Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/436: differenze tra le versioni

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Queste considerazioni indeboliscono assai anche l’eccezione che abbiamo riconosciuta ne’ verbi della quarta congiugazione e provano che, se questi pare che abbiano due sillabe radicali, ella è piuttosto una differenza accidentale d’inflessione, che proprietà essenziale del verbo assolutamente considerato, e non influisce sul numero intiero delle sue sillabe radicali o no, numero che ne’ luoghi specificati è lo stesso in questi che negli altri verbi.
Queste considerazioni indeboliscono assai anche l’eccezione che abbiamo riconosciuta ne’ verbi della quarta congiugazione e provano che, se questi pare che abbiano due sillabe radicali, ella è piuttosto una differenza accidentale d’inflessione, che proprietà essenziale del verbo assolutamente considerato, e non influisce sul numero intiero delle sue sillabe radicali o no, numero che ne’ luoghi specificati è lo stesso in questi che negli altri verbi.


Lo stesso dico de’ verbi della seconda congiugazione, dove ''doceo'', secondo la prosodia latina conosciuta, è trisillabo. Lo stesso di ''facio'' e simili. Lo stesso de’ verbi ''suadere, suescere'' e simili (verbi per altro anomali), i quali, senza essere della quarta congiugazione, hanno oggi due sillabe radicali, ''sua'' e ''sue'', che anticamente, secondo me, erano una sola sillaba.
Lo stesso dico de’ verbi della seconda congiugazione, dove ''doceo'', secondo la prosodia latina conosciuta, è trisillabo. Lo stesso di ''facio'' e simili. Lo stesso de’ verbi ''suadere, suescere'' e simili (verbi per altro anomali), i quali, senza essere della quarta congiugazione, hanno oggi due sillabe radicali ''sua'' e ''sue'', che anticamente, secondo me, erano una sola sillaba.


Secondo la quale opinione, io penso che si potrebbe anche notare come costante nella lingua latina antichissima, che la prima e terza persona singolare {{SAL|436|3|Alex brollo}}<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1125}} presente indicativa del perfetto fossero parimente dissillabe in tutti i verbi radicali e regolari, al modo appunto che in ebraico la terza persona di detto tempo e numero; vedi p. {{ZbLink|1231}}, capoverso 2. Dei verbi della terza congiugazione, questo è manifesto, come in ''legi'' e ''legit'', ''feci'' e ''fecit, dixi'' e ''dixit''. Dei verbi della seconda, non si può disputare, ammessa la suddetta opinione, ch’io credo certissima, (essendo naturale {{pt|al-|all’orecchio }}{{SAL|436|3|Alex brollo}}<section end=2 />
Secondo la quale opinione, io penso che si potrebbe anche notare come costante nella lingua latina antichissima, che la prima e terza persona singolare <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1125}} presente indicativa del perfetto fossero parimente dissillabe in tutti i verbi radicali e regolari, al modo appunto che in ebraico la terza persona di detto tempo e numero: vedi p. {{ZbLink|1231}}, capoverso 2. Dei verbi della terza congiugazione questo è manifesto, come in ''legi'' e ''legit'', ''feci'' e ''fecit, dixi'' e ''dixit''. Dei verbi della seconda non si può disputare, ammessa la suddetta opinione, ch’io credo certissima, (essendo naturale {{pt|al-|all’orecchio }}<section end=2 />