Pagina:Lignite in Valgandino.djvu/8: differenze tra le versioni

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{{Colonna}}dello strato fossile se ne presenta la possibilità. Ambedue i mezzi furono da noi tentati. Ma se il secondo presenta i vantaggi di un più facile accesso, di un più libero giro di aria interna, e per conseguenza di un men costoso trasporto di materiale e di una non interrotta lavorazione, presenta d’altronde gli inconvenienti della poca profondità, e per conseguenza del facile scrollamento della superiore crosta e della penetrazione d’aqua; e risultando necessariamente in vicinanza ai confini del banco dove esso riesce meno potente da un prodotto e meno puro ed assai più scarso. L’esperienza quindi ne ha persuasi della prevalenza del partito dei pozzi, Il primo che abbiamo tentato in capo al gran piazzale, intorno al quale piantammo i fabbricati del nostro stabilimento (fig. {{Pt|[[../20|3]]|[[#pagTav.2|3]]}}), è quello di cui feci cenno più sopra. Dopo metri 3,20 di ghiaja sciolta scoverse addirittura l’argilla conchiglifera, ed indi i diversi strati di carbone sino alla profondità di metri 11,30. Perchè fosse abbastanza capace da permettere il passo di due finozzi, lasciando una spazio sufficiente per lo svolgimento delle corde sull’asse, fu tenuto della sezione rettangolare di metri 2,50 per metri 3,00, e per poter sostenere le ghiaje dello strato superiore venne foderato per l’altezza di metri 4,50, con un robusto assito. Il prolungamento della canna tentato per assaggio, servir doveva per deposito delle aque che potevano stillare nelle gallerie o nel pozzo stesso, e fu coperto con impalcatura mobile per poterlo all’occorrenza vuotare, od almeno attingervi le aque superflue nel caso di bisogno col mezzo di secchioni.
{{Colonna}}dello strato fossile se ne presenta la possibilità. Ambedue i mezzi furono da noi tentati. Ma se il secondo presenta i vantaggi di un più facile accesso, di un più libero giro di aria interna, e per conseguenza di un men costoso trasporto di materiale e di una non interrotta lavorazione, presenta d’altronde gli inconvenienti della poca profondità, e per conseguenza del facile scrollamento della superiore crosta e della penetrazione d’aqua; e risultando necessariamente in vicinanza ai confini del banco dove esso riesce meno potente da un prodotto e meno puro ed assai più scarso. L’esperienza quindi ne ha persuasi della prevalenza del partito dei pozzi. Il primo che abbiamo tentato in capo al gran piazzale, intorno al quale piantammo i fabbricati del nostro stabilimento (fig. {{Pt|[[../20|3]]|[[#pagTav.2|3]]}}), è quello di cui feci cenno più sopra. Dopo metri 3,20 di ghiaja sciolta scoverse addirittura l’argilla conchiglifera, ed indi i diversi strati di carbone sino alla profondità di metri 11,30. Perchè fosse abbastanza capace da permettere il passo di due tinozzi, lasciando una spazio sufficiente per lo svolgimento delle corde sull’asse, fu tenuto della sezione rettangolare di metri 2,50 per metri 3,00, e per poter sostenere le ghiaje dello strato superiore venne foderato per l’altezza di metri 4,50, con un robusto assito. Il prolungamento della canna tentato per assaggio, servir doveva per deposito delle aque che potevano stillare nelle gallerie o nel pozzo stesso, e fu coperto con impalcatura mobile per poterlo all’occorrenza vuotare, od almeno attingervi le aque superflue nel caso di bisogno col mezzo di secchioni.


Dapprima era mio pensiero di applicarvi una piccola macchina a vapore da alimentarsi coi frantumi del nostro combustibile per l’estrazione del fossile ed all’occorrenza anche dell’aqua, e per l’immissione dell’aria ossigenata e l’aspirazione contemporanea dell’azotata e dell’acido carbonico che si forma in quelle escavazioni nella stagione estiva. Ma visto che la relativa spesa, tanto di primo impianto, quanto di successivo andamento, non poteva riescire ne’ primi tempi in relazione allo smercio, cui ben conoscevamo non potersi aprire ad un tratto in una grandiosa scala, ma che {{AltraColonna}}sarebbe venuto crescendo a poco a poco coll’abituarsi degli industriali al nuovo combustibile, ne sospesimo a miglior epoca l’attuazione, e ci appigliammo al sistema semplice già usato in luogo, che è quello della ruota a tamburo con un grand’asse collocato direttamente sul mezzo della bocca del pozzo sul quale si avvolge la fune a cui si appendono i due tinozzi in modo che quando l’uno ascende pieno l’altro si cala vuoto.
Dapprima era mio pensiero di applicarvi una piccola macchina a vapore da alimentarsi coi frantumi del nostro combustibile per l’estrazione del fossile ed all’occorrenza anche dell’aqua, e per l’immissione dell’aria ossigenata e l’aspirazione contemporanea dell’azotata e dell’acido carbonico che si forma in quelle escavazioni nella stagione estiva. Ma visto che la relativa spesa, tanto di primo impianto, quanto di successivo andamento, non poteva riescire ne’ primi tempi in relazione allo smercio, cui ben conoscevamo non potersi aprire ad un tratto in una grandiosa scala, ma che {{AltraColonna}}sarebbe venuto crescendo a poco a poco coll’abituarsi degli industriali al nuovo combustibile, ne sospesimo a miglior epoca l’attuazione, e ci appigliammo al sistema semplice già usato in luogo, che è quello della ruota a tamburo con un grand’asse collocato direttamente sul mezzo della bocca del pozzo sul quale si avvolge la fune a cui si appendono i due tinozzi in modo che quando l’uno ascende pieno l’altro si cala vuoto.