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a Sicone nel principato di Benevento, mosse i suoi Longobardi contro di Napoli, come colui che ad ogni modo voleva riscuotere l’annual tributo, rifiutato da Buono. Per incutergli spavento Andrea s’indirizzò a’ Saracini, sollecitandoli di compatir con una flotta nelle acque del golfo. Bene s’appose; perchè Sicardo restiuì i prigionieri, e conchiuse una tregua di cinque anni. I quali essendo decorsi, e fattosi nell’intervallo del tempo assai poderoso e temuto, ritornò a’ danni del Duca. Questi implorò soccorso dall’Imperator d’occidente, e Lotario I gli ebbe incontanente mandato Gontardo, cavalier francese, con un pugno di militi; i quali se non poterono ribattere le offese di Sicardo, tornarono abili a fermare una pace all’836. Quel ''Gontardo'' per nuova richiesta ritornò in Napoli, ma questa seconda volta covando perversi pensieri: avuto in moglie Euprassia, vedova che fu di Leone, si pose a parteggiare pe’ nemici dì Andrea, ed ogni dì più crebbe in insolenza
a Sicone nel principato di Benevento, mosse i suoi Longobardi contro di Napoli, come colui che ad ogni modo voleva riscuotere l’annual tributo, rifiutato da Buono. Per incutergli spavento Andrea s’indirizzò a’ Saracini, sollecitandoli di compatir con una flotta nelle acque del golfo. Bene s’appose; perchè Sicardo restiuì i prigionieri, e conchiuse una tregua di cinque anni. I quali essendo decorsi, e fattosi nell’intervallo del tempo assai poderoso e temuto, ritornò a’ danni del Duca. Questi implorò soccorso dall’Imperator d’occidente, e Lotario I gli ebbe incontanente mandato Gontardo, cavalier francese, con un pugno di militi; i quali se non poterono ribattere le offese di Sicardo, tornarono abili a fermare una pace all’836. Quel ''Gontardo'' per nuova richiesta ritornò in Napoli, ma questa seconda volta covando perversi pensieri: avuto in moglie Euprassia, vedova che fu di Leone, si pose a parteggiare pe’ nemici dì Andrea, ed ogni dì più crebbe in insolenza
od ambizione; perchè ordita una congiura, uccise il suocero suo
od ambizione; perchè ordita una congiura, uccise il suocero suo
benefattore, e s’impadronì del Ducato. Era Tanno 843 allorchè questo attentato accese l’animo de’ Napoliiani alla vendetta: tra loro, essendo tutti indignati, non era alcuno che si potesse porre a capo della rivolta, l’uno all’altro contrastandone il merito e la lode, quando a cessar l’onorata gara comparve tra li folla un eremita, stringendo cun una mano un’asta, in cima alla quale pendevano le vesti insanguinate dell’ucciso Andrea, e recandosi con l’altra il giovinetto Sergio, figliuol di Leone e di Euprassia, che egli nei precedenti tumulti avea salvato nelle catacombe di S. Gennaro, là dove si apriva la valle degli Eumelidi. Quell’apparizione fu come
benefattore, e s’impadronì del Ducato. Era Tanno 843 allorchè questo attentato accese l’animo de’ Napolitani alla vendetta: tra loro, essendo tutti indignati, non era alcuno che si potesse porre a capo della rivolta, l’uno all’altro contrastandone il merito e la lode, quando a cessar l’onorata gara comparve tra li folla un eremita, stringendo cun una mano un’asta, in cima alla quale pendevano le vesti insanguinate dell’ucciso Andrea, e recandosi con l’altra il giovinetto Sergio, figliuol di Leone e di Euprassia, che egli nei precedenti tumulti avea salvato nelle catacombe di S. Gennaro, là dove si apriva la valle degli Eumelidi. Quell’apparizione fu come