Pagina:Chi l'ha detto.djvu/132: differenze tra le versioni
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— «Ammiraglio, che notizie ha ricevuto? |
— «Ammiraglio, che notizie ha ricevuto? |
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— «Maestà.... E lo stato del mare (e stava per riporre il foglio |
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onde comunicarlo poi al Re). |
— «Maestà.... È lo stato del mare (e stava per riporre il foglio onde comunicarlo poi al Re). |
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«La Regina stese la mano. |
«La Regina stese la mano. |
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«Alle prime righe la Regina vide di che si trattava e abbassò |
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il telegramma per permettere al Principino, che le sedeva vicino, |
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di seguirne la lettura insieme a lei. |
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«Quando Sua Maestà s’accorse che il fanciullo aveva letto, prese |
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una matita e sul bracciolo del seggiolone, sotto gli occhi stessi del |
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Principe, scrisse; fece leggere in silenzio ciò che aveva scritto e |
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rese il telegramma al ministro. Questi lo prese e vide le seguenti |
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parole scritte così: |
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«L’ammiraglio s’inchinò e pregò la Regina di autorizzarlo a |
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serbare quell’autografo come prova della fermezza d’animo di Sua |
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Maestà. E il viaggio restò deciso malgrado le notìzie. |
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dell’intiero telegramma comprese le belle parole della Regina Margherita. |
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frase detta nel Reichstag tedesco dal Principe di Bismarck il |
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«Alle prime righe la Regina vide di che si trattava e abbassò il telegramma per permettere al Principino, che le sedeva vicino, di seguirne la lettura insieme a lei. |
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14 maggio 1872, alludendo al conflitto dell’Impero col Vaticano. |
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È quasi superfluo di ricordare che Canossa, castello presso Reggio |
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«Quando Sua Maestà s’accorse che il fanciullo aveva letto, prese una matita e sul bracciolo del seggiolone, sotto gli occhi stessi del Principe, scrisse; fece leggere in silenzio ciò che aveva scritto e rese il telegramma al ministro. Questi lo prese e vide le seguenti parole scritte così: |
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Emilia, fu il teatro della umiliazione di Enrico IV dinanzi al pontefice |
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Gregorio VII (1077). I giornali napoletani dell’ottobre 1894, |
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narrando i particolari di un colloquio fra Emilio Castelar e il |
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Sindaco di Napoli, dissero che Castelar rivendicò a sé medesimo |
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«L’ammiraglio s’inchinò e pregò la Regina di autorizzarlo a serbare quell’autografo come prova della fermezza d’animo di Sua Maestà. E il viaggio restò deciso malgrado le notizie. |
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l’origine di questa frase bismarckiana. Egli, essendo presidente |
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della Repubblica di Spagna, e dovendosi provvedere ad alcuni |
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vescovati vacanti, si mise d’accordo col Papa per le nomine, |
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Bismarck scrivendogli gliene mosse rimprovero, e Castelar rispose. Noi non andremo a Canossa. |
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{{Cld|349|Nach Canossa gehen wir nicht.|traduzione = Noi non andremo a Canossa.}} frase detta nel Reichstag tedesco dal {{AutoreCitato|Otto von Bismarck|Principe di {{Sc|Bismarck}}}} il 14 maggio 1872, alludendo al conflitto dell’Impero col Vaticano. È quasi superfluo di ricordare che Canossa, castello presso Reggio Emilia, fu il teatro della umiliazione di {{AutoreCitato|Enrico IV di Franconia|Enrico IV}} dinanzi al pontefice {{AutoreCitato|Papa Gregorio VII|Gregorio VII}} (1077). I giornali napoletani dell’ottobre 1894, narrando i particolari di un colloquio fra {{AutoreCitato|Emilio Castelar|{{Sc|Emilio Castelar}}}} e il Sindaco di Napoli, dissero che {{AutoreCitato|Emilio Castelar|Castelar}} rivendicò a sè medesimo l’origine di questa frase bismarckiana. Egli, essendo presidente della Repubblica di Spagna, e dovendosi provvedere ad alcuni vescovati vacanti, si mise d’accordo col Papa per le nomine, {{AutoreCitato|Otto von Bismarck|Bismarck}} scrivendogli gliene mosse rimprovero, e {{AutoreCitato|Emilio Castelar|Castelar}} rispose |