Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/122: differenze tra le versioni
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cornice intersecava la parte superiore della porta, la quale secondo le regole dell’Architettura, doveva avere tre quinti dell’altezza della camera; e in tal maniera la camera era come divisa tutto intorno in due parti. La parte superiore, la quale serviva come di fregio alla parte di sotto, era a quella come due a tre. Lo spazio sotto e sopra la cornice era diviso in ripartimenti, o riquadri, i quali erano più alti che larghi; ed aveano d’ordinario la larghezza della porta, che veniva a formarne da se stessa uno. Questi erano incorniciati di listelli di diversi colori, e fra di essi ve ne erano degli altri più piccoli, rotondi, o quadrati, in cui si dipingeva una figura, o un paesino. Al di sopra della cornice vi era la stessa divisione, in modo però che le riquadrature erano più larghe che lunghe; e vi si dipingeano similmente paesini, vedute di mare, e cose simili<ref>Era forse dipinta a questo modo la parte della casa, o dell’Oeco descritto da {{AutoreCitato|Luciano di Samosata|Luciano}} ''De domo, §. 9. oper. Tom. {{Sc|iiI}}. pag. 195''., dicendo che le pitture delle mura per la bellezza dei colori, e per la naturalezza delle cose rappresentatevi, potevano paragonarsi ad un prato fiorito, e all’aspetto di una ridente primavera: ''ornatum vero reliquum, & picturas parietum, & colorum pulchritudinem, & evidentiam uniuscujusque, accurationemque, & veritatem, aspectui veris, & prato florido comparare relictum fuerit''. V’erano anche delle pitture di soggetti mitologici, e tra le altre Luciano parla di una nel ''§. 23. pag. 203''., il soggetto della quale egli lo credea cavato da {{AutoreCitato |Euripide|Euripide}}, o {{AutoreCitato|Sofocle |Sofocle}}; al ''§. 31. pag. 207''. di altra,in cui si rappresentava Medea, che colla spada sguainata, e con occhio truce guardava i figli, i quali sedendo per terra sorrideano a lei: della quale pittura voleva probabilmente parlare {{AutoreCitato|Johann Joachim Winckelmann|Winkelmann}} nel ''Tom. I. p. 339.''; ma Luciano non la dice opera di Timomaco. Lo stesso Winkelmann nel ''Tom. {{Sc|iI}}. Lib. VII. Cap. {{Sc|iI}}''. tratta a lungo del meccanismo di quelle pitture sul muro. Si facevano sulla calcina ancor umida, o sul muro già secco. Si dipingevano pure all’encausto, come ivi, ''pag. 78. seg.'' notano gli Editori Milanesi; e principalmente vi si dipingevano le porte, rappresentandovi diversi soggetti, come si ricava dall’epigramma di {{AutoreCitato|Decimo Magno Ausonio|Ausonio}} citato alla detta ''pag. 79''. Intorno a quella pittura all’encausto, e alle altre maniere di dipingere dei Greci, e dei Romani, può anche vedersi l’opera, che ultimamente vi ha scritta il sig. abate {{AutoreCitato|Vicente Requeno|Requeno}}.</ref>. |
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parte della casa, o dell’Oeco descritto da |
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Luciano |
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De domo, §. 9. oper. Tom. iiI. |
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pag. 195., dicendo che le pitture delle mura |
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per la bellezza dei colori, e per la naturalezza |
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delle cose rappresentatevi, potevano |
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paragonarsi ad un prato fiorito, e all’aspetto |
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di una ridente primavera: ornatum vero reliquum, |
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& pifluras parietum, & colorum |
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pulchruudinem, & evidentiam uniufcujujque, |
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accurationemque, & veritatem, afpectui |
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veris, & prato florido comparare relictum |
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suerit. V’erano anche delle pitture di |
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soggetti mitologici, e tra le altre Luciano |
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parla |
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di una nel §. 23. pag. 203., il soggetto |
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della quale egli lo credea cavato da {{AutoreCitato|Euripide|Euripide}}, |
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o {{AutoreCitato|Sofocle|Sofocle}}; al §. 31. pag. 207. di altra,in cui si rappresentava Medea, che colla spada |
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sguainata, e con occhio truce guardava i |
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figli, i quali sedendo per terra sorrideano a |
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lei: della quale pittura voleva probabilmente |
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parlare {{AutoreCitato|Johann Joachim Winckelmann|Winkelmann}} nel Tom. 1. p.jg,; |
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ma Luciano non la dice opera di Timomaco. |
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Lo stesso Winkelmann nel Tom. {{Sc|iI}}. Lib. VII. |
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Cap. {{Sc|iI}}. tratta a lungo del meccanismo di |
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quelle pitture fui muro. Si facevano sulla |
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calcina ancor umida, o fui muro già secco. Si dipingevano pure all’encausto, come ivi, pag. yS. seg. notano gli Editori Milanesi; e principalmente vi si dipingevano le porte, |
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rappresentandovi diversi soggetti, come si |
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ricava dall’epigramma di {{AutoreCitato|Decimo Magno Ausonio|Ausonio}} citato alla |
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detta pag. jg. Intorno a quella pittura all’encausto, |
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e alle altre maniere di dipingere dei |
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Greci, e dei Romani, può anche vedersi |
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l’opera, che ultimamente vi ha scritta il sig. abate {{AutoreCitato|Vicente Requeno|Requeno}}.</ref>. |
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§. 25. Un muro d’una camera ripartito, e decorato in quella maniera si osserva nella galleria delle pitture antiche a Portici, ed è lungo più di venti palmi, e largo quattordici. Ha, come si è detto, dei riquadri sopra, e sotto la cornice, la quale è guarnita di fogliami. Dei tre ripartimenti di sotto, quel di mezzo è più largo che quello dei lati, il primo de’ quali ha intorno una fascia di color {{Pt|gial-|}} |
§. 25. Un muro d’una camera ripartito, e decorato in quella maniera si osserva nella galleria delle pitture antiche a Portici, ed è lungo più di venti palmi, e largo quattordici. Ha, come si è detto, dei riquadri sopra, e sotto la cornice, la quale è guarnita di fogliami. Dei tre ripartimenti di sotto, quel di mezzo è più largo che quello dei lati, il primo de’ quali ha intorno una fascia di color {{Pt|gial-|}} |