo mandava alla battaglia,
Chi a sfidar lo mandava alla battaglia,
quasi certo di vincere, allegrosse;
Quasi certo di vincere, allegrosse;
e le piastre arrecar fece e la maglia:
E le piastre arrecar fece e la maglia:
né l’aver visto alle gravi percosse,
Né l’aver visto alle gravi percosse,
che gli altri sian caduti, il cor gli smaglia.
Che gli altri sian caduti, il cor gli smaglia.
Come s’armasse, e come uscisse, e quanto
poiPoi ne seguì, lo serbo all’altro canto.
</poem>