Pagina:Albini - Voci di campanili.djvu/41: differenze tra le versioni
Alex_brollo: split |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione|38|{{Sc|santa maria delle grazie}}|riga=si}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
medaglie, |
medaglie, de’ suoi rosoni, de’ suoi stemmi, delle finissime fascie in terra cotta, che la fanno sembrare più che una chiesa, un immenso scrigno gemmato ove stian racchiuse delle perle rare. |
||
E lo doveva essere infatti per Lodovico il Moro, quando sotto la tribuna, |
E lo doveva essere infatti per Lodovico il Moro, quando sotto la tribuna, ch’era stato un sogno suo e di Beatrice d’Este, là nel coro, sopra le due mensole in similitudine di due leoni depose la bara coperta di velluto e ornata d’oro, che racchiudeva la sua giovane sposa morta nel dar la luce a un bimbo. Erano spenti quegli occhi in cui forse brillò la prima fiammella d’ambizione che accese nel cuore di lui l’inestinguibile incendio che doveva accecarlo. |
||
⚫ | |||
⚫ | |||
La sfrenata ambizione di un solo uomo doveva chiamare al di qua delle Alpi, a sfogo di una personale offesa, tanto più pungente perchè meritata, quel tozzo e rozzo re francese che appena varcato il confine diede un saggio di ciò che |
La sfrenata ambizione di un solo uomo doveva chiamare al di qua delle Alpi, a sfogo di una personale offesa, tanto più pungente perchè meritata, quel tozzo e rozzo re francese che appena varcato il confine diede un saggio di ciò che |