Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/163: differenze tra le versioni
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
La prima fu la |
La prima fu la Normanda, e di questa nazione vi furono quattro Re. |
||
<ref follow="pag98">{{Pt|dustrie|industrie}} e del commercio. Prova evidente della prosperità di un paese è la crescente popolazione, ed il concorso degli stranieri che vengono a dimorarvi; e l’uno e l’altro avvenne sotto gli Aragonesi, e gran numero vi concorsero dall’Epiro, dal Peloponneso e dalla Dalmazia, lasciando stare i Greci di Costantinopoli, che abbiamo già veduto da que’ Principi raccolti ed onorati. Il commercio esterno che con la perdita della marineria mercantile sotto i Durazzeschi erasi spento, fu ravvivato dagli Aragonesi. Per incoraggiare la costruzione delle navi fecero leggi che rendevan franche da ogni dazio di dogana, ancoraggio e falangaggio tutte, le navi che i Napolitani costruissero nel Regno. È da osservarsi che il commercio esterno divenne studio e pensiero di nobilissime famiglie. Adunque le leggi finanziere e commerciali furon certo migliori che quelle de’ Normanni e degli Svevi. Ma in un tempo nel |
<ref follow="pag98">{{Pt|dustrie|industrie}} e del commercio. Prova evidente della prosperità di un paese è la crescente popolazione, ed il concorso degli stranieri che vengono a dimorarvi; e l’uno e l’altro avvenne sotto gli Aragonesi, e gran numero vi concorsero dall’Epiro, dal Peloponneso e dalla Dalmazia, lasciando stare i Greci di Costantinopoli, che abbiamo già veduto da que’ Principi raccolti ed onorati. Il commercio esterno che con la perdita della marineria mercantile sotto i Durazzeschi erasi spento, fu ravvivato dagli Aragonesi. Per incoraggiare la costruzione delle navi fecero leggi che rendevan franche da ogni dazio di dogana, ancoraggio e falangaggio tutte, le navi che i Napolitani costruissero nel Regno. È da osservarsi che il commercio esterno divenne studio e pensiero di nobilissime famiglie. Adunque le leggi finanziere e commerciali furon certo migliori che quelle de’ Normanni e degli Svevi. Ma in un tempo nel |
||
quale non eran divisi i confini de’ vari codici, nè le leggi di amministrazione eran tutte ordinate ad uno scopo, e non avevano un |
quale non eran divisi i confini de’ vari codici, nè le leggi di amministrazione eran tutte ordinate ad uno scopo, e non avevano un |
||
pensiero che trasparisse in esse e le mostrasse originate da una sola mente, dovevano per necessità essere spesso discordi, avverse |
pensiero che trasparisse in esse e le mostrasse originate da una sola mente, dovevano per necessità essere spesso discordi, avverse |
||
contraddittorie; e tali furono, per modo che la stessa mano, la quale aveva scritto una legge favorevole al commercio, ne scriveva un’altra funesta alle industrie; quando con una prammatica si concedevano favori alla marineria mercantile, con un’altra la finanza vietava l’estrazione de’ prodotti.<br /> |
|||
contraddittorie; |
|||
{{spazi|3}}Terminate le contese tra la Casa di Frarcia e quella di Aragona, e confermata sul trono quella della Spagna, incominciava l’infausto governo de’ Vicerè. Abbiamo dato veramente, diceva {{AutoreCitato|Publio Cornelio Tacito|Tacito}}, grande documento di sofferenza! Per quello riguarda la pastorizia e le industrie agricole, disparvero: si costringevano i Comuni a vendere le terre demaniali: delle terre erano tre quarti pertinenti ad ordini privilegiati, e tutte le gravezze piombavano su la quarta parte del popolo, la più infelice. Queste gravezze crescevano, perchè la Corte di Spagna doveva alimentar la guerra col danaro e con le braccia de’ Napolitani. Sparite le industrie de’ campi, delle greggi e delle fabbriche, che abbiam veduto prosperare sotto gli Aragonesi, pareva che il governo non avesse dove imporre le {{Pt|gra-|}}</ref> |
|||
e tali furono, per modo che la stessa mano, la |
|||
quale aveva scritto una legge favorevole al commercio, ne scriveva |
|||
un’altra funesta alle industrie •, quando con una prammatica |
|||
si concedevano favori alla marineria mercantile, con un’altra la |
|||
finanza vietava l’estrazione de’ prodotti. |
|||
Terminate le contese tra la Casa di Frarcia e quella dì Aragona, |
|||
e confermata sul trono quella della Spagna, incominciava l’infausto |
|||
governo de’ Viceré. Abbiamo dato veramente, diceva Tacito, |
|||
grande documento di sofferenza! Per quello riguarda la pastorizia |
|||
e le industrie agricole, disparvero: si costringevano i Comuni a |
|||
vendere le terre demaniali: delle terre erano tre quarti pertinenti |
|||
ad ordini privilegiati, e tutte le gravezze piombavano su la quarta |
|||
parte del popolo, la più infelice. Queste gravezze crescevano, perchè |
|||
la Corte di Spagna doveva alimentar la guerra col danaro e |
|||
con le braccia de’ Napolitani. Sparite le industrie de’ campi, delle |
|||
greggi e delle fabbriche, che abbiam veduto prosperare sotto gli |
|||
Aragonesi, pareva che il governo non avesse dove imporre le gra-</ref> |