Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/121: differenze tra le versioni

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Ogni giorno che passava accresceva il loro amore immenso, puro come il giglio fatto ardente dai raggi del sole di giugno, e il mistero profondo con cui dovevano velarlo non faceva che rendere più intensa e grande la fiamma.
Ogni giorno che passava accresceva il loro amore immenso, puro come il giglio fatto ardente dai raggi del sole di giugno, e il mistero profondo con cui dovevano velarlo non faceva che rendere più intensa e grande la fiamma.


Senza dubbio Massimo adorava la piccola fanciulla con tutta l’anima sua, ma Lara lo amava ancora di più. Ogni palpito, ogni pensiero veniva letteralmente consacrato a lui; lo seguiva passo passo col volo della sua fantasia, lo vedeva assidersele accanto nelle ore di solitudine o quando la febbre la costringeva a vegliare intere notti, e allora gli parlava, sorridendogli dolcemente, trovando per lui frasi d’amore che avrebbero fatto onore al più grande poeta innamorato, e nei giorni in cui doveva rivederlo viveva in un’ansia continua cagionata dalla paura di non poter recarsi al convegno, o di essere scoperti, e dalla gioia febbrile di rivederlo. Contava le ore, i minuti, aspettava tremando l’istante preciso di uscire, e appena si trovava fra le braccia di Massimo, stretta fortemente al suo cuore balzante, non trovava più le belle frasi preparate, non sapeva dir nulla e tremava e sorrideva e scordava ogni angoscia, ogni lagrima, provando una voluttà sovrumana allorché le loro labbra s’univano e i loro occhi si fissavano al chiarore incerto dalle stelle o deila luna vagante fra le nuvole dell’autunno.
Senza dubbio Massimo adorava la piccola fanciulla con tutta l’anima sua, ma Lara lo amava ancora di più. Ogni palpito, ogni pensiero veniva letteralmente consacrato a lui; lo seguiva passo passo col volo della sua fantasia, lo vedeva assidersele accanto nelle ore di solitudine o quando la febbre la costringeva a vegliare intere notti, e allora gli parlava, sorridendogli dolcemente, trovando per lui frasi d’amore che avrebbero fatto onore al più grande poeta innamorato, e nei giorni in cui doveva rivederlo viveva in un’ansia continua cagionata dalla paura di non poter recarsi al convegno, o di essere scoperti, e dalla gioia febbrile di rivederlo. Contava le ore, i minuti, aspettava tremando l’istante preciso di uscire, e appena si trovava fra le braccia di Massimo, stretta fortemente al suo cuore balzante, non trovava più le belle frasi preparate, non sapeva dir nulla e tremava e sorrideva e scordava ogni angoscia, ogni lagrima, provando una voluttà sovrumana allorché le loro labbra s’univano e i loro occhi si fissavano al chiarore incerto dalle stelle o della luna vagante fra le nuvole dell’autunno.


Poi rientrava barcollando, chiedendosi se tutto ciò non fosse un sogno; le lettere di Massimo le assicuravano il contrario. Lara leggeva e rileggeva quelle lettere, baciandole e spesso bagnandole di lagrime; erano lettere lunghe, ardenti, spiranti il profumo di un amore pazzo e delirante; ma, come il nuovo amore di lei non rassomigliava per nulla al primo, così le lettere di Massimo non
Poi rientrava barcollando, chiedendosi se tutto ciò non fosse un sogno; le lettere di Massimo le assicuravano il contrario. Lara leggeva e rileggeva quelle lettere, baciandole e spesso bagnandole di lagrime; erano lettere lunghe, ardenti, spiranti il profumo di un amore pazzo e delirante; ma, come il nuovo amore di lei non rassomigliava per nulla al primo, così le lettere di Massimo non