Novella di una donna che fu lisciata dal diavolo: differenze tra le versioni

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| Nome e cognome dell'autore = Filippo da Siena
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Negli anni mille trecento vinti et due fu ne la città di Siena una nobile donna di nobile parentado, moglie d’uno richissimo scittadino il quale era molto grande in Comune, et amava questa sua donna molto fuore di misura. Undechè ciò ch’ella sapeva pensare o chiedare di robba, o drappi, o fregiature, o adornamenti d’oro o d’ariento o di perle, tutto pienamente l’aveva dal marito, tanto era el disordenato amore che il marito le portava. Era la detta donna mondanamente savia et accostumata, et onestissima del corpo suo, et l’era piacevole, et cortese fuor che a povari; et con Dio o con Santi poco s’impacciava. Et anco era dotata da Dio d’una gratia, cioè ch’ell’era quasi incredibile di bellezza, quale a molta gente sarebbe meglio che fussero più sozze ch’una berta, però che è cagione della loro dannatione, et dell’altrui. Undechè la detta donna launque ell’andava, o a feste o a prediche o a nozze, andava tanto lisciata et parata con tanti adornamenti et tanto disonestamente, che non tanto le menti debili et fragili che la vedevano, ma etiandio le menti salde et ferme molte n’ammollava, et corrompeva a libidine et mala concupiscentia verso di lei. Undechè la misera era esca e lacciuolo del diavolo a mandare l’anime allo ’nferno. Et così oggi molte misere fanno el somigliante, et anco aggiungono male sopra male: che le fanciulle loro, le quali debbono allevare ’n buoni atti et in buoni costumi et nel timore di Dio, allevano similmente impudiche et disoneste. E siccome alleno hanno male speso la vita loro en servigio del diavolo, così similemente si studiano d’allevare le figliuole. E anco molte volte per volere isforzare la natura, loro medesime et le figliuole loro, stando et faciendo stare tutto dì a ’nfracidare et ad ardarsi el ciaravello al sole, et così spesse volte sono micidiali di loro medesime et de le proprie figliuole.