Poesie campestri/Lamento d'Aristo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Nuovo testo con fonte certa
 
mNessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{opera
|NomeCognome=Ippolito Pindemonte
|TitoloOpera=Lamento d'Aristo<br />in morte di Giuseppe Torelli
|NomePaginaOpera=Lamento d'Aristo in morte di Giuseppe Torelli
|AnnoPubblicazione=pubblicata nel 1817
|TitoloSezione=
Riga 10:
<poem>
Stracciò dal crine il mirto, onde solea
La poetica fronte Aristo ornarsi ; a
Aristo d'ermi campi, e d'erme selve
Fatto pensoso abitator: dal crine
Quelle stracciossi allegre frondi, e il colle
SaliSalí rapidamente, alla cui vetta
Sorgon bruni cipressi, ond'è ricinto
Del pallido Eremita il sacro albergo,
Riga 31:
Non son le voci flebili, allungate,
Che nel silenzio della notte bruna
Ad un oppresso cor giungon si grate?
O pensieroso augel, di ria fortuna
Portator ti accusò la vecchia etate:
Riga 42:
E questi, ov'io mi chiusi, ermi soggiorni,
Fanno che alla mia scorsa età fiorita
Con la memoria, e a te piú spesso io torni :
Ma da rimorso ho l'anima ferita,
Ché dappoi che tu vivi eterni giorni,
Mille e piú volte il Sole uscío dall'Indo,
Riga 74:
Come, se fossi meco in questi colli,
Lieto vedresti i pensier fermi e gravi
�TuTu, che spesso dai vani un tempo e molli
Con dolce improverar mi richiamavi ;
della schiavitú degli amor folli
Sciorre l'incatenata, alma tentavi.
Io, benché amante del mio mal, la mano
Baciava, che volea tornarmi sano.
Riga 88:
Dal fondo alzarsi del mio cor la sento.
Tale sovente, o non diversa inchiesta
Le movo : È morte cosí fier tormento?
È l'arrestarsi nell'uman viaggiovïaggio
Duro cosí? Non è, risponde, al Saggio.
</poem>
Riga 96:
Ed in vista dei ben falsi, e di quanto
nel Mondo d'errore e di follia,
Di bassa ambizionambizïon, d'inutil vanto,
Festoso ei dal suo fral si disciorria :
Ma l'amistà, ma l'amor fido alquanto
Riga 125:
L'amica a un tempo inumidí pupilla.
</poem>
{{centrato|'''X.}}
<poem>
Tutto allor mi s'offrí l'eccidio mio
Riga 136:
Mestier di virtuosi esempi il Mondo?
</poem>
{{centrato|'''XI.}}
<poem>
Mentr'io sí fatte cose in cor favello