Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/139: differenze tra le versioni
m Bot: template SAL |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 100% | |
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<section begin=1 />egli poteva godere a spese loro. Costumi che nello stato di società son barbari, perché distruttivi della società e contrari direttamente all’essenza, ragione e scopo suo. Quindi si veda quanto sia vero, che lo stato presente del mondo è propriamente barbarie o vicino alla barbarie quanto mai fosse. Ogni cosí detta società dominata dall’egoismo individuale è barbara, e barbara della maggior barbarie (17 febbraio 1821). |
<section begin=1 />egli poteva godere a spese loro. Costumi che nello stato di società son barbari, perché distruttivi della società e contrari direttamente all’essenza, ragione e scopo suo. Quindi si veda quanto sia vero, che lo stato presente del mondo è propriamente barbarie o vicino alla barbarie quanto mai fosse. Ogni cosí detta società dominata dall’egoismo individuale è barbara, e barbara della maggior barbarie (17 febbraio 1821). <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|675}} |
||
{{ZbPensiero|675/1}}Alla pag. {{ZbLink|668}} |
{{ZbPensiero|675/1}}Alla pag. {{ZbLink|668}}, fine. E questa non è forse una delle minime cagioni di quella verità ''Quot homines, tot sententiae'', detto di {{AutoreCitato|Publio Terenzio Afro|Terenzio}}, (''Phormio'', Act. II, sc. 4, vers. 14). ''Quot homines, tot sententiae: suus cuique mos. ''(Negli adagi del Manuzio questo proverbio è riportato cosí, ''quot homines'', non ''capita''). E similmente {{AutoreCitato|Quinto Orazio Flacco|Orazio}} (''Sat''. l. II, sat. 1. vers. 27-28): ''Quot capitum vivunt, totidem studiorum Millia''. Ed {{AutoreCitato|Euripide|Euripide}} (in ''Phoenissis''): |
||
<poem> |
<poem> |
||
Riga 14: | Riga 14: | ||
''At nunc simile nil, nil idem mortalibus:'' |
''At nunc simile nil, nil idem mortalibus:'' |
||
''Nisi verba forsan inter istos concinunt,'' |
''Nisi verba forsan inter istos concinunt,'' |
||
''At re tamen, factisque convenit nihil. ''</poem> |
''At re tamen, factisque convenit nihil. ''</poem><section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPensiero|676/1}}{{ZbPagina|676}} E {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}} (''De Finibus bonorum et malorum'', c. V, verso il fine): ''sed quot homines, tot sententiae: falli igitur possumus.'' Luogo omesso dal Manuzio. |
||
Riferite le dette sentenze alla opinione comune, che si dia verità assoluta, anche tra gli uomini (17 febbraio 1821). |
Riferite le dette sentenze alla opinione comune, che si dia verità assoluta, anche tra gli uomini (17 febbraio 1821). |
||
{{ZbPensiero|676/2}} Non siamo dunque nati fuorché per sentire, qual felicità sarebbe stata se non fossimo nati? (18 febbraio 1821). |
{{ZbPensiero|676/2}} Non siamo dunque nati fuorché per sentire, qual felicità sarebbe stata se non fossimo nati? (18 febbraio 1821).<section end=3 /> |