Sonetti romaneschi (1998)/Er creditore strapazzato I

by Giuseppe Gioachino Belli

Er creditore strapazzato

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Giuseppe Gioachino Belli - Sonetti romaneschi

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     Te ggiuro, Iggnazzio, ch’è ffaccenna seria
co sti du’ prelatacci de la bbua: ¹
è ccosa propio da sputà un’alteria ²
p’èsse³ pagati de la robba sua.
              5
     Oggniggiorno se trova sta miseria
che stanno in Coro a ccantà ttutt’e ddua:
Dommine mea melappia mea aperia
e ttòssa mea nun z’abbi in laude tua! ⁴
              
     Li preti, dichi tu, ssò bburattini!
10Sò bburattini un cazzo, perché cquelli
nun rubbeno a ggnisuno li quadrini.
              
     E cquesti hanno li cori e li sciarvelli ⁵
pe ffà mmejjo la parte d’assassini,
e bbuggiarà li poveri fratelli.

Roma, 17 gennaio 1833

Note

1. Del malanno.
2. Arteria.
3. Per essere.
4. Domine labia mea aperies, ecc.
5. Cervelli.