Pagina:Rime (Cavalcanti).djvu/185: differenze tra le versioni

{{RigaIntestazione||— 171 —|}}

{{Centrato|{{Sc|per Mandetta.}}}}

<poem>

Era ’n penser d’amor quand’io trovai

due foresette nove.

L’una cantava: — e’ piove

{{R|4}}gioco d’amore in noi. —

e tanto queta cortese ed umile

ch’i’ dissi lor: — voi portate la chiave

{{R|8}}di ciascuna vertù alta e gentile.

De! foresette, no m’abbiate a vile

per lo colpo ch’io porto:

questo cor mi fu morto

{{R|12}}poi che ’n Tolosa fui. —

che vider come ’l core era ferito,

e come un spiritel nato di pianto

{{R|16}}era per mezzo de lo colpo uscito.

</poem>

{{smaller block|Per questa ballata s’è già visto come fra i tre primari ''Mart, Cap''¹, ''Va, Mart'' sia da preferirsi agli altri. La lezione, se si eccettua l’ordine delle strofe, non presenta in questi cdd. varianti strane. Il verso:

{{Centrato|la quale amor chiamava la Mandetta}}

è tolto integralmente da ''Mart'', sembrando questa la lezione più semplice e quindi probabilmente più pura.}}

{{Nop}}