Pagina:Novelle cinesi tolte dal Lung-Tu-Kung-Ngan.djvu/31: differenze tra le versioni

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Dall’infausto avvenimento ognuno faceva a gara, co’ suoi servigi, per rendere men dura la sorte della vedova; ed ella, divenuta l’oggetto del più alto rispetto, non aveva persona che osasse farle il menomo affronto o trattarla inurbanamente. I giovani e i vecchi dell’intiera famiglia commiseravano l’immatura morte del buon Ko-ciung; ed ogni sette giorni, per celerargli un ufficio, pregavano da ogni parte bonzi e taosse che volessero fare un po’ di bene all’anima del defunto.
Dall’infausto avvenimento ognuno faceva a gara, co’ suoi servigi, per rendere men dura la sorte della vedova; ed ella, divenuta l’oggetto del più alto rispetto, non aveva persona che osasse farle il menomo affronto o trattarla inurbanamente. I giovani e i vecchi dell’intiera famiglia commiseravano l’immatura morte del buon Ko-ciung; ed ogni sette giorni, per celerargli un ufficio, pregavano da ogni parte bonzi e taosse che volessero fare un po’ di bene all’anima del defunto.


Al colmo dell’amarezza, la vedova Sciu-ceng si lamentava, gemeva; e il sangue del suo pianto le inondava continuamente le gole. Non v’era modo di indurla a cibarsi, ad accostare alle labbra una goccia d’acqua, una tazza di brodo: in quindici giorni era divenuta talmente estenuata e macilenta, da far temere
Al colmo dell’amarezza, la vedova Sciu-ceng si lamentava, gemeva; e il sangue del suo pianto le inondava continuamente le gote. Non v’era modo di indurla a cibarsi, ad accostare alle labbra una goccia d’acqua, una tazza di brodo: in quindici giorni era divenuta talmente estenuata e macilenta, da far temere