Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/489: differenze tra le versioni
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⚫ | {{x-larger|A}}{{Sc|bbiamo}} nell’antecedente libro esposti per quanto potemmo gli edifizii di Giustiniano Augusto in Europa. Ora dobbiamo passare alle parti dell’Asia omesse. Di sopra parmi, è vero, di avere fatta menzione delle fortificazioni di città e castelli, e d’altre cose ch’egli costruì nell’oriente dal confine persiano sino alla città di Palmira, posta nella Fenicia soggetta al Libano. Presentemente prendo a dire degli edifizii di lui nella rimanente Asia, e nell’Africa; delle città cinte di mura; delle provvidenze date per rimediare o a strade difficili e piene di pericoli, perchè poste su precipizii di monti, o perchè andanti sull’orlo di fiumi, da cui facilmente cadendo i passeggieri rimanevano sommersi; o a tante calamità, a cui erano le città esposte. Incomincio adunque. |
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''Granai nell’isola di Tenedo.''</div> |
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Era presso la città di Efeso un luogo aspro per situazione, non di buon terreno capace di frutto, se con industria si fosse coltivato, ma dirupato affatto e sassoso. Ivi anticamente gl’indigeni aveano fabbricato un tempio ad onore dell’apostolo Giovanni, soprannominato il Teologo, per aver ragionato della divina natura |
Era presso la città di Efeso un luogo aspro per situazione, non di buon terreno capace di frutto, se con industria si fosse coltivato, ma dirupato affatto e sassoso. Ivi anticamente gl’indigeni aveano fabbricato un tempio ad onore dell’apostolo Giovanni, soprannominato il Teologo, per aver ragionato della divina natura |