Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/418: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1850}}-->vivo ed estremo (giacché questa estremità deriva in essi manifestamente da cagione <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1851}} contraria che negli orientali, il cui clima è l’estremo opposto del loro); questi tedeschi il cui spirito come dice la {{AutoreCitato|Anne Louise Germaine de Staël|Staël}}, (De l’Allemagne, tom. I, part. 1<sup>a</sup>, ch. 9, 3<sup>me</sup> édit. p. 79), ''est presque nul à la superficie, a besoin d’approfondir pour comprendre, ne saisit rien au vol''; questi tedeschi sempre bisognosi di analisi, di discussione, di esattezza; questi tedeschi sí generalmente e sí profondamente applicati da circa due secoli alle meditazioni astratte, e queste quasi esclusivamente, hanno certo sviluppato delle verità non poche, scoperte da altri; hanno recato chiarezza a molte cose oscure; hanno trovato non piccole e non poche verità secondarie; hanno insomma giovato sommamente ai progressi della metafisica, e delle scienze esatte materiali o no; ma qual grande scoperta, specialmente in metafisica, è finora uscita dalle tante scuole tedesche ec. ec.? Quando ha mai un tedesco gettato sul gran sistema delle cose un’occhiata onnipotente che gli abbia rivelato un grande e veramente <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|1852}} fecondo segreto della natura, o un grande ed universale errore? (giacché la scoperta delle verità non è ordinariamente altro che la riconoscenza degli errori). Il colpo d’occhio de’ tedeschi nelle stesse materie astratte non è mai sicuro, benché sia liberissimo, (e tale infatti non può essere senza gran forza d’immaginare, di sentire, e senza una naturale padronanza della natura, che non hanno se non le grand’anime). La minuta e squisita analisi, non è un colpo d’occhio: essa non iscuopre mai un gran punto della natura; il centro di un gran sistema; la chiave, la molla, il complesso totale di una gran macchina. Quindi è che i tedeschi son ottimi per mettere in tutto il loro giorno, estendere, ripulire, perfezionare, applicare ec. le verità già scoperte (ed è questa una gran parte dell’opera del filosofo); ma poco valgono a ritrovar da loro nuove e<section end=3 />
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|1850}}-->vivo ed estremo (giacché questa estremità deriva in essi manifestamente da cagione <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|1851}} contraria che negli orientali, il cui clima è l’estremo opposto del loro); questi tedeschi, il cui spirito come dice la {{AutoreCitato|Anne Louise Germaine de Staël|Staël}}, (''De l’Allemagne'', tom. I, part. 1<sup>a</sup>, ch. 9, 3<sup>me</sup> édit., p. 79), ''est presque nul à la superficie, a besoin d’approfondir pour comprendre, ne saisit rien au vol.''; questi tedeschi sempre bisognosi di analisi, di discussione, di esattezza; questi tedeschi sí generalmente e sí profondamente applicati da circa due secoli alle meditazioni astratte, e queste quasi esclusivamente; hanno certo sviluppato delle verità non poche, scoperte da altri, hanno recato chiarezza a molte cose oscure; hanno trovato non piccole e non poche verità secondarie, hanno insomma giovato sommamente ai progressi della metafisica e delle scienze esatte, materiali o no; ma qual grande scoperta, specialmente in metafisica, è finora uscita dalle tante scuole tedesche ec. ec.? Quando ha mai un tedesco gettato sul gran sistema delle cose un’occhiata onnipotente che gli abbia rivelato un grande e veramente <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|1852}} fecondo segreto della natura o un grande ed universale errore? (giacché la scoperta delle verità non è ordinariamente altro che la riconoscenza degli errori). Il colpo d’occhio de’ tedeschi nelle stesse materie astratte non è mai sicuro, benché sia liberissimo (e tale infatti non può essere senza gran forza d’immaginare, di sentire, e senza una naturale padronanza della natura, che non hanno se non le grand’anime). La minuta e squisita analisi non è un colpo d’occhio; essa non iscuopre mai un gran punto della natura; il centro di un gran sistema, la chiave, la molla, il complesso totale di una gran macchina. Quindi è che i tedeschi son ottimi per mettere in tutto il loro giorno, estendere, ripulire, perfezionare, applicare ec. le verità già scoperte (ed è questa una gran parte dell’opera del filosofo); ma poco valgono a ritrovar da loro nuove e<section end="3" />