Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/385: differenze tra le versioni
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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1056}}-->{{Pt|mici|comici}} elegantissimi, basterà nominar {{AutoreCitato|Tito Maccio Plauto|Plauto}} e {{AutoreCitato|Publio Terenzio Afro|Terenzio}} che ancora ammiriamo, l’uno non mai superato in seguito da nessun latino nella forza comica, l’altro parimente non mai agguagliato nella piú pura e perfetta e nativa eleganza. E certo (se non erro) la commedia latina, dopo {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}}, e al suo stesso tempo, andò piuttosto indietro di quello che oltrepassasse il grado di perfezione a cui era stata portata da’ suoi antenati. E pure, chi mette la perfezione della lingua latina o la sua formazione ec. piuttosto nel secolo di Terenzio, che in quello di Cicerone e di {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} ? E {{AutoreCitato|Tito Lucrezio Caro|Lucrezio}} un secolo dopo Terenzio, si lagnava, com’é noto, della povertà della lingua latina. |
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Quanto piú dunque dovrà valere il mio argomento per gli scrittori del trecento. De’ quali, eccetto tre soli, nessuno appartiene alla letteratura. |
Quanto piú dunque dovrà valere il mio argomento per gli scrittori del trecento. De’ quali, eccetto tre soli, nessuno appartiene alla letteratura. |
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Ma non ostante la vastissima letteratura del cinquecento non però la lingua italiana si poté ancora né si può dire perfetta. Non basta l’applicazione di una lingua |
Ma non ostante la vastissima letteratura del cinquecento non però la lingua italiana si poté ancora né si può dire perfetta. Non basta l’applicazione di una lingua <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1057}} alla letteratura per perfezionarla ed interamente formarla. Bisogna ancora che sia applicata ad una letteratura perfetta, e perfetta non in questo o quel genere, ma in tutti. Altrimenti ripeto che il secolo principale della lingua latina non sarà quello di Cicerone, ma di Plauto o di Terenzio, come secolo piú antico e primitivo e meno influito da commercio straniero. |
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Ora lascerò stare che in quelle medesime parti di letteratura che piú soprastanno e piú furono coltivate in Italia, in quelle medesime dove noi primeggiamo su tutti i forestieri, la nostra letteratura è ben lungi ancora dalla perfezione e raffinatezza della greca e latina, che in queste tali parti sono e furon prese effettivamente a modelli da’ nostri scrittori |
Ora lascerò stare che in quelle medesime parti di letteratura che piú soprastanno e piú furono coltivate in Italia, in quelle medesime dove noi primeggiamo su tutti i forestieri, la nostra letteratura è ben lungi ancora dalla perfezione e raffinatezza della greca e latina, che in queste tali parti sono e furon prese effettivamente a modelli da’ nostri scrittori; e per conseguenza, propriamente parlando, sono ancora imperfette. Ma la nostra eloquenza, e piú la nostra filosofia (e nella filosofia trovava povera la<section end=2 /> |