Pagina:Svevo - La coscienza di Zeno, Milano 1930.djvu/184: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Xavier121: split
 
BrolloBot (discussione | contributi)
m Alcune correzioni via BrolloBot
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 25%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|||181}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
verlo annullalo varie volte e ricostruito con grande fatica c sono sorpreso che nessuno se ne sia accorto. Mai non ebbi la certezza d’avviarmi proprio al matrimonio, ma pare che tuttavia io mi sia comportato da fidanzato abbastanza amoroso. Infatti io baciavo e stringevo al seno la sorella di Ada ogni qualvolta ne avevo la possibilità.
181

verlo annullalo varie volte e ricostruito con grande fatica
Augusta subiva le mie aggressioni come credeva che una sposa dovesse ed io mi comportai relativamente bone, solo perchè la signora Malfenti non ci lasciò soli che per brevi istanti. La mia sposa era molto meno brutta di quanto avessi creduto, e la sua più grande bellezza la scopersi baciandola: il suo rossore! Là dove baciavo sorgeva una fiamma in mio onore ed io baciavo più con la curiosità dello sperimentatore che col fervore dell’amante.
c sono sorpreso che nessuno se ne sia accorto. Mai non

ebbi la certezza d’avviarmi proprio al matrimonio, ma
Ma il desiderio non mancò e rese un po’ più lieve quella grave epoca. Guai se Augusta e sua madre non m’avessero impedito di bruciare quella fiamma in una sola volta come io spesso ne avrei avuto il desiderio.
pare che tuttavia io mi sia comportato da fidanzato ab¬

bastanza amoroso. Infatti io baciavo e stringevo al seno
Come si avrebbe continuato a vivere allora? Almeno così il mio desiderio continuò a darmi sulle scale di quella casa la stessa ansia come quando le salivo per andare alla conquista di Ada. Gli scalini dispari mi promettevano che quel giorno avrei potuto far vedere ad Augusta che cosa fosse il fidanzamento ch’essa aveva voluto. Sognavo un’azione violenta che m’avrebbe ridato lutto il sentimento della mia libertà. Non volevo mica altro io ed è ben strano che quando Augusta intese quello ch’io volevo, l’abbia interpretato quale un segno di febbre d’amore.
la sorella di Ada ogni qualvolta ne avevo la possibilità.

Augusta subiva le mie aggressioni come credeva che
una sposa dovesse ed io mi comportai relativamente bo¬
ne, solo perchè la signora Malfenti non ci lasciò soli che
per brevi istanti. La mia sposa era molto meno brutta
di quanto avessi creduto, e la sua più grande bellezza la
scopersi baciandola: il suo rossore! Là dove baciavo
sorgeva una fiamma in mio onore ed io baciavo più con
la curiosità dello sperimentatore che col fervore dell’a¬
mante.
Ma il desiderio non mancò e rese un po’ più lieve
quella grave epoca. Guai se Augusta e sua madre non
m’avessero impedito di bruciare quella fiamma in una
sola volta come io spesso ne avrei avuto il desiderio.
Come si avrebbe continuato a vivere allora? Almeno
così il mio desiderio continuò a darmi sulle scale di
quella casa la stessa ansia come quando le salivo per
andare alla conquista di Ada. Gli scalini dispari mi pro¬
mettevano che quel giorno avrei potuto far vedere ad
Augusta che cosa fosse il fidanzamento ch’essa aveva
voluto. Sognavo un’azione violenta che m’avrebbe ridato
lutto il sentimento della mia libertà. Non volevo mica
altro io ed è ben strano che quando Augusta intese quel¬
lo ch’io volevo, l’abbia interpretato quale un segno di
febbre d’amore.
Nel mio ricordo quel periodo si divide in due fasi.
Nel mio ricordo quel periodo si divide in due fasi.

Nella prima la signora Malfenti ci faceva spesso sorve¬
Nella prima la signora Malfenti ci faceva spesso sorve¬
Piè di pagina (non incluso)Piè di pagina (non incluso)
Riga 1: Riga 1:

<references/>