Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/21: differenze tra le versioni

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— Dì, Margherì, domani, non portarlo più alla messa il libro di preghiere! — Che colpo, che colpo per la povera damina! Ne pianse per una settimana, e sempre sempre, non ostante gli anni e la morte della zitellona sua nemica, quel ricordo le rimase in cuore come un tarlo, gettando un riflesso di ira, di umiliazione nella sua anima, per natura assai calma e proclive al perdono e alla pace.
— Dì, Margherì, domani, non portarlo più alla messa il libro di preghiere! — Che colpo, che colpo per la povera damina! Ne pianse per una settimana, e sempre sempre, non ostante gli anni e la morte della zitellona sua nemica, quel ricordo le rimase in cuore come un tarlo, gettando un riflesso di ira, di umiliazione nella sua anima, per natura assai calma e proclive al perdono e alla pace.


Sì, era un’anima buona e tranquilla quella di donna Margherita; il soffio delle passioni ardenti, delle speranze pazza, dei sogni infocati, dei volubili amori che ora dilaniano l’anima di quasi tutte le donne, non aveva sfiorato la sua vita morale, nè scossa la fede serena della sua mente purissima: da fanciulla, mai le parole: «sono infelice; voglio morire!...» che sono e sono sempre state il «credo» delle ragazze da marito, erano state
Sì, era un’anima buona e tranquilla quella di donna Margherita; il soffio delle passioni ardenti, delle speranze pazze, dei sogni infocati, dei volubili amori che ora dilaniano l’anima di quasi tutte le donne, non aveva sfiorato la sua vita morale, nè scossa la fede serena della sua mente purissima: da fanciulla, mai le parole: «sono infelice; voglio morire!...» che sono e sono sempre state il «credo» delle ragazze da marito, erano state